Nel gioco si dice che una persona ha la stoffa per entrare in partita oppure no. Mia madre era uno di quei campioni mentre io…io sono fottuta” così iniziava la prima stagione di Grey’s Anatomy. Era il 27 marzo 2005 e la ABC mandava in onda il primo episodio di una serie nata per rimpiazzarne un’altra, Boston Legal, e che ha ricevuto un successo inaspettato e fra i più duraturi della storia della televisione americana e non. La voce fuori campo della dottoressa Meredith Grey accompagnava i primi timidi telespettatori che da quel momento l’hanno seguita appassionatamente.

Il successo di Grey’s Anatomy vanta diverse caratteristiche. Il medical drama ambientato a Seattle fonde due precedenti componenti di altrettanti successi televisivi: da un lato E.R. Medici in prima linea e dall’altro Sex and the City. Il lavoro della creatrice di Grey’s Anatomy, Shonda Rhimes, è stato affinato da intuizioni geniali e dalla voglia di osare, fin dalla prima serie. Parlare di Alzheimer per esempio, una malattia che potrebbe risultare complicato affrontare con il personaggio portante della serie, eppure trovare riscontro nel pubblico.

credits foto: www.christianpost.com
fonte foto: www.christianpost.com

Per capire quanto la natura della serie tv sia effettivamente intricata, basti sapere che in fase di pre-produzione prendeva il nome di Complication. E come nome per questa serie sarebbe stato del tutto appropriato. Le complicazioni messe in scena dagli autori, coinvolgono anche lo spettatore più restio: ogni situazione limite, caso specifico di un paziente, problema di uno dei protagonisti principali, ha un senso nell’insieme del contesto nel quale viene affrontato e favorisce perfettamente l’empatia. Si perché i problemi affrontati spesso sono solo uno specchio della realtà.

Si parlava di azzardi. Analizzando Grey’s Anatomy non si può non notare l’attenzione a rimanere attuali. Nei 10 anni della serie infatti, le tematiche affrontate riportano chiaramente cronache e situazioni sociali reali: non solo le malattie ma anche l’attenzione alle tematiche sociali come l’adozione, l’interruzione delle cure mediche salva vita, la pena di morte, la depressione, l’alcolismo fino ad arrivare alle coppie gay e anche qui alla possibilità di matrimonio e adozione. Il tutto affrontato senza fronzoli, retorica ma con lucidità e fermezza: nessun ripensamento, nessuna frettolosità.

credits foto: www.melty.de
fonte foto: www.melty.de

Dal punto di vista prettamente televisivo, Grey’s Anatomy sperimenta schemi e tattiche per mantenere un rapporto di fedeltà con i propri telespettatori. Fa parte di una chiara strategia per esempio l’uso degli episodi catastrofe, quelli cioè che fanno soffrire e gioire, piangere e disperare i più affezionati che rimangono incollati alla televisione facendo registrate picchi di 16 milioni di telespettatori. Dalla bomba in ospedale, alla tempesta, agli incidenti catastrofici come quello della sparatoria e dell’aereo precipitato.

Grey’s Anatomy ha retto anche alle dipartite più inaspettate. Per esempio a quella del dottor Burke che non era per nulla programmata. L’attore Isaiah Washington infatti fu licenziato per insulti omofobi a un altro attore del cast, T.R. Knight alias George O’Malley. E che dire della morte di Lexie Grey e del dottor Bollore Mark Sloan? Persino George O’Malley. Ma sorprende l’atteggiamento del pubblico, soprattutto dopo l’addio più sofferto, quello di Christina Yang. Si perché Grey’s Anatomy ha sempre avuto dei personaggi chiave e lei era annoverata proprio fra i migliori.

credits foto: www.melty.it
fonte foto: www.melty.it

Un’altra caratteristica che contribuisce da anni al successo della serie di Shonda Rhimes è la riuscita dei personaggi. Credibili ma soprattutto realistici, buonismo spesso accantonato per far prendere il sopravvento al cinismo e al sarcasmo più schietto. Gli intrecci amorosi in corsia, affrontati spesso con un occhio alla Sex and the City ma con picchi di malizia e qualche azzardo aggiuntivo, hanno fatto si che da questi personaggi scaturissero coinvolgimenti che vantano milioni di followers interattivi e che hanno creato una vera rete social che gravita intorno alle storie narrate.

La cura dei particolari è piuttosto centrale sia nella sceneggiatura degli episodi che nella struttura di tutto il mondo di Grey’s Anatomy. La musica, forse mai come in altre serie televisive, ha un ruolo più che portante. Al di là del fatto che ogni episodio porti il nome di una canzone, la scelta musicale è molto attenta e calata perfettamente in ciascun episodio: non solo non disturba e non eccede ma diventa didascalica e non accompagna sterilmente le immagini bensì le supporta. Artisti come Taylor Swift hanno regalato anteprime proprio alla serie.

La serie che ha vinto diversi premi prestigiosi, dai Golden Globe agli Emmy, e ha raccolto il favore della critica che l’ha eletta fra le migliori serie di sempre, continua verso la dodicesima stagione grazie alla firma di Ellen Pompeo e Patrick Dempsey, colonne portanti di Grey’s Anatomy. Nonostante la forza di certi personaggi, Meredith rimane il punto di riferimento principale: la trovata della sua voce fuori campo fidelizza, affeziona e suggerisce chiavi di lettura profonde e che oltre a non essere banali, riportano il telespettatore a riflettere e mantenere quel legame di empatia così forte.

Grey’s Anatomy non ha segreti o formule di successo. Grey’s Anatomy ha il successo nel DNA: non è replicabile, imitabile, spendibile. In 10 anni non ha perso mordente e continua a sorprendere e tenere incollati milioni di telespettatori in tutto il mondo. Nonostante il tempo, nonostante gli abbandoni, i colpi di scena, Grey’s Anatomy rimane un cult senza macchiarsi e senza tradire i fan.

[Fonte cover foto: credits foto: ww.gds.it]