Applaudito e pluripremiato alla 65esima edizione del Festival di Sanremo, Giovanni Caccamo di strada ne ha fatta da quando cantava al coro dell’Antoniano di Bologna. Polistrumentista, compositore e autore, vj e conduttore televisivo, Giovanni vanta un background di esperienze di rilievo, acquisite con spirito di intraprendenza e un immancabile tocco di fortuna. Ricorda con un sorriso l’incontro – non casuale – con Franco Battiato e quella lieve sfrontatezza che gli è valsa il salto di qualità. “Per avere la produzione di Franco Battiato mi sono trasformato in stalker. Due anni fa seppi che lui era in vacanza a due passi da casa mia, a Donnalucata. Mi appostai fuori casa sua e quando apparve gli diedi il cd. Mi disse che lo avrebbe ascoltato. Io pensai che non mi avrebbe mai richiamato e invece il pomeriggio mi chiamò e mi diede appuntamento per l’indomani in spiaggia“, raccontava prima di Sanremo 2015 ai microfoni di Adnkronos. Da quel giorno una escalation. Il brano L’indifferenza prodotto da Battiato, l’apertura delle sue date live, e la collaborazione del cantautore catanese alla realizzazione del brano che è valso a Giovanni la vittoria alla kermesse sanremese – Ritornerò da te – primo singolo estratto dall’album Qui per te, il cui Tour inizierà da Bologna il prossimo 27 Maggio, proseguirà al Parco della Musica di Roma il 29 Maggio, per percorrere poi l’intero stivale fino alla sua amata Sicilia.
Non tutti ricordano Giovanni Caccamo dietro lo pseudonimo di “Joe” alla quarta edizione di X Factor che lo ha visto perdere prima ai Bootcamp e poi alla sfida d’ingresso. Una fortunata sconfitta quella subita al noto talent di casa Sky, dato che è valsa a intraprendere a passo sicuro la strada della cantautorialità, che oggi vale a Giovanni un plauso generale e un’identità artistica che farà parlare a lungo di lui. Forte dell’etichetta discografica che lo annovera al fianco di nomi quali Andrea Bocelli e Malika Ayane, la Sugar, Giovanni Caccamo vive il suo momento d’oro e ha sete di musica: “spero di continuare a farla il più a lungo possibile“, ha dichiarato nell’intervista rilasciata per Il Giornale Digitale.

Hai vinto Sanremo Giovani, ma non sei un “giovane” nella musica, almeno non per curriculum. Come ti fa sentire avere già alle spalle a soli 24 anni un background di successi ed esperienze di spessore? È più l’entusiasmo e l’emozione o più il senso di responsabilità e l’ansia di non voler deludere?
Certi percorsi è difficile gestirli. Io ho sempre fatto in modo che qualcosa si concretizzasse, al di là di quanto all’esterno venga percepito. Io ho fatto del mio meglio e sono contento di aver lottato tanto, ma di aver anche raccolto tanto. Significa che la tenacia vince.
Com’è iniziato tutto?
Tutto è iniziato da un coro all’Antoniano fatto a sei anni. Piano piano ho capito che un semplice coro poteva trasformarsi in un corso di chitarra, poi un corso di canto e via via verso una formazione sempre più specifica, fino ad arrivare qui dove sono oggi.
Se non fosse capitato quel famoso incontro con Franco Battiato nella spiaggia di Donnalucata pensi che le cose sarebbero andate diversamente?
In generale, da qualche parte la mia passione per la musica mi avrebbe fatto venire fuori. Battiato è stato sicuramente un catalizzatore e lo ringrazio tanto.
Ti senti soddisfatto di come stanno rispondendo le vendite del tuo album alla vetrina sanremese?
CD se ne vendono pochi, ma questo vale per tutti. Sono molto contento per il riscontro che sto avendo. Credo che l’industria discografica a breve si trasformerà in qualcosa di diverso. Riuscire a recuperare le spese di un progetto musicale attraverso le vendite di cd è complesso. Ci sono i concerti, ci sono le partnership, altre vie per ripagare i propri sforzi musicali.

Hai ideato un format – Live at home – che ti ha portato in giro per 54 appartamenti in Europa ad offrire in regalo la tua musica dal vivo. Chi ti ha suggerito questa idea e quanto ti ha donato in cambio questa esperienza itinerante?
È stata una mia idea. Un’occasione splendida per incontrare storie e persone diverse. Per chi scrive musica incontrare storie è la risorsa più grande e per me è stata un’opportunità enorme. Ancora oggi sono in contatto con alcune delle persone che mi hanno ospitato.
Il tuo rapporto con la musica come potremmo definirlo? A me viene in mente altruista e intimo
Io lo definirei autentico.
Con Malika condividi un premio della critica “Mia Martini” e un’etichetta indipendente importante, la Sugar. Quanto conta l’etichetta alle spalle di un cantante nel suo percorso artistico? Conta solo nel determinare le scelte di mercato o contribuisce a definire un’identità artistica del personaggio e una profilazione di coloro che andranno poi ad ascoltarlo?
L’etichetta è fondamentale. L’etichettà è una famiglia. Si appartiene a un complesso di valori e un modo di far musica che ti distingue. Io la Sugar la sento più mia per quello che faccio e sono orgoglioso di far parte di questa famiglia.
Giovanni non canta alla massa ma ad ascoltatori dall’orecchio sensibile ed educato. Ti ritrovi in questa descrizione?
Io canto perché sento il bisogno di comunicare qualcosa. Chiunque abbia voglia di ascoltarmi per me è il benvenuto. Non discrimino il pubblico di ascoltatori. Per me è un piacere accogliere tutti all’ascolto della mia musica.
Il duetto internazionale che sogni per il tuo futuro dov’è e con chi è?
Ne sogno più di uno, ma tra gli altri certamente Stromae.

Per chi vorresti essere paroliere?
Sicuramente Andrea Bocelli.
Il commento ricevuto a posteriori dell’esperienza sanremese che più ti ha segnato costruttivamente di chi è stato e cosa diceva?
Sai, non ne ricordo nessuno in particolare. Ho dei vuoti quando penso a quella settimana. Non è tutto molto chiaro (ride, ndr.)
C’è una sfida che ti imponi nella tua carriera? Qual è, se si può dire?
Continuare a fare musica per quanto più tempo possibile. Ma la sfida che mi impongo realmente è rimanere sereno e aderente alla realtà.
Grazie a Giovanni Caccamo da Il Giornale Digitale