Tempo di bilanci, l’ultimo mese dell’anno. Tempo di propositi, di promesse, di coscienza circa gli errori commessi e le potenzialità latenti, circa l’impegno e la fiducia. E tutto questo è raccolto sul motore di ricerca che quasi tutti, utilizzano, hanno inutilizzato, utilizzeranno: Google.
Si chiamano Google Trends e sono le parole più cercate attraverso il motore di ricerca americano, nell’anno 2014. Parole che sono state digitate, sfruttate, comprese, da milioni di persone e che Google ha registrato e suddiviso in più classifiche. Cosa sogniamo, cosa vogliamo, cosa temiamo: noi italiani siamo quello che cerchiamo. E nell’ultimo anno, in particolare, abbiamo cercato il significato di parole come “selfie”, “giargiana”, “virale”. Abbiamo venerato alcuni personaggi famosi, tra cui i defunti Robin Williams e Giorgio Faletti, la desnuda Veronica Maya, la Lawrence oggetto di scandalo.
Abbiamo chiesto a Google come si faccia un barbecue, una ciambella, il malocchio. L’abbiamo invocato per sapere dei Mondiali, dell’iPhone 6 e degli Oscar, Google Trends infuocatissimi dell’ultimo anno. Ma più di ogni altra cosa, al motore di ricerca abbiamo rivelato inconsapevolmente le nostre paure, i nostri desideri e i nostri bisogni. E la psicologia ha commentato il bilancio generale, attraverso le parole dello psicoterapeuta Claudio Risé, della psicologa Silvia Vegetti Finzi e della scrittrice Teresa Ciabatti, per Il Corriere della Sera. Le tre figure hanno infatti analizzato il processo che ha portato gli individui a digitare alcune parole piuttosto che altre e quello che ha portato il motore a selezionarle e inserirle in classifica.
“Paura di…“, così abbiamo esordito nella barra di ricerca e abbiamo continuato con sbagliare, lavorare, partire, fidanzarsi, sposarsi, ingrassare, abortire, partorire. Paure tutte, o più o meno tutte, al femminile, indice di quanto la donna sia di gara lunga più conscia del proprio stato d’animo e delle proprie preoccupazioni. E ancora abbiamo digitato “voglia di…” e a seguire, ovviamente, materiale vietato ai minori, a conferma di come la parola “voglia” sia riconducibile da tutti alla sfera sessuale. E così: sesso, baci, tenerezza. Ma anche verità, maternità, Nutella. Interessante è poi stato il bisogno ricorrente di svelare i significati nascosti dell’attività onirica: un sogno inspiegabile ci porta a cercare il suo significato attraverso il mezzo onnisciente a nostra disposizione, Google. Così tanti “sognare…” abiti, fumo, neonati, patate crude e via dicendo.
Siamo controllati, tabulati, analizzati e commentati. Siamo pieni di domande e le domande, ad iniziare dal fatto di porle fino ad arrivare al contenuto, raccontano molto di ogni singolo individuo. E, nel quadro generale, i Google Trends hanno raccontato qualcosa di noi: hanno raccontato preferenze, curiosità, storie amate, eventi interessanti. Hanno raccontato come stiamo, cosa temiamo e quello che vogliamo per essere felici.
E probabilmente sanno molte più cose di noi di quelle che noi stessi sappiamo.