Dramma dell’immigrazione un razzismo latente che cresce nella rabbia repressa di chi in un momento di crisi che si protrae ormai da anni si sfoga pensando che la colpa della disoccupazione e della povertà di un Paese possa essere data a chi arriva dal mare, a chi scappa dagli orrori della guerra.

La Lega Nord torna ai massimi storici, i centri di accoglimento al Sud sono sempre più insufficienti, mentre l’Europa bacchetta l’Italia incapace di gestire bene i fondi stanziati per l’immigrazione.

Credits photo: [obiettivoreportage.info]
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Ma una piccola grande storia illumina le ormai martoriate coste siciliane, un lampo di umanità accende la bellissima vicenda del giovane siriano Hamiad, che ha salvato una neonata dalle fauci del mare e l’ha ribattezzata Haya, che in arabo vuol dire “vita”, dandole una seconda possibilità.

Haya, nelle prime immagini scattate dai giornali, sta bene e dorme serenamente tra le braccia del suo salvatore. Un “gigante buono” come detto che non molla neanche per un attimo quella che è diventata la sua bimba.

Credits photo: [lasicilia.it]
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Seduto sul ponte della nave della Guardia Costiera Fiorillo, appena attraccata nel porto di Augusta, Hamiad ha ricostruito tramite una traduttrice le fasi drammatiche del naufragio e del salvataggio dell’equipaggio: “Quando il barcone si è rovesciato l’ho vista galleggiare su un pezzo di legno, l’ho subito afferrata prima che annegasse e non l’ho più lasciata fino a quando non sono arrivati i soccorsi”.

Il comandante della nave, il tenente di vascello Giuseppe Maggio, ha subito aiutato l’uomo insieme ai colleghi presenti sull’imbarcazione, fornendo poi latte in polvere e pannolini per la bimba: “Ho una figlia della stessa età e prima di partire ne ho fatto una scorta per un’eventualità come quella che si è presentata”. Mentre parla ai cronisti presenti la piccola dorme serena.

Insieme alle forze dell’ordine, 348 dei 364 superstiti del naufragio, ma nessuno di loro ha riconosciuto la bimba. La speranza è che la mamma o il padre della piccola siano tra loro, ma più passa il tempo più si alza la paura che sia diventata orfana. Ed allora è proprio Hamiad il primo a farsi avanti: “Sono stato io a salvarla e adesso non intendo lasciarla da sola. Se non si trovano i suoi parenti chiederò di adottarla… ».

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La storia bellissima del “Gigante buono” e della piccola vissuta due volte, uno schiaffo morale a chi crede che gli immigrati siano “favoriti” dalle loro condizioni e siano aiutati da uno Stato che non riesce ad aiutare invece un italiano in difficoltà. La bimba ha sofferto più di quanto fosse immaginabile, ma è bello pensare che proprio nella tragedia abbia trovato l’affetto vero di un nuovo papà.

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