Oltre un milione di spettatori su Sky Atlantic HD e Sky Cinema1 HD per i primi due episodi andati in onda martedì 6 maggio. Successo confermato dal terzo e quarto episodio della serie TV kolossal andati in onda martedì 13 maggio. Gomorra – La serie, per la regia di Stefano Sollima, Claudio Cupellini e Francesca Comencini, ha impressionato con un esordio che non ha smentito le attese. Dopo la vendita del prodotto televisivo in 40 Paesi, sul web e sui social l’hashtag #GomorraLaSerie corre veloce e il passaparola porta sempre più spettatori incollati allo schermo per seguire i dodici episodi ambientati a Scampia.
Tante le polemiche sollevate dal prodotto televisivo accusato di rappresentare un’operazione commerciale poco rispettosa di un territorio maltrattato. Primo sotto accusa l’autore, Roberto Saviano, indignato di fronte alle ingiurie e le false notizie diffuse sulla serie TV. Tra le bufale circolate in rete, la notizie della scolaresca di Bolzano non mandata a Chiaiano dalla scuola per il veto posto dai genitori degli alunni impressionati alla vista delle scene crude ritratte nella serie TV. La notizia è stata poi smentita con una rettifica da parte del responsabile dell’istituto, come ha confermato ai nostri microfoni lo stesso Salvio Esposito, attore napoletano interprete di Genny Savastano, intervistato da noi in esclusiva.
La serie ha sollevato molte polemiche online e offline. Pensi che l’immagine di Napoli possa essere danneggiata dal messaggio che passa da Gomorra o serve invece a togliere la testa da sotto la sabbia e combattere l’omertà?
Salvio: “La serie racconta la camorra, non Napoli. La serie si limita a raccontare un cancro che ha danneggiato la mia città. Il resto lo fa la storia. Le polemiche arrivano da parte di chi non conosce le potenzialità del progetto […] Gomorra vuole denunciare la camorra a Napoli e dal punto di vista internazionale. Negli episodi trattiamo i traffici con l’America, con la Spagna: la denuncia è ad ampio spettro. […] Spesso quello che accade a Scampia ad opera della camorra la gente perbene che vive anche a 100m non lo sa. La serie serve a denunciare il male che viene fatto alla brava gente e alla città di Napoli”.
Pensi ci sia un rischio emulazione rispetto ai tratti più forti dei camorristi da parte dei più giovani che tendono spesso a identificarsi con personaggi carismatici e fortemente caratterizzati?
Salvio: “Credo che se un ragazzo al giorno d’oggi tenta di emulare personaggi come quelli di Gomorra – ma pensiamo anche a Scarface, Il Padrino o altri – ha un problema psicologico. Un ragazzo psicologicamente stabile non emulerebbe mai quelle gesta. Cito Saviano: ‘come si possono emulare gesta che avvengono ancora oggi nella realtà?’. Il male ha un fascino, ma alla fine della serie questi personaggi verranno odiati per come agiscono. Come emularli?”.
La serie è in un napoletano stretto, tanto da rendere necessari i sottotitoli per chi non conosce il dialetto campano. Alcuni hanno criticato questa scelta – parlando di ‘forzature linguistiche’ – perché una parte del pubblico è in difficoltà. Le critiche più forti paradossalmente sono arrivate dagli stessi napoletani. Pensi sia stato un errore?
Salvio: “Il napoletano in realtà è molto aperto. Almeno il 60-70% è comprensibile. Dovevamo trasmettere veridicità. In italiano non avremmo reso credibile il prodotto”.

A67, noto gruppo rap e rock di Scampia, ha criticato sul suo blog il trailer della serie, scrivendo: “La cosa che fa più arrabbiare è la mistificazione di chi ha avallato questo schifo. Non si deve far passare un’operazione di business come l’urgenza di raccontare un territorio“. Come rispondi a queste frasi?
Salvio: “Ognuno può pensare ciò che vuole. Penso che quando racconti la realtà non devi aver paura di nulla. Noi raccontiamo la realtà: fatti accaduti e che accadono ancora. Se qualcuno crede di vivere nel Paese delle Meraviglie non guarda obiettivamente la realtà. […] Trovo queste polemiche inutili, a volte forse per farsi pubblicità. Il progetto ha portato lavoro a Napoli, tra posti di lavoro per le comparse e indotto per gli alberghi del luogo: 20 milioni di euro spesi complessivamente sul territorio. Voglio vedere quanti personaggi hanno dato così tanto alla loro Scampia”.
Tra le tante critiche, c’è qualcuno che invece vi ha detto “grazie” di cuore?
Salvio: “Certo! Basta guardare Twitter e i 4000 messaggi arrivati solo la prima sera e 1500 il mercoledì mattina. Tanta gente che ci ringrazia; gente che non vuole essere omertosa”.
Veniamo al tuo ruolo. Salvio nella vita, Genny nella fiction. Come convivono queste tue due immagini?
Salvio: “(ride) Sono nato a Napoli, ma sono cresciuto a 500m da Scampia. La realtà l’ho conosciuta indirettamente, quindi le persone che raccontiamo nella serie le ho conosciute. Genny e Salvio sono due persone totalmente lontane, ovviamente. Genny è un arrogante, figlio di papà, che ha sempre privilegiato le donne, le macchine e le moto e che quando si troverà a fare i conti con la realtà camorristica, si troverà di fronte a una realtà che lo sconvolgerà”.
Ti sarebbe piaciuto interpretare Ciro, il giovane seguace del Boss senza paura, invece che il figlio “bamboccione”?
Salvio:“A prescindere dal fatto che Ciro è interpretato da un bravissimo Marco D’Amore, Genny non lo cambierei con nessuno. Genny è il personaggio più complesso e ricco di sfumature. Ho dovuto fare un gran lavoro sul personaggio, ma devo ringraziare le ottime sceneggiature e la direzione registica che sono state preziose per affrontarlo al meglio”.
Come ti sei preparato per questo ruolo?
Salvio: “Inizialmente ho lavorato molto sul modo di camminare e di parlare di Genny. Ho lavorato molto sulla fisicità. Anche nel modo di guardare ho dovuto lavorare molto. Io ho 28 anni e mi sono dovuto calare nei panni di un 20enne sbarbatello, quindi c’è stato un gran lavoro fisico. Poi ho lavorato sulla creazione del carattere del personaggio, ma in questo le sceneggiature mi sono state di grande aiuto”.
Il tuo personaggio, Genny Savastano, che evoluzione avrà nella serie? Riserverà delle sorprese?
Salvio: “Assolutamente. Al pubblico Genny riserverà delle sorprese non positive. Quanto si vedrà durante i primi episodi è un’educazione camorristica al quale è sottoposto Genny. Durante l’arco della serie si vedranno i frutti di questa educazione e a quale strada lo porterà”.
C’è un aneddoto simpatico accaduto durante le riprese che ti andrebbe di raccontare?
Salvio: “(ride) Era il mio primo giorno di set. C’eravamo io e Marco D’Amore. Dovevamo girare una scena con una macchina in fiamme davanti a noi e mentre giravamo i vetri della macchina improvvisamente scoppiano per via delle fiamme troppo forti. Io e lui siamo scappati. Sembravamo due ragazzini impauriti per il terrore che i vetri potessero colpirci”.
Tra i tuoi colleghi nella serie con chi hai instaurato il rapporto più forte a riflettori spenti?
Salvio: “Quasi con tutti. Sia con Fortunato Cerlino (Pietro Savastano), che con Maria Pia Calzone, che interpreta mia madre, ed Elena Starace, che nella serie interpreterà la mia fidanzata Noemi. Ma tra tutti, il collega con cui ho il rapporto più forte è certamente Marco D’Amore”.

Ti capita che ti additino per strada? Ti imbarazza?
Salvio: “Non mi capita perché non mi riconoscono. Adesso rispetto a quando interpretavo Genny ho 20 Kg in meno”.
Dopo Gomorra che ruolo ti piacerebbe interpretare e con chi sogni di lavorare sul set?
Salvio: “I sogni sono tantissimi e ho quasi paura a rivelarli. Mi piacerebbe tanto lavorare in un progetto internazionale, lungimirante, che metta in risalto la qualità attoriale di un’interprete, come Gomorra. In Italia sono pochi i progetti che ti danno questa possibilità. Spero che dopo Gomorra si aprano più progetti che diano questa chance”.
Se potessi rivolgere il tuo grazie a qualcuno per quello che stai vivendo, a chi lo dedicheresti?
Salvio: “Sarebbe riduttivo dire un solo grazie. Partirei dalla mia famiglia che mi ha permesso di studiare a Roma. Questo mi ha dato la possibilità di farmi trovare pronto quando i casting mi hanno chiamato per fare il provino. Ancora, un grazie lo devo alla produzione, agli addeti ai lavori, dai capi reparto alla costumista. Se dovessi individuare una persona in particolare, ringrazierei Stefano Sollima”.
[Credits: Sky Atlantic]