Da bambini, quando siamo più bisognosi di cure, siamo deboli, vulnerabili, dipendenti dalle altre persone, dagli adulti. Siamo in cerca di amore, di affetto, che però solo raramente viene soddisfatto; non necessariamente per cattiva volontà ma soprattutto perché i nostri genitori non hanno abbastanza tempo, e magari perché a loro volta non hanno ricevuto da bambini abbastanza amore dai loro genitori e non hanno quindi imparato ad amare. E questo ci cambia, ci condiziona. Subentra col tempo una sorta di rassegnazione a tutte quelle ferite, a tutte quelle sofferenze, che viviamo e abbiamo vissuto e che il nostro inconscio registra e archivia. La nostra salute emotiva ne soffre tremendamente, e in età adulta si riversano tutti quei traumi subiti durante l’infanzia; nella nostra prima esperienza con il mondo che non siamo stati in grado di guarire.
“Le ferite emotive sono esperienze dolorose dell’infanzia che influenzano la nostra personalità adulta, chi siamo e il modo in cui affrontiamo le avversità”, spiega la psicologa Lisa Bourbeau. La maggior parte delle volte noi non siamo consapevoli di cosa ci blocchi, di cosa ci faccia provare paura o avere le vertigini, succede tutto a livello inconscio. Questa non consapevolezza, però, ci porta sempre più lontano da una possibile cura: più tempo aspettiamo a guarire queste ferite emotive più si faranno profonde. La paura di rivivere la sofferenza e il dolore di questi traumi ci costringe inevitabilmente ad indossare una maschera che non farà altro che ostacolare i nostri movimenti nella vita. Ed è proprio questo quello che bisogna evitare.
Un modo per superare questo comportamento è, innanzitutto, sapere quali sono queste ferite emotive, e cosa esse comportano nell’età adulta. Eccone alcune nel dettaglio.
Paura dell’abbandono
Quando un bambino – per le più svariate ragioni – nella sua infanzia si è sentito solo, isolato, indifeso di fronte a un mondo nemico, può aver sviluppato dentro di sé una forte paura dell’abbandono. Ne deriva che, quando il bambino abbandonato diventa adulto sarà tormentato continuamente dal terrore di restare solo. Questo comporta che la persona in questione cercherà in tutti i modi di prevenire la sofferenza dovuta da un ulteriore abbandono in età adulta. Come si comporterà? Sicuramente tenderà ad abbandonare per prima le altre persone, come ad esempio un partner, o i suoi progetti, esclusivamente per la paura di dover rivivere la sofferenza legata all’abbandono.
Questa ferita non è facile da accettare, e men che meno da curare, ma le persone affette dalla paura dell’abbandono dovrebbero lavorare sulla loro solitudine, sul timore di essere abbandonati e sul rifiuto del contatto fisico.
Paura del rifiuto
La comparsa di questa paura durante il periodo dell’infanzia è spesso legata al rifiuto da parte dei genitori, della famiglia o entrambi. Questo genera nel bambino una ferita profonda che impedisce, nell’età adulta, un adeguato senso di autostima e di amor proprio. Genera sottovalutazione di sé perché il bambino rifiutato sente di non essere degno né di affetto né di comprensione, e si isola per la paura di provare nuovamente quella sofferenza. Questa ferita emotiva caratterizza le persone schive e sempre pronte ad allontanarsi, a fuggire.
Coloro che ne soffrono dovrebbero innanzitutto lavorare sulle paure interiori e su se stessi, in modo da ritrovare l’autostima e star bene.
L’umiliazione
Quando, negli anni dell’infanzia, ci sentiamo continuamente criticati per le cose che facciamo, scatta quel senso di umiliazione e incapacità che distrugge l’autostima infantile, fino a portare a delle difficoltà nel bambino di coltivare un certo e sano amor proprio. Questa ferita emotiva può avere due diverse conseguenze: da un lato coloro che hanno subito umiliazioni da piccoli possono diventare estremamente dipendenti dalle altre persone, in tutto e per tutto, dall’altro lato invece, può svilupparsi anche un atteggiamento da “tiranni egoisti” come meccanismo di difesa, fino ad arrivare anche a umiliare gli altri come scudo per proteggersi.
Coloro che sono affetti da questo problema dovrebbero lavorare sul loro senso di indipendenza e di libertà, lavorando sulle proprie paure.
Il tradimento
Questa ferita si apre quando un bambino si sente tradito ed ingannato perché le persone vicino a lui, specialmente i genitori, non hanno mantenuto le promesse fatte. La sfiducia che ne deriva si può trasformare in invidia e in altri sentimenti negativi, ad esempio il bambino ha la sensazione di non meritare le cose promesse o ciò che gli altri hanno. Di solito, chi durante l’infanzia soffre di questi problemi, da adulto sviluppa una personalità perfezionista e vuole avere tutto sotto controllo: si avverte la necessità di esercitare un forte controllo sugli altri.
Le persone affette dalla paura del tradimento e dalla mancanza di fiducia dovrebbero lavorare innanzitutto sulla propria autostima, e successivamente sulla possibilità di delegare le proprie responsabilità.
L’ingiustizia
La ferita emotiva dell’ingiustizia ha origine quando chi si occupa dei bambini dimostra di avere un atteggiamento freddo e autoritario, con esigenze esagerate che creano sentimenti di inefficienza e inutilità, sia durante l’infanzia sia quando si raggiunge l’età adulta. Chi da bambino sperimenta questa sofferenza può divenire una persona rigida che non ammette mezze misure in nessun ambito della sua vita. Di solito si tratta di persone con un certo fanatismo per il perfezionismo, che tentano di diventare importanti e di acquisire un certo potere.
Coloro che hanno sofferto e soffrono di questi problemi dovrebbero lavorare sulla mancanza di fiducia e sulla rigidità e chiusura mentale, cercando di diventare più flessibili e di fidarsi degli altri.
“Il primo passo, come per tutte le cose nella vita, è accettare il fatto che le ferite sono una parte di noi, darci il permesso di arrabbiarci e, soprattutto, concederci del tempo per superarle” – Lisa Bourbeau.
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