L’idea di un reboot di Ghostbusters, mitica saga sugli acchiappafantasmi, gira nei corridoi di Hollywood da tempo, ma soltanto pochi mesi fa la sconvolgente rivelazione: il film si sarebbe fatto ma con un cast tutto al femminile. L’intuizione, di per sè brillante e innovativa, sul momento ha deluso non poco i fan più “integralisti”, ma la presenza di attrici comiche del calibro di Melissa McCharty (la Sookie di “Una mamma per amica”) ha puntato i riflettori e acceso la curiosità sulla pellicola.
Il remake- reboot senza girare troppo attorno, funziona ma non a pieno. Il film è gradevole, buona la recitazione delle protagoniste, brillante qualche scenetta, e azzeccata la presenza del “belloccio” Chris Hemsworth (il Thor della Marvel), a ribaltare lo stereotipo della segretaria donna assoggettata e servizievole. Ma difficile dare un giudizio molto alto, quando usciti dalla sala la sensazione è quella di aver assissistito a qualcosa di profondamente diverso dalle attese.
Le musiche ci sono, i simpatici vestiti da acchiappafantasmi pure, così come la mitica auto e l’atmosfera giocosa, ma questo Ghostbusters al femminile cerca di scavare nel profondo provando a raccontare lo stato d’animo di queste donne buttate in un universo così strano e differente da quello a cui sono abituate. Coniugare un mestiere così difficile con la propria vita non è infatti facile, e così nella pellicola sono mostrati non solo i lati ironici ma anche i risvolti più concreti e del tutto trascurati nei film originali.
Lo sforzo di distaccarsi almeno in parte, pur non riuscito pienamente, è lusinghiero, e il film scorre abbastanza piacevolmente senza dover a tutti i costi gridare alla “profanazione” di un mito.
Credits Foto: Scena tratta da Ghostbusters 3d di Paul Feig, fotografia pellicola di Robert D. Yeoman.