Giuseppe Garozzo Zannini Quirini, il Conte protagonista dell’ultima stagione di “Masterchef” è una persona molto disponibile e cordiale, al contrario di quanto possa far trasparire quel cognome importante e quello status per cui è stato tante volte scherzosamente preso in giro dai tre giudici del programma. Super impegnato tra ospitate e progetti scaturiti dal successo che è riuscito a raccogliere diventando uno dei personaggi più amati del programma, ha trovato il tempo per raccontare la sua piccola-grande avventura a “Il Giornale Digitale”.

Credits Photo: [sky.it]
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Come si definirebbe per presentarsi a chi non l’avesse conosciuta guardando “Masterchef”?

La definizione che darei la rubo dalla mia pagina pubblica di Facebook ed è di mia figlia: “Vivace, intelligente, colto e curioso, con una straordinaria passione per i grandi vini e il cibo di alta qualità”. Aggiungerei “romantico, spesso troppo severo e intransigente”.

Che esperienza è stata poter partecipare ( ed esserne uno dei grandi protagonisti in questa stagione? )

L’esperienza di “Masterchef” è stata la più bella favola che potessi vivere alla mia età. Dura, anzi durissima dal punto di vista psico-fisico, ma capace di darmi emozioni incredibili.

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In che modo è cambiato il suo approccio alla cucina da quando è tornato alla “normalità”?

È profondamente cambiato in quanto all’aspetto intimo, familiare, ora si affiancata la necessità di dare, di donare, qualcosa di sempre più elevato anche stilisticamente parlando.

Con quali concorrenti ha stretto un rapporto più intenso, e crede che continuerete a frequentarvi anche all’infuori del programma?

Essendo il “vecchietto” della trasmissione ho legato un po’ con tutti. Certamente, oltre Arianna, credo di essermi legato maggiormente ad Amelia, Gabriele, Carmine e Filippo con i quali, anche per ragioni geografiche, riesco a vedermi più facilmente.

Scherzosamente il suo status di Conte l’ha vista protagonista divertente di molte gag con i giudici, in particolare Cracco; ricorda qualche momento?

Beh, a dire il vero ricordo ogni singola provocazione che oggi riesco a vedere dalla giusta angolazione e della quale non cambierei alcuna caratteristica. Ce n’è una, però, che non è stata neppure trasmessa ma che mi fece sorridere anche in quei momenti di gara così convulsi e fu quando Cracco mi disse che mi vedeva in difficoltà perché ero costretto a lavorare senza i miei filippini!

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Abbina alla sua passioneper il cibo e la cucina quella per i vini; svolge parallelamente alla sua attività lavorativa quella da sommelier. Le andrebbe di raccontare questa passione?

Questa passione parte da lontano, a metà degli anni ottanta, quando, seppur astemio, vengo incuriosito dal fascinoso atteggiamento di un mio carissimo amico e mio personale Virgilio nei confronti del vino. Cosicché per la nota curiosità che mi ha sempre spinto a voler conoscere e capire, mi son trovato a iniziare il corso in AIS e a diventare sommelier proprio come Bruno. Da allora non mi sono più fermato e, anzi, devo proprio al vino l’aver scatenato il necessario incontro d’amore anche con la cucina.

In che misura ritiene sia cambiata la sua vita? Che sensazione ha quando adesso la gente la ferma per strada o la cerca sui social network per complimentarsi e per poter interagire con lei?

La mia vita credo e spero non sia cambiata e non cambi. Certo, essere oggetto di tantissimo affetto spontaneo e vivace, ti disorienta è inevitabile. Ma la gioia che ne deriva mi sta dando un nuovi stimoli e nuove ragioni per continuare a coltivare le mie passioni e a essere assolutamente me stesso. E credo sia proprio questo mio modo di essere, presente e disponibile, vivace e chiacchierone, il segreto della mia popolarità.

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