“Stasera mi sento ‘nu re: vuoi essere la mia regina?”
A distanza di quasi mezzo anno dall’arrivo sugli schermi di Gomorra – La Serie (che da ieri è di nuovo in replica su Sky Atlantic), quella del giovane Genny Savastano (non ancora boss) è ancora una delle tante frasi-tormentone che la serie-evento di Sky ci ha regalato. A prestare il volto a quella ragazza della discoteca che diventa oggetto del desiderio di Genny è un’attrice agli inizi ma che ha studiato e fatto gavetta per arrivare in alto: Elena Starace.
Napoletana di nascita, salita a Roma per studiare recitazione, la bionda venticinquenne ha esordito due anni fa in tv nel cast di Benvenuti a tavola. Quella in corso è l’annata che somiglia tanto alla svolta, perchè oltre Gomorra, Elena è stata tra i protagonisti di Per amore del mio popolo, la fiction trasmessa lo scorso marzo da Rai 1, incentrata su Don Diana.
In un’intervista esclusiva, Elena Starace ci racconta della sua carriera, delle sue origini e del suo approccio al lavoro.
– Gomorra La Serie è un chiaro esempio di un approccio che punta molto sull’impronta territoriale. É la strada giusta per riconquistare (al cinema e in tv) l’eccellenza che in passato ci apparteneva?
Elena: Senz’altro. Non solo per gli attori ma anche per l’intero territorio nella sua immagine totale. Un esempio ci viene dato in questo periodo dalla Puglia, utilizzando cultura e folklore locali, come fatto, per dirne uno, da Rocco Papaleo. Vengono fuori dei veri e propri gioiellini, che permettono alla gente, anche quella più giovane e globalizzata, di recuperare l’aspetto peculiare di un territorio e non solo di venire a contatto con la convergenza di culture, che spesso corrisponde all’americanità. Quindi sì, mi sembra che stiamo imboccando la strada giusta, anche se è chiaro – lo dice la storia della nostra commedia – che anche unire elementi provenienti da terre diverse conserva la sua efficacia.
– Quindi sei fiduciosa a proposito del percorso che sta intraprendendo la nostra produzione?
Elena: Sì, lo sono. Qui influisce in qualche modo anche la crisi, elemento negativo dal punto di vista economico ma che agisce quasi da potenza livellatrice, mettendo un pò tutti sullo stesso piano e dando l’opportunità di emergere a chi non possiede mezzi eccezionali ma idee di qualità.
– Il personaggio di Noemi in Gomorra: come l’hai preparato?
Elena: Noemi è molto lontana dal mio modo d’essere ma non molto dal posto in cui sono nata. La napoletanità è qualcosa di sfaccettato, così come la parlata: i napoletani del Vomero parlano in un modo, quelli del porto in un altro. In Per amore del mio popolo si nota un’altra varietà ancora. Si deve tenere conto insomma del contesto sociale – che io conosco, avendo vissuto per quattro ani di fronte alle Vele – e io ho cercato di concentrarmi proprio su questo. Trovare quella parte di me che potesse rispecchiare Noemi è stata un’esperienza davvero interessante.
– Sei attrice sia di teatro, che di cinema (e fiction). Quali sono le differenti sensazioni che provi mentre sei in scena in questi contesti?
Elena: Sono entrambe esperienze probanti, che vivo in maniera molto forte, ma appunto diversa. Sul palco devi avere molta sensibilità anche di udito, devi essere in grado di captare i segnali del pubblico: se si sta distraendo o annoiando aumentare il ritmo. C’è una comunicazione costante, fino alla fine. Sul set invece ci vuole forse ancor più attenzione, sai che qualsiasi micro-movimento arriva alla telecamera, a chi guarda. Poi, certo, se si acquisisce naturalezza non bisogna pensarci troppo.
– Per conoscere meglio Elena e i suoi interessi: ti piace leggere?
Elena: Assolutamente sì. Il mio autore preferito in assoluto è Gabriel Garcia Marquez, anche se ultimamente sto riscoprendo anche classici italiani.
– Riguardo la musica invece? Cosa ti piace ascoltare?
Elena: Adoro la musica popolare: la pizzica, la taranta. Quella che trasmette il folklore e la cultura di un popolo mi trasmette molto, anche a livello internazionale: mi piace anche quella irlandese ad esempio.
– Tornando al cinema, invece, domanda critica: hai un film preferito?
Elena: Adoro Non ti muovere. Ultimamente mi è piaciuto molto Cloud Atlas, specie per i temi trattati. Poi apprezzo tanto Tornatore.
– C’è qualcuno in particolare con cui sogni di lavorare?
Elena: In Italia proprio con Tornatore. All’estero ce ne sono diversi, da Almodòvar a quei pazzi dei fratelli Wachowski, il fatto però è che a livello internazionale c’è più varietà di generi, è quasi impossibile fare una cernita.
– I progetti attuali di Elena Starace?
Elena: Proprio stasera sono al Roma Web Fest, ci sarà l’anteprima di Mind the end, un progetto nato proprio in rete. Vi aspetto lì!
[Ph. Credits: Elena Starace/Sky Atlantic HD]