Imbattersi in un libro che tratti di politica senza diventare pesante e troppo tecnico durante la lettura è molto raro, trovarne uno poi che in un momento di sovraesposizione come quello che da mesi sta vivendo Matteo Renzi, riesca a far parlare di sè distinguendosi, lo è forse ancora di più.
Gionata Moscoloni, renziano della prima ora, uno che la “Leopolda” l’ha vissuta dall’inizio, da fenomeno di nicchia di quella che allora era considerata una minoranza strana e destinata a scomparire all’interno del Partito Democratico, di quella corrente “rottamatrice” che adesso minoranza non è più e che ha cambiato radicalmente il concetto di sinistra. Moscoloni prova a sintetizzare tutto questo nel suo “#Cronoscalata di Matteo Renzi. Dalla Leopolda a Palazzo Chigi” e lo racconta a “Il Giornale Digitale”.
Com’è nata l’idea di cimentarsi in un libro su Matteo Renzi? (Impresa non facile tra l’altro in un periodo in cui vista la sua sovraesposizione potrebbe risultare controproducente ).
L’idea di un qualcosa in questo senso parte da lontano. Le prime pagine del mio lavoro nascono infatti nel cortile esterno della stazione Leopolda. E più precisamente nell’edizione che per noi appassionati del tema resterà “la Leopolda” e cioè nell’ottobre 2012. Sentivo il bisogno di dover lasciare una testimonianza di quella stagione straordinaria, che io come tanti altri ragazzi in Italia avevo vissuto e sto vivendo ancora oggi in prima persona. Così, solo dopo il sostegno di diversi amici, Stefano Cianciotta e Francesco Clementi su tutti, che ringrazio e saluto, ho deciso di rimettere in ordine e dare un senso compiuto ai ritagli di vita vissuta e di emozioni che custodivo gelosamente nel mio iPad. Come ho già detto, il mio non è un articolo di un cronista o l’opinione di un giornalista, il libro è un racconto di chi Matteo Renzi lo ha seguito gettando il cuore oltre l’ostacolo, affiancandolo, con le dovute proporzioni, al percorso di un amministratore locale che ha sposato il progetto di Matteo, quando nel PD, diciamo, non era così di moda. È tutta qui, secondo me, la forza del mio lavoro.
Recensioni molto lusinghiere hanno accompagnato ” La #Cronoscalata di Matteo Renzi. Dalla Leopolda a Palazzo Chigi”. Si sarebbe aspettato questo successo?
Onestamente no. Ma ad essere onesti non mi sarei aspettato nemmeno di riuscire a terminare e quindi pubblicare questo lavoro. È stato un piccolo sogno che si è realizzato. Tanto bello quanto inaspettato.
Quanto bisogna conoscere Matteo Renzi per poter davvero capire quanto stia influenzando la politica italiana?
Più che conoscerlo bisogna amarlo. Matteo è un leader, vero, ed essendo tale non permette le mezze misure. O si ama o si odia. Ma va amato e conosciuto a fondo per riuscire a capire la portata della sua impresa. Che secondo il sottoscritto resta titanica.
A tal proposito lei sembra conoscerlo abbastanza bene. Tra l’altro il suo percorso di crescita personale ha molti aspetti in comune con l’attuale Premier; dalla formazione giovanile negli scout, all’amore per la tecnologia e la comunicazione nei social. Lei insomma ha sempre seguito Renzi con interesse. Cosa vuol dire essere renziani della prima ora? E quanto quelli che, come lei, erano presenti fin dalla prima Leopolda, riescono ad accettare realmente l’apertura talvolta più che eterogenea verso ambienti ed ideali politici un tempo molto ostili a quello renziano?
È una domanda veramente interessante. I renziani della prima ora sono semplicemente quelli che scelgono con il cuore. Prima scelgono, poi ragionano. Perché quando il cuore sceglie la testa lo segue. Sono coloro che non volevano e non vogliono chiedere permesso. Sono quelli disponibili a fare un passo avanti e non mezzo passo indietro. In politica, come nella vita. Per quanto riguarda la convivenza attuale a volte forzata, con ambienti inizialmente ostili ai nostri, non nascondo che a volte è complicato trovare una sintesi. Ed a volte è difficile riuscire a far sì che tali ambienti non sovrastino quello realmente renziano ed innovativo nelle realtà locali. La scommessa del PD nei livelli comunali e regionali deve essere questa.
Ha in progetto la scrittura di un nuovo libro?
Per il momento mi concentro nella promozione di questo. Non sono un autore professionista, nè un giornalista o deputato, quindi è dura riuscire a far conoscere il libro in tutte le realtà d’Italia. Ma sono testardo e sto riuscendo nell’impresa. Poi chissà. Tendo a non escludere mai nulla nella vita.
Dovendo scegliere una sola frase, cosa vorrebbe poter dire a Renzi in questo momento?
In questa Italia dominata dalla “violenza” imperante dei Grillo e dei Salvini, vorrei ripetergli di andare avanti, perché per ogni persona chiassosa che critica, ce ne sono decine silenziose che sperano nella sua riuscita. E vorrei dirgli ciò, con la citazione di Martin Luther King con la quale ho chiuso il mio lavoro, “solo quando è buio riusciamo a vedere le stelle…”
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