La fotografia dell’occupazione scattata dall’ Istat lo scorso giugno non è rincuorante: la disoccupazione giovanile è oltre il 44%. A sei mesi dalla entrata in vigore del Jobs Act la situazione del mercato del lavoro italiano anziché migliorare registra addirittura un segnale di recesso: gli occupati tra i 15 e i 24 anni sono circa 22 mila in meno rispetto all’anno scorso. Le cause? Di sicuro la crisi economica.
Ma possibile che l’economia fatichi in questo modo a riprendersi? La verità è che i motivi dell’attuale impasse non si fermano soltanto alla semplice recessione: l’Italia è un paese che fatica ad arginare i grandi cambiamenti sociali, demografici ed economici. Senza considerare il fatto che il mercato del lavoro non si rende certo troppo accessibile a chi termina gli studi: è tutto un rendez vous tra tonnellate di curricula, gavetta (quasi sempre non retribuita) e contratti a progetto che finiscono con il rendere il lavoratore una pallina di ping pong tra un impiego e l’altro, con una prospettiva di crescita e guadagno talmente ridicola da impedire di fare progetti. Per un futuro che, rispetto agli altri paesi d’Europa, arriva con pesante ritardo. O forse mai.
I giovani italiani, anche quelli più qualificati, sono oggi pessimisti e rinunciatari: il loro primo pensiero è, naturalmente, il proprio stipendio e rendersi conto a studi terminati della difficoltà di raggiungerne uno che sia dignitoso, rende demotivati e senza prospettive. In parole povere: più resti disoccupato e più diventi pessimista. E più sei pessimista, meno ti interessano la politica e i problemi sociali, perché il sentimento automatico sarà quello che prova chi sa di non potere cambiare in alcun modo le cose.
Questa forma mentis, in parte indotta dal mercato e in parte assorbita in eccesso da chi è senza impiego, rappresenta la tomba di tutti i progetti ambiziosi che si nutrono quando si è studenti.
Ma le storie che fioriscono in tempo di crisi non sempre si tingono di colori funesti: la staticità del mercato del lavoro, tra i suoi effetti collaterali, ha la capacità di stimolare l’ingegno e la creatività.
Ciò, ovviamente, interessa solo la minor parte della popolazione, ovvero quella che resta con le antenne alzate anche quando tutto va in malora. Ed è proprio in un periodo come quello attuale che sono nate decine e decine di nuove figure di lavoro, nella maggior parte dei casi autonomo, che permettono alle persone di riappropriarsi di\ ideali, prospettive e guadagni. La possibilità di usufruire di un mezzo potentissimo come Internet ha permesso a individui, spesso senza referenze particolari, di inventare dal nulla occasioni e mestieri. E se è vero che tutto oggi passa per il web, bisogna considerare l’opportunità di sfruttarne il potenziale.
La storia di Marie Zamboli riguarda da vicino un po’ tutti e accende la speranza in chi, nel 2015, non ha ancora un impiego. Nonostante gli studi in lingue ha intrapreso, in principio per diletto, la professione di blogger di moda, beauty e lifestyle.
Il tuo blog, www.mariezamboli.com, è molto seguito: quando e come hai deciso di iniziare questa nuova avventura?
E’ nato tutto per gioco: in passato utilizzavo molto Facebook e condividevo immagini come faccio oggi su mio Instagram. Ricevevo parecchi feedback positivi, così molte ragazze mi chiedevano di postare i miei look per vedere i miei abbinamenti e gli accessori. Da lì è nato tutto.
Credi che aprire un blog di successo sia alla portata di tutti?
E’ molto bello essere presenti sul web ogni giorno ed essere al contempo se stessi: se poi tutto questo viene apprezzato anche da altre persone perché fonte di ispirazione ben venga.
Dopo quanto tempo hai avuto i primi ‘frutti’?
Le prime vere collaborazioni, quelle importanti che ti procurano visibilità e ‘sostegno’, sono venute dopo un anno.
Spesso per lavoro si intende il recarsi nello stesso luogo fisico ogni giorno; come si compone la tua giornata lavorativa?
La mia giornata si compone di molti shooting fotografici. Naturalmente passo tanto tempo a leggere i commenti sul mio blog e su Instagram perché mi interessa molto il contatto coni lettori e il loro parere su quello che faccio. Rispondo sempre alle loro domande in direct su Instagram, in modo che ci sia un continuo scambio tra me e loro. Per fare questo lavoro bisogna essere sempre alla ricerca di nuove tendenze, da cui sentirsi ispirati e grazie a cui ispirare.
Che consigli da una blogger di successo come te a tutti i giovani che oggi sono senza impiego?
La cosa più difficile è avere le idee chiare sulla propria direzione; quello che mi sento di consigliare è di restare fedeli a se stessi e seguire il proprio istinto. Di solito in questo modo dovrebbe venire fuori qualcosa di buono.
[ Fonte Cover: www.mariezamboli.com ]