Nel 2014 è ancora giusto o quantomeno idoneo parlare di razzismo nella tollerante, globalizzata e democratica società occidentale? A quanto pare sì, e i tragici fatti di cronaca che stanno accompagnando in questi giorni la cittadina di Ferguson ne sono la triste conferma.

Missouri, uno Stato diverso dagli altri, pieno centro degli Stati Uniti, ricordo ancora vivido nei non più giovanissimi afroamericani di quella che era la segregazione razziale fino a pochi decenni fa; uno Stato che storicamente anche quando nelle “Grandi Pianure” gli schiavi iniziavano ad essere liberati e la crudeltà proibita per legge, si rifiutava di andare avanti.

Una morte, quella di Michael Brown che non poteva, e non è, passata inosservata in un clima di tensione mai realmente sopito, in una parte della popolazione che non riesce a sentirsi davvero integrata e accettata. Una rapina in un supermarket per rubare una semplice scatola di sigari finita male; probabilmente non si starebbe a parlare di scontri se la stessa vicenda fosse accaduta in un’altra zona del territorio statunitense, se i fatti fossero successi in una grande metropoli e archiviati tra i tanti.

Credits photo: [ www.ibtimes.co ]
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Proseguono gli scontri tra dimostranti e la polizia e scatta un coprifuoco di antica memoria. A St. Louis non si parla altro che del giovane nero ucciso dal poliziotto bianco Darren Wilson. Gli abitanti del luogo per tante sere sono scesi in piazza, ma quelle che partivano come marce pacifiche di protesta, sono finite per diventare violenti scontri tanto da costringere il Governatore del Missouri ad affidare la sicurezza alla Polizia dello Stato togliendola a quella locale.

Credits photo: [ www.independent.co ]
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L’Fbi indaga e la versione dei fatti non sembra coincidere.

Nel video ricavato dalle telecamere a circuito chiuso del supermarket si vede un ragazzo di colore alto con un paio di bermuda e un cappello rosso ( Michael Brown ) in compagnia di un altro giovane. Le immagini mostrano il proprietario del negozio che cerca di fermarlo ed è spintonato.

Dieci minuti dopo, il ragazzo è affrontato dal poliziotto: le autorità riferiscono di una colluttazione durante la quale il giovane avrebbe tentato di strappare la pistola all’agente. Ma altri testimoni raccontano invece che Michael disarmato, ha alzato le mani in segno di resa, ma è stato lo stesso ucciso con “diversi colpi di pistola”.

Scatto catturato dalle riprese della telecamera nel supermarket
Scatto catturato dalle riprese della telecamera nel supermarket

Una verità che tarda ad arrivare, un nervosismo che non si riesce a sopire. Lo spettro del razzismo che si riaffaccia prepotentemente. Mentre le strade in silenzio negli ultimi anni sono state di fatto militarizzate, e ad agenti poco addestrati è permesso di usare armi da guerra in eccesso che il Pentagono non sa più dove collocare dopo il ritiro da Iraq e Afghanistan.

L’opinione pubblica scioccata da quanto visto in televisione in questi giorni ha paura di una preoccupante sospensione dei diritti costituzionali per ciò che sta accadendo a Ferguson. Una sproporzione allarmante tra gli strumenti di difesa attuati e l’effettiva minaccia è apparsa lampante con poche centinaia di persone che manifestavano rabbia e una polizia in assetto da guerra.

Il razzismo è tornato, anzi sembra non essersene mai davvero andato. Nelle scorse ore molti vecchi leader della comunità nera sono scesi a Ferguson. In piazza con loro c’era anche Jack Dorsey, il 37enne cofondatore di Twitter. Con #HandsUpDontShoot”, ha postato su Twitter foto, filmati e commenti durante una giornata di manifestazioni pacifiche.

La polemica continua, il coprifuoco è stato già violato e la soluzione sembra lontana.

[ Credits foto in evidenza: nbcnews.com ]