«Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario», scriveva François Truffaut, dopo essere stato ospite del Giffoni Film Festival nel 1982. Lui, che spesso mise al centro del suo cinema l’infanzia e l’adolescenza, già allora intuì con lungimiranza quello che oggi è un dato di fatto. Anteprime di prestigio, grandi ospiti italiani e internazionali, oltre tremila ragazzi che ogni anno arrivano da ogni parte del mondo per guardare, giudicare e discutere delle migliori produzioni mondiali “teen & family”, decine di eventi che durante l’anno portano il marchio Giffoni in giro per il mondo. Questo è il presente del Giffoni Experience, il festival per ragazzi numero uno al mondo. Ma non è certo stato sempre così. Vale la pena tornare indietro, al punto di partenza della sua storia, per apprezzare quello che oggi è il fiore all’occhiello della cultura italiana, non solo cinematografica. A fare una storia, piccola o grande che sia, sono sempre gli uomini. E anche la storia del Festival di Giffoni è opera di un uomo: Claudio Gubitosi. Fu lui, diciottenne, insieme ad un gruppo di amici, a fondare nel 1971 un evento che in più di quarant’anni è diventato un punto di riferimento internazionale del cinema per ragazzi.

Claudio Gubitosi / Photo Credit: Repubblica.it
Claudio Gubitosi / Photo Credit: Repubblica.it

La strada da percorrere non fu certo sempre in discesa. Prima dei successi ci sono stati sacrifici, sudore, difficoltà. Perché le idee quanto più sono folli e visionarie, più impiegano tempo e risorse per essere realizzate e, soprattutto, per essere comprese. All’epoca Giffoni Valle Piana era una piccola realtà di appena 12mila abitanti lontana dai grandi attrattori turistici della regione. Un ambiente povero di iniziative culturali che il giovane Gubitosi cerca di stimolare e rivitalizzare creando qualcosa di speciale: un festival di film. E non film qualunque, ma pellicole destinate ai più giovani che allora erano una rarità, se non per qualche cartone targato Disney. Come se questo non bastasse a rendere l’idea di Gubitosi “rivoluzionaria”, a giudicare e premiare quei film fu chiamato lo stesso pubblico a cui erano rivolti: bambini e ragazzi. Gli inizi sono duri. Le risorse sono esigue e di soldi nemmeno l’ombra. Le primissime edizioni vengono allestite “saccheggiando” gli archivi delle distribuzioni italiane alla ricerca di film adatti da proiettare. Le location vengono improvvisate: bastano una piazza, qualche traballante scenografia e un proiettore. Ma le cose cambiano presto. Gubitosi & Co. indirizzano il loro sguardo a quello che succede in Europa, oltre la cortina di ferro che divide est e ovest, e iniziano ad arrivare tanti film russi, tedeschi e scandinavi. Giornalisti e produttori cominciano a interessarsi all’evento, affascinati e incuriositi da quella che definiscono la “giuria in calzoni corti” (che all’epoca erano decisamente di moda).

Francois Truffaut a Giffoni nel 1982/ Photo Credit: Repubblica.it
Francois Truffaut a Giffoni nel 1982

Negli anni ’80 il festival cresce e si apre a nuove direzioni. Le pellicole ormai arrivano da ogni angolo del globo. E non si tratta solo di favole a lieto fine, ma anche di storie reali che affrontano tematiche controverse che fanno riflettere e attraverso le quali mettersi in discussione. Sono questi gli anni della svolta. Del debutto da protagonista di Serie A nel mondo della cultura italiana. Una svolta che porta un nome e un cognome: François Truffaut. Il grande regista della Nouvelle Vague segna una pietra miliare nella storia di questo festival. E inaugurando la tradizione delle “visite”, trasforma quello che era cominciato come una piccola rassegna in un paesino sconosciuto dell’entroterra salernitano in un evento di proporzioni internazionali. Giffoni diventa “grande”, acquista prestigio e autorevolezza. E il mondo finalmente si accorge della sua esistenza. Dopo di lui, negli anni, arriveranno le più amate star nazionali e internazionali, grandi cineasti e personalità autorevoli della politica e della cultura, che con semplicità e umiltà si prestano al confronto con i ragazzi.

Will Smith testimonial del Giffoni a Hollywood
Will Smith testimonial del Giffoni a Hollywood / Credit Photo: ph. tiziano marcoccia

Dalle primissime edizioni ad oggi è cambiato tutto, compreso il nome della kermesse che da festival è diventato Giffoni Experience: un’esperienza totalizzante che abbraccia cinema, musica, teatro, arte, e che non si limita ai dieci giorni dell’evento di luglio. L’energia e l’entusiasmo del Giffoni si propagano infatti per tutto l’anno con il progetto Movie Days e tutta una serie di attività speciali che “esportano” il brand oltre i confini regionali e nazionali con lo scopo di mostrare a un numero sempre crescente di ragazzi la bellezza e la magia di un cinema fatto su misura per loro. Hollywood, Australia, Brasile, Qatar. Sono solo alcune delle tappe del lungo viaggio che ha portato l’idea vincente del Giffoni nel mondo. Territoriali per nascita, internazionali per scelta. Questa la ricetta dell’inarrestabile successo di una realtà che guarda alle sfide future con ottimismo e fiducia. Da associazione no profit il Giffoni Experience si è trasformato nei giorni scorsi in Fondazione. Ma la vera scommessa dei prossimi anni sarà la realizzazione della Giffoni Multimedia Valley. Un altro grande sogno firmato Claudio Gubitosi che inizia nel 1997, anno in cui viene posata la prima pietra della Cittadella del Cinema. I lavori che partiranno nell’autunno del 2014 dovrebbero essere completati entro il 2016. Il progetto (il cui costo si aggira intorno ai 30 milioni di euro) è quello di una grande area della creatività e della cultura, la più grande del Sud Italia con i suoi 160.000 mq, capace di concentrare in un unico grande spazio le strutture più moderne ed efficienti dedicate all’intrattenimento culturale, alla produzione audiovisiva e non solo. Nella nuova cittadella sorgeranno anche spazi di accoglienza per i giovani giurati, la nuova cineteca regionale dedicata al cinema per ragazzi e laboratori in cui studenti di ogni parte del mondo potranno condividere esperienze formative all’insegna della cultura, della creatività e dell’arte.

Il progetto della Giffoni Multimedia Valley / Credit Photo: Giffoni Film Festival
Il progetto della Giffoni Multimedia Valley

Tralasciando le importanti ricadute economiche e occupazionali che il progetto avrà sul territorio, l’obiettivo principale è fare di questo sogno un centro di gravitazione dell’universo giovanile, un luogo in cui riversare e da cui propagare la loro energia, un posto sicuro in cui i ragazzi avranno la possibilità di esprimersi e di mettersi in gioco. «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario», scriveva François Truffaut nel 1982. Trent’anni dopo, non possiamo non essere più d’accordo.

[Credit Photo Cover: Giffoni Film Festival]