Una giornata come tante, in una Milano uggiosa pronta ad accogliere i soliti temporali estivi che non lasciano ancora spazio al sole e al caldo di Giugno. Una giornata come tante, ma non per Pepsi. Al Ralph’s, presso le Colonne di San Lorenzo, la multinazionale americana ha messo in scena l’evento “Entra nel Team”, per sponsorizzare il nuovo prodotto Pepsi-Cola in onore del grande calcio e in ottica Mondiali 2014: quattro giocatori, quattro campioni – Robin van Persie, Sergio Ramos, Sergio Agüero e Leo Messi – sono il nuovo volto delle lattine limited edition.

Un wall interattivo di 80mq mostrerà i volti delle superstar del calcio mondiale che Pepsi ha scelto come ambassador della sua campagna pubblicitaria; insieme a loro i volti e i “selfie” di tutti gli utenti coinvolti da Pepsi.

Super ospiti d’eccezione Fabio Caressa e Alessandro Costacurta, in veste di presentatori per l’evento. In piazza alcuni ragazzi e tante acrobazie e giochi di prestigio con il pallone di cuoio, tutto con la super visione dei due grandi campioni – dentro e fuori il campo da gioco.

Nell’intervista rilasciata in esclusiva per Il Giornale Digitale, Fabio Caressa ha commentato la nostra nazionale di calcio nel nuovo impegno Mondiale in Brasile. Dove può arrivare l’Italia? “Può fare di tutto. Può uscire al primo turno ma ha anche le capacità per arrivare in semifinale/finale. Spero nella semifinale, la nostra nazionale può farcela. Se arriverà così lontano sarà stato grande ad un buonissimo gioco”.

Rossi no, Insigne sì, cosa ne pensa di questa scelta?: “Cesare Prandelli ha a disposizione dei numeri, dei dati precisi. Se non ha chiamato Rossi è stato perché non era al top della condizione fisica. So che il CT è stato molto chiaro con Pepito, anche se capisco il suo disappunto e la sua reazione. Anche l’uso di Twitter in questo senso ha aiutato molto: è facile scrivere subito qualcosa, e a volte ce ne si può anche pentire. Quando sei deluso reagisci così. Credo che se Cesare ha fatto questa scelta è perché non poteva fare altrimenti. Forse lui ha fatto uno sforzo eccessivo di generosità nell’inserirlo nei 30 iniziali, perché sapeva già come sarebbe andata a finire”.

Alessandro Costacurta ha parlato ai nostri microfoni del Milan del passato e delle prospettive per il futuro della squadra rossonera. Il Milan tra tradizione, successi e nuove prospettive per il domani. Quanto tempo servirà alla squadra per tornare ai vertici? “Molte volte quando ti trovi a dover cambiare così tanti giocatori, quando finisce una grande generazione, devi aspettare un po’. C’è un percorso di recupero. Adesso si sono un po’ chiarite le cose anche con la società. Per il futuro non riesco a dire nulla di certo: Berlusconi è andato a trovare Montolivo, Galliani e Inzaghi sono insieme; l’allenatore c’è e la società anche. Alla fine sono i giocatori che fanno la differenza. Al Milan servono 14 mesi per tornare ai vertici del calcio italiano ed europeo”.
Balotelli? Costacurta ha risposto così: “Balotelli non può essere il leader di una squadra. È un giocatore importante, ma se una squadra si basa solo su di lui sbaglia già in partenza”.

[Interviste realizzate con la collaborazione di Matteo Sacchi e Valentina Scillieri]