Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.

Il regista veneto Carlo Mazzacurati si rivolse così a un suo collaboratore, attribuendo alla gentilezza il ruolo di una scelta di vita. E mi è capitato spesso di rileggere questa frase e di essere travolta dai sensi di colpa.

Quante volte un sorriso regalatoci da uno sconosciuto, in metro o per la strada, ci ha risollevato l’umore? Quante volte quel sorriso lo abbiamo fatto noi, godendo in prima persona dei suoi benefici? Ma, soprattutto, quando è stata l’ultima volta che ne abbiamo donato e ricevuto uno?

Sempre, sempre, non lo ricordo”. Così dovremmo rispondere, rispettivamente. Perché gli effetti di un sorriso li conosciamo tutti. Ma stiamo imparando a conoscere anche la sua rarità. Stiamo imparando a sentirne la mancanza.

La gentilezza è il miglior modo per entrare intimamente in contatto con qualcuno, che sia conosciuto o sconosciuto. È uno strumento in grado di declassare problemi, stress, ansia. È un espediente utilissimo per sentirsi meno soli. E quando lo si è, di fronte alle quotidiane occupazioni, ci si dimentica che si è nel mondo tutti per lo stesso obiettivo: vivere degnamente. E la gentilezza è stracolma di dignità.

Ma come ogni cosa, anche questa va allenata. E se da qualche parte si deve partire, meglio ripartire da se stessi. Esplorarsi, ascoltarsi, analizzare i proprio stati d’animo, capire cosa può farci stare meglio: così si riparte. E dopo? Dopo saremo così pratici con le emozioni, che sentire quelle degli altri sarà semplice e spontaneo.

Perché si entra in empatia (dal greco εμπαθεία, composta da en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sentimento), attraverso piccoli gesti. E quei piccoli gesti possono influire positivamente su tutta la nostra vita, sulla salute, sull’amore.

Empatia e salute

Essere gentili, educati e altruisti rende felici e fa bene alla salute. Agire con gentilezza, infatti, aiuta a secernere serotonina, il noto ormone del buon umore, che a sua volta riduce stress e ansia, migliora il nostro sistema immunitario e interviene sul controllo dell’appetito e, dunque, sul peso corporeo.

E dal momento che parliamo di emozioni, il suo principale filtro e nostro secondo cervello, il cuore, dotato di più di 40.000 neuroni, si lascia influenzare da sentimenti positivi come altruismo e compassione, riducendo considerevolmente lo stress fisiologico causato, invece, dai sentimenti negativi.

Gentilezza e amore

In un rapporto di coppia sono fondamentali molte cose: passione, realizzazione personale, chimica e geografia. Ma una cosa, secondo John Gottman, professore di Psicologia all’Università di Washington, conta più di tutte: la gentilezza.

Il suo ultimo studio, pubblicato sulla rivista The Atlantic, si è concentrato particolarmente sulla ricetta dell’amore durevole, basata sull’osservazione delle dinamiche di coppia, per un lasso di tempo di sei anni.

Secondo l’analisi di Gottman, le coppie separatesi durante questo periodo, hanno risposto negativamente (con un esiguo 30%) al test di empatia e gentilezza. Si parte così da un semplice “grazie”, fino ad arrivare alle premure più dolci, quelle che spesso sono etichettate come inutili smancerie, ma che, come dimostra lo studio, sono i pilastri su cui fondare una relazione duratura. Perché, care signore, è proprio vero che a far brillare non sono i diamanti, ma le attenzioni.

Vivere con gentilezza è una scelta. Vivere con gentilezza è un modo di fare bellissimo. E bellissimo può diventare il mondo, se tutti mettessimo da parte la competizione e ci aprissimo alla condivisione.Scegliamola, sempre.