In queste settimane si sta facendo sempre più palpabile il clima di febbrile attività politica in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo, che avverranno il 25 maggio. In queste azioni preparatorie si è sicuramente distinto Beppe Grillo che, con alle spalle il suo MoVimento, ha calcato i palchi nelle piazze di tutto il paese con un vero e proprio tour.

Lo slogan dei cosiddetti pentastellati è infatti costituito da un hashtag (per chi non fosse nativo digitale una parola o una frase preceduta dal simbolo del cancelletto per indicare che il proprio discorso si riferisce a quel determinato tema) , più precisamente il motto è #vinciamonoi. Una frase particolarmente azzeccata poiché, dopo il turbine di polemiche che ha subissato Beppe Grillo e il suo approccio alla politica di puro disinteresse e ostruzionismo, quello che serviva era proprio una frase brillante, che racchiudesse in pochi caratteri una serie di eventi e di comizi organizzati e realizzati guardando verso una apparentemente certa vittoria alle elezioni.

Lo slogan dei 5Stelle

Ma Grillo ha forse peccato di superbia, facendo i conti senza l’oste, più precisamente senza il premier Matteo Renzi, che per questa tornata elettorale vede il Partito Democratico allearsi con il Pse (Partito Socialista Europeo). L’ampio schieramento di centrosinistra italiano ha infatti puntato su un unico messaggio con diversi interpreti, che domandano diverse cose all’Europa: dallo sviluppo della tecnologia ad una politica economica sostenibile. Ed è questa la fondamentale differenza con i 5 stelle: mentre questi ultimi sembrano giocare senza avversari dando per scontata la vittoria, il Partito Democratico si pone, sotto certi punti di vista, con una grande umiltà. I democratici non dicono che vinceranno contro tutti gli altri ma garantiscono il loro impegno nel portare in Europa quello che chiede la gente del nostro paese, con grande schiettezza e vicinanza alle persone.

PD

PD

A sinistra c’è poi la lista Tsipras, sostenuta da Sinistra Ecologia e libertà di Nichi Vendola che, oltre a puntare verso un’Europa che aiuti gli stati in difficoltà limitando le spese non necessarie al benessere dei cittadini, ha condotto una campagna elettorale molto presente sul territorio. I gazebo di questo schieramento sono stati presenti in tutta Italia e non va dimenticata l’idea della candidata Bacchiddu di “ricorrere a qualsiasi mezzo” per far votare Tsipras usando come manifesto una sua foto in bikini.

La Bacchiddu in bikini

Per quanto riguarda il centrodestra, è difficile parlare di slogan o d politica elettorale: lo schieramento unico si è sgretolato dopo la divisione del Pdl nella coppia Forza Italia / Nuovo Centrodestra, e questi ultimi sembrano vogliano fare tutt’altro che giocare uniti. Non si sono notati infatti manifesti o proclami particolarmente forti, come a voler dare l’immagine di due partiti che stanno cercando la loro identità e non sono ancora pronti ad affrontare un appuntamento elettorale con forze appropriate.

Scivolando ancor più a destra troviamo invece la muraglia anti moneta unica di Fratelli d’Italia e Lega Nord, che hanno fatto della loro opposizione all’Euro una bandiera. Come si è già notato, per parlare con passione di tematiche europee bisogna spostarsi sui fronti di quelli che l’Unione Europea la odiano o, quantomeno, la contrastano. Questi due partiti sono infatti gli unici che hanno condotto una campagna elettorale (classica e non teatrale) portando qualcosa di concreto astraendosi da proclami e promesse evanescenti.

Lega Nord

edi5 fdi

Sicuramente attorno alle Europee una cosa deve far riflettere: nonostante queste elezioni non portino a risultati da noi godibili in prima persona, esse sono quantomeno uno strumento utile per comprendere l’atteggiamento del paese verso la nostra arrancante politica. Sicuramente i risultati del 25 maggio andranno ad influenzare i comportamenti dei partiti nei futuri appuntamenti alle urne, ed è davvero sbagliato sottovalutarlo poiché, se finora possiamo solo analizzare quella che è la fotografia attuale delle cose, recandoci alle urne possiamo radicalmente mutarla.