Un Giorgio Galimberti super impegnato quello che rilascia l’intervista a “Il Giornale Digitale”. Compiuti da poco 38 anni, il tennista milanese ( ma ormai romagnolo d’adozione a tutti gli effetti ), porta avanti il progetto della sua “San Marino Tennis Academy” e si è prestato negli ultimi anni alla tv da opinionista tecnico con risultati più che apprezzabili.
Per chi non lo conoscesse, Galimberti rappresenta un esempio di abnegazione e attaccamento alla maglia azzurra; tra i più presenti in Davis, insieme a Bracciali ha formato quella che è stata la coppia di doppio più solida e vincente del tennis maschile italiano moderno. Molto amico del coach Barazzutti, è rimasto attaccatissimo all’ambiente ed in questi giorni da collaboratore è al fianco della Nazionale a Ginevra per il difficilissimo match di semifinale di Coppa Davis contro la temibile Svizzera di Roger Federer.
Come sta vivendo l’esperienza alla “Tennis Academy San Marino”?
Il passaggio da giocatore ad allenatore è sicuramente un passaggio abbastanza drastico, però anche fisiologico perchè prima o poi un giocatore deve far fronte ad un cambio di direzione della propria carriera. Io ho iniziato piano, ho preso una sorta di anno sabbatico guardandomi in giro, iniziando a collaborare con altri allenatori per aiutare le squadre agonistiche; di lì in poi sono arrivati dei risultati ed è arrivata l’occasione di San Marino parlando con Cristian Forcellini, Presidente della Federazione sammarinese; c’era una buona struttura ma c’era solo una scuola tennis di base. Abbiamo costituito la “San Marino Tennis Academy”, ed è venuta fuori un’accademia che si può considerare di primo livello.
Ed i risultati stanno arrivando, basti pensare a Gioa Barbieri…
Gioia non è più da noi, adesso è andata in America, ma l’abbiamo presa che era 480 del Mondo, e l’abbiamo lasciata dopo pochi mesi che era 170. Grazie a noi è riuscita ad andare oltre, ha raggiunto un livello tale da aver bisogno di un servizio più personale, cosa che non gli potevo più garantire da Direttore dell’Accademia perché devo avere occhi un po’ su tutto. Oltre a Gioia Barbieri abbiamo tanti giovani che vincono a livello internazionale, basti pensare a Marco De Rossi, a Bertuccioli, Grassi o la Kovalets, tennista che è arrivata apposta dall’Ucraina per allenarsi da noi, 19 enne in crescita. L’Accademia insomma sta andando molto bene; abbiamo costruito tre campi nuovi ma con tutte le richieste che stanno arrivando stiamo pensando di dover costruire altri campi. In fin dei conti i buoni risultati sono la pubblicità numero uno.
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Si è approcciato alla tv da opinionista tecnico. Vede nel suo futuro questa strada?
No, non è nei miei progetti. Una bella esperienza ma non la vedo nel mio futuro. In questo momento sono a Ginevra come collaboratore di Barazzutti; il mio sogno è diventare capitano di Davis e fare crescere la “San Marino Tennis Academy” facendola diventare un Accademia di stampo Usa, in cui all’interno ci sia dal tennis, all’atletica, alla possibilità di studiare.
Sono un “uomo di campo”, mi piace definirmi così.
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In questi giorni è a Ginevra appunto. Come vede questa semifinale in teoria proibitiva?
Non c’è dubbio che sia proibitiva ma non si parte mai battuti nello sport. Bisogna allenarsi e prepararsi al meglio, poi è ovvio il campo darà la risposta più corretta. Sicuramente avremo bisogno di un “aiuto” dalla Svizzera, di un Federer o di un Wawrinka fuori forma, perchè se dovessero giocare al loro meglio come si suol dire “carta canta”.
Il gruppo è unito e compatto, i ragazzi pronti e si sono meritati questo match comunque sia il risultato finale.
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