Ho molto pensato al significato di “contenuto lesivo, offensivo e oltraggioso” e numerosi sono gli esempi che, navigando sul web e sui social, richiamano, nella mia mente, tali parole. Perché è questo che inevitabilmente compie quella manciata di lettere composte in modo tale da fornire l’idea di un’azione: invia un messaggio. Un messaggio che si estende a tutta la comunità cybernetica, un messaggio posto lì alla mercé della piattaforma, sotto gli occhi di miliardi di utenti, e che inevitabilmente scatenerà tipi di reazioni differenti. Basta pensare a una volgarità a caso e provare a digitarla nella barra di ricerca. Il risultato? Centinaia di pagine dall’intestazione che di cattivo gusto ne ha da vendere. Pagine che non ci si spiega neanche come possano essere state pensate, e perché. Così Facebook, come Twitter, diventa terreno fertile su cui far fiorire (smorzo tanta trivialità con scelte lessicali più “delicate”) indecenze e bassezze figlie di ignoranza, superficialità o ridotta attività neuronale. E c’è chi le condivide, chi le apprezza, chi ne ride o chi utilizza tutti gli strumenti che il social fornisce, per segnalare e rimuovere “contenuti che incitano all’odio, contenuti di nudo, contenuti violenti e immagini forti“, esattamente come riportano gli Standard della Comunità di Facebook. La segnalazione allora è immediata e motivata, ma altrettanto non si può dire circa il metro di giudizio utilizzato dalla piattaforma per eliminare pagine e post segnalati. O per non farlo affatto.

[Fonte: Facebook.it]
[Fonte: Facebook.it]

Perché segnalare una pagina dal nome “Sborrare sui neonati” o “Che schifo le donne incinta” e ricevere una risposta che comunica come le fanpage in considerazione siano conformi agli standard della comunità, beh, un po’ di dubbi li provoca. Incitazione all’odio e contenuti violenti io li ritrovo in questi titoli e negli status pubblicati dalle stesse pagine, del tipo “Smettete di partorire bestie” o “sulle donne gravide piscio”. Così come in tanti altri presenti su Facebook. Così una risposta più credibile è arrivata proprio dalla fanpage citata (Che schifo le donne incinta), che dichiara con toni coerenti ai suoi contenuti: “In chat arrivano numerosi messaggi di gente che ci denuncia e che ci segnala a Fb. Per quanto mi stiate sul culo vi do un consiglio: segnalarci è inutile, paghiamo Fb per avere più visibilità, quindi non possiamo essere bannati, usate il tempo che vi sto facendo risparmiare per fare cose più utili, come imparare a fare un nodo scorsoio e andare alla ricerca di un posto tranquillo doge trasformarlo nella vostra ultima collana (…)”.

[Fonte: Facebook.it]
[Fonte: Facebook.it]

Insomma, invitare all’impiccagione gli utenti di Facebook, inorriditi davanti a tanta cattiveria, è conforme agli standard della comunità europea. Ledere un diritto, come quello di maternità, con le difficoltà e i sacrifici che questa condizione comporta, è altrettanto conforme. Così il confine tra contenuti lesivi, offensivi e oltraggiosi e contenuti proficui dal punto di vista economico, sembra esser diventato parecchio labile. Così una piattaforma potente come Facebook ci chiede di chiudere gli occhi davanti all’erbaccia radicata sui social e messa da essi in evidenza, anziché estirparla. E il vettore di informazioni, il mezzo di comunicazione e condivisione più eminente, diventerà una volgare e mediocre culla “in cui tutto è permesso”, preda degli squilibri di chiunque. Ma soprattutto, diverrà uno strumento ancora più pericoloso per bambini e ragazzi, facilmente influenzabili e non ancora in grado di discernere il giusto dallo sbagliato, come afferma la proposta di legge dei deputati del Pd, Alessandra Moretti e Francesco Sanna, volta a eliminare celermente contenuti lesivi da blog e social network. Dando per scontato che la volgarità e l’ignoranza possano essere regolamentate attraverso la legge. Dando per scontato che pensieri e proposte come questa, non vengano intese come una censura. Perché anche la libertà d’espressione ha un saldo e importante limite: quello del rispetto.

Così, caro Zuckerberg, nonostante inizi a esserci chiaro, cosa preferisci?