Beppe Grillo per i pochi che non lo ricordassero era un comico, uno di quei comici che facevano ridere la gente il sabato sera nei grandi spettacoli di Rai 1, un personaggio talmente noto al pubblico da essere protagonista assoluto della risata nella rete ammiraglia per anni, spalla comica nei programmi del totem Baudo, protagonista di un “Fantastico” al fianco di Loretta Goggi. Grillo era questo, niente di più; quello che insomma oggi sono tanti giovani comici che qua e là per la tv strappano risate ( non sempre con battute geniali ) al grande pubblico.

Poi però qualcosa cambia. Grillo che sulla satira ha sempre giocato nei suoi monologhi, inizia ad andarci più pesante; era ancora lontano lo spettro di Tangentopoli ma si avvertiva un cambiamento politico nell’aria, e Grillo cavalcò per primo quell’ondata di rigetto verso i partiti della Prima Repubblica, fino al momento che condizionò la sua carriera di comico.

Era il 15 novembre 1986, e durante il varietà televisivo del sabato sera di allora, Fantastico 7, recitò una battuta sul Partito Socialista e Bettino Craxi, all’epoca Presidente del Consiglio dei ministri:

La cena in Cina… c’erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano… A un certo momento Martelli ha fatto una delle figure più terribili… Ha chiamato Craxi e ha detto: “Ma senti un po’, qua ce n’è un miliardo e son tutti socialisti?”. E Craxi ha detto: “Sì, perché?”. “Ma allora se son tutti socialisti, a chi rubano?”

Questa è la frase che ha cambiato la storia di Grillo, e inaspettatamente anche quella politica del Paese.

[Credits photo: imolaoggi.it]
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Gli anni del silenzio e l’idea del blog

Grillo in quel momento era all’apice della popolarità, pur andandoci pesante consapevolmente con la satira, non pensava che l’effetto sarebbe stato tanto grande: allontanamento dalla Rai e esilio forzato dallo spettacolo. Sono anni in cui si allontana dai monologhi politici, si dedica all’impegno ambientalista, inizia a girare le piazze.

Ma per un tipo come lui, abituato ad avere le luci della ribalta puntate addosso, quello non poteva bastare, e il comico ligure ha un’intuizione geniale: sfruttare il nuovo metodo di comunicazione, internet, fondando un blog in cui portare avanti le proprie battaglie liberamente, lontano dalle censure e dal perbenismo televisivo. Inizia il sodalizio con l’inseparabile Casaleggio, si alterna tra post in cui si batte contro gli inceneritori e il nucleare, e piazze in cui porta spettacoli- monologo. La popolarità non è più quella di un tempo, ma sempre più giovani iniziano a essere attratti da quell’uomo capace di catturare la loro attenzione attraverso i loro mezzi.

[Credits photo:corriere.it]
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Il Movimento 5 Stelle

Ma a Grillo questo non poteva bastare; era forte in lui la voglia di vendicarsi di quel sistema istituzionale e politico che l’aveva fatto fuori nel momento più importante della sua carriera. E l’unico modo per infastidire il sistema dei partiti, è fondarne uno, o perlomeno qualcosa che gli si avvicini, il M5S.

Grillo non è il Segretario politico, anzi definisce squallida l’idea di far parte di un partito, ma diventa di fatto fondatore, capo politico e rappresentante di una forza che in 4 anni è riuscita a diventare il secondo partito per numero di voti del Paese. Il successo alle Politiche del 2013 è tanto inaspettato quanto schiacciante, e Grillo pregusta la possibilità di interpretare il guastafeste da fuori mandando i suoi all’interno delle istituzioni.

Persone senza la benché minima preparazione entrano in Parlamento, facendo la parte dei nuovi arrivati che non vogliono mischiarsi alla “vecchia politica”. Dal timido e assonnato Crimi, alla combattiva Lombardi che risponde a tono ad un frastornato e quasi incredulo Bersani durante le consultazioni. Il M5S da lì in poi ha di fatto posto solo veti, ponendosi come opposizione a priori a ogni tentativo possibile di governo. Ha rifiutato l’alleanza con Bersani, che incapace di reggere i guai interni al Pd e le coltellate durante l’elezione del Presidente della Repubblica è stato costretto a ritirarsi. Non ha voluto sentire ragioni sull’esistenza di un governo Letta e ne ha ostacolato ogni giorno nelle Camere tutte le proposte di legge, fino ad arrivare al simpatico ma imbarazzante epilogo del faccia a faccia tra Renzi e lo stesso Grillo in cui l’ormai ex comico ligure non ha lasciato parlare il Segretario del Partito Democratico, davanti alle telecamere pronte a immortalare nello streaming l’atipico incontro.

[Credits photo: agoraregionelazio.it]
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Chi è Grillo oggi e cosa ha ottenuto in questi anni

Grillo oggi è uno dei più influenti uomini del Paese senza dubbio. Il suo blog è continuato a crescere, il suo movimento nei sondaggi è dato vicino al 25% per le prossime Europee, e lui pur mostrandosi poco davanti le telecamere è ogni giorno protagonista di giornali e telegiornali.

Ma cosa ha ottenuto davvero con queste mosse? Ha avuto quella rivincita morale nei confronti della politica che desiderava fin da quella strana sera del 1986? Credo di no, anzi probabilmente la voglia di inseguire questa rivincita personale è degenerata, e quel poco di buono costruito all’inizio con l’impegno ambientalista si è totalmente perso a favore della ricerca sempre più grande del consenso politico. Grillo è diventato, anche se con modi differenti, uno di quei leader della Prima Repubblica che tanto odiava. Ha il loro carisma, cerca come loro i voti e anche se sta fuori dal Parlamento come un abile burattinaio muove i fili dei suoi tra Commissioni parlamentari e sedute in Aula. Il comico che voleva vendicarsi della politica, del “palazzo”, è finito per entrarci ed esserne uno dei protagonisti.

[Credits photo: sky.it]
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