Oltre i macellai dello Stato islamico in Siria, oltre ai gruppi terroristici e all’orrore che spargono quotidianamente con la loro sete di morte e di rivendicazione religiosa e politica, o più comunemente disumana, c’è un mondo laggiù desideroso di emergere dalle macerie. I social network sono un ottimo mezzo per farlo, in quanto il progresso tecnologico è in grado ormai di rompere i confini, avvicinare terre e rendere quindi tutti un po’ più vicini. Un blog, una frase, uno scatto sono sufficienti ormai per raccontare se stessi. Così le donne medio orientali si stanno facendo conoscere sul web, desiderose, al pari delle donne occidentali, di curare nei minimi dettagli la propria femminilità, senza per questo, violare i loro principi religiosi. Le vediamo nascondersi dietro il velo, gli occhi fugaci, vispi e un po’ malinconici, i loro modi discreti ed eleganti.
Ma le donne del medio oriente non sono solo un viso nascosto sotto strati di stoffe e veli bui, ma anche figure in grado di affermare la propria identità, grazie anche all’importante contributo della moda. Donne che dimostrano di non essere più invisibili come qualcuno vorrebbe che fossero. Donne che non vogliono più rinnegare la propria identità, incastrata in pezzi di tessuto a cui poter invece dare vita, rimanendo pur sempre legate alla propria tradizione. La moda incrementa la possibilità di crearsi un’identità. Si tratta di un binomio perfetto tra parte interiore ed esteriore, tra contenuto e apparenza, che rappresenta per loro il modo migliore per esprimersi, avvicinandosi all’Occidente sempre di più con gusto, bellezza ed eleganza. Burqa, hijab, chador vengono così trasformati da indumenti dell’Islam in completi all’ultima moda. Sotto si celano infatti tacchi alti o scarpe da ginnastica, tessuti colorati, pailettes e ricami, accompagnati da accessori e borse di ogni tipo.
La moda araba ha sempre influenzato il mondo occidentale con le sue calde sfumature: pashmine avvolte intorno al collo e intorno al capo, camice lunghe sui pantaloni larghi, caftani fino alle caviglie e tatuaggi temporanei all’henné sono elementi appartenenti a un mondo ricco di fascino e colori, fonte di ispirazione per piccoli e grandi stilisti nonché covo di nascenti fashion blogger che sorprendono con la loro passione per la moda. Sul web sono infatti sempre più numerose: Ayh Al-Ruwais, 20 anni, è una studentessa universitaria che nel 2012 ha lanciato il suo blog con lo pseudonimo Ayah Bader. “Ho sempre amato la scrittura e ho scelto di dedicarmi alla moda, perché un settore che mi ha sempre appassionato e in cui posso esprimermi liberamente“. Danya Ismail, 25 anni, ha iniziato il suo blog 4 anni fa. I suoi lettori sono principalmente persone molto creative che pensano fuori dagli schemi, “amo le persone che si distinguono e che non si omologano tra la folla“. Alcuni fashion blogger danno per scontato che ci siano molte differenze tra i blog di moda gestiti da arabi e quelli gestiti da occidentali. “Ho notato che i blog non arabi tendono ad essere più editoriali, mentre i blog arabi sono più personali e informali. Io preferisco lo stile dei blog arabi“, ha dichiarato Danya Ismail.
In paesi come gli Emirati Arabi, il Qatar, il Kuwait o il Baharein, le condizioni economiche e la modernità che li caratterizza permette una maggiore diffusione della moda, nonché una maggiore possibilità alle donne del posto di sfoggiare i propri pezzi di lusso. Non a caso i blog di queste donne sono ricchi di stili vistosi, con accessori e capi d’abbigliamento super griffati. Il matelassé di Chanel fa da padrone su queste pagine, così come il Rolex o i capi firmati Louis Vuitton. La tradizione fa comunque da sottofondo in un mondo che rifiuta gli eccessi, ma permette la sperimentazione nei limiti del proprio buon costume. I cromatismi sono accentuati in outfit caratterizzati da combinazioni di tessuti e colori, sovrapposizioni di vestiti e dall’uso di copricapi particolari.
Ma la rivendicazione dal sapore fashion non passa solo attraverso il lusso sfrenato dimostrato su questi blog. Le innovazioni apportate alla tradizione, come quella della fashion blogger di origine egiziana Farah Emara, dimostrano come in realtà basti poco per emergere e farsi conoscere. La ragazza ha infatti rinnovato il turbante, divenuto ora accessorio cool e ricercato, mentre in passato rappresentava una tradizione diffusa solo tra gli uomini. Su internet ci sono numerose proposte per annodare il turbante intorno alla testa per far risaltare e valorizzare il proprio viso. Insomma, il turbante è diventato così grazie a Emara un elemento femminile e sofisticato molto ricercato dalle amanti di questo stile. Non solo. In passerella alla Casa Araba di Madrid è stata realizzata la prima sfilata di abiti per donne islamiche disegnati da Nadia Zein e Cintia Robles. Si tratta di capi che mostrano attraverso linee, tessuti e colori questo connubio perfetto tra passato e presente, tra tradizione e identità, con un tocco di personalizzazione. La sfilata è stata la dimostrazione del desiderio di questa fetta del mondo femminile di sentirsi davvero tale, più vicine a un mondo in cui la modernità corre veloce, rimanendo pur sempre legate al proprio background culturale e tradizionale.
La moda non ha nulla a che fare con la politica o con la religione. La moda è sinonimo di libertà e indipendenza, di tradizione e innovazione, di legami con il passato e forti desideri di spiccare il volo verso l’alto. La bellezza alla base dell’eleganza e dello stile di una moda pura e incontaminata, nonché personalizzata a seconda della propria identità accomuna donne in Oriente e Occidente. Alla base un unico movente, al di là delle differenze sociali, delle tradizioni, degli usi e dei costumi propri a ognuna di noi.