I tifosi della Juventus cadono dalle nuvole. Per me, barese, non è una novità. Non è la prima volta che Conte prende e lascia tutto poco prima di iniziare. Quella volta però fu diverso: “È tutta colpa di Matarrese, pensammo“. Ora c’è Agnelli, ma la musica non è cambiata. Conte vuole giocatori, progetti, ambizioni, certezze. Io ho una mia idea e tutto questo si racchiude in un concetto: Conte non vuole più allenare in Italia.
Non sto dicendo che Conte ha torto: ha dimostrato in questi anni di essere il miglior giovane allenatore italiano, uno straordinario motivatore, uno in grado di far giocare benissimo le sue squadre (non solo Juventus, ma anche Bari e Siena) e di gestire i tifosi e la stampa con maestria. Ma sto dicendo che le sue motivazioni mi sembrano anacronistiche nel contesto odierno del calcio italiano. Puntare i piedi perché non venga ceduta una delle due stelle, ad esempio, è contro la logica.
Tutti vorrebbero avere Vidal e Pogba in squadra ma se vuoi fare cassa e ripartire un sacrificio devi farlo. Lo capì perfino Mourinho quando diede il via libera alla cessione di Ibra per costruire una squadra vincente in Europa. E la stessa Juve di Moggi, ad un certo punto, lasciò andare Zidane sostituendolo con due giocatori che con lui non c’entravano nulla: Buffon e Nedved. Il motivo fu semplice: “Pensare di trovare un sostituto di Zidane era da folli” disse Lippi.
Rispetto a dieci anni fa i tempi sono cambiati, e molto. Non ci sono più soldi, l’Italia è un paese da secondo mondo calcistico, sono i risultati dei club e delle nazionali a dirlo. Ho usato il plurale perché un tempo anche le nostre rappresentative giovanili dominavano, mentre ci chiediamo dove siano finite oggi. Ne riparleremo. L’Italia è un paese in crisi, con aziende in difficoltà e manager di secondo piano. È le Società di calcio sono aziende con bilanci da rispettare. Fa bene allora Conte, grande allenatore e uomo ambizioso, a guardare altrove. In Inghilterra, Germania, Spagna o Turchia ci sarà presto qualcuno pronto ad accoglierlo.
Non lo United che è appena ripartito da Van Gaal, non il Real di Ancelotti o il Barcellona di Luis Enrique ma state certi che, prima o poi, una panchina si libera. Per questi stessi motivi non vedo Conte su una panchina di una squadra italiana, almeno per i prossimi cinque anni. Se ha problemi la Juventus ad accontentarlo, figuriamoci le altre. E proprio per questo faccio (molta) fatica a credere a Conte come possibile allenatore della Nazionale. Mi sembra molto strano che una Federazione in grossa difficoltà possa ripartire dal migliore, strappandolo al suo club come fece Antonio Matarrese con Sacchi (e il Milan) nel 1992. Altri tempi, per l’appunto.
A meno che non abbiano deciso di affidare ad Antonio Conte quel ruolo di plenipotenziario, parola che tanto piace al mister, su tutte le nazionali, da quella maggiore a quelle giovanili. Allora sì che sarebbe un bel segno. Io me lo auguro, ma ci credo poco. Credo poco al potere di acquisto della FIGC e continuo a pensare che Conte starà fermo un anno prima di accasarsi in una big di Europa. Peccato, perdiamo un grande allenatore ma credo proprio non se ne possa fare a meno. La Juventus deve mettere i conti e i bilanci avanti a tutto, come le altre squadre di casa nostra, come le aziende, come il Paese. Non mi esprimo sulla scelta del sostituito, non è questo il contesto. Una cosa è certa: il futuro del mister è altrove, lontano da qui.
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