In questi giorni in cui a tener banco nell’attualità politica è la questione greca, una notizia è passata quasi inosservata, quella dell’apertura alla tv, e del relativo cambio di strategia per Grillo e il suo Movimento; svolta in parte ideologica rispetto quelli che sono stati i dogmi che hanno accompagnato la nascita e l’ascesa di questa forza politica. Che negli ultimi mesi il rigetto per la televisione e per i tanti talk show politici era diminuito lo si poteva intuire dalla presenza di tanti esponenti parlamentari in giro nei vari canali, ma che ci sia una sorta di invito a partecipare, questo determina una sostanziale scelta di rottura che potrebbe o meno definirsi come vincente in caso di Elezioni anticipate. Mentre l’ex comico ligure decide coscientemente di defilarsi, nel Movimento sembra aver preso piede un organigramma di Partito, che forse ha poco a che fare con l’idea di antipolitica con cui è sorto, ma che aiuta l’elettore ad identificare il proprio voto con volti finalmente conosciuti e non più con cittadini comuni.
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Cambio di strategia
Il cambio di strategia tanto semplice quanto potenzialmente efficace è spiegato da Di Maio in un’intervista al “Corriere della Sera”; il Deputato afferma che su 130 esponenti del Movimento presenti in Parlamento, col passare dei mesi circa 60 di questi hanno partecipato a programmi e talk televisivi. Un numero che già di per sè paragonato a quello delle altre forze politiche non è basso, e che è destinato a crescere nel breve periodo. Cosa possa comportare è difficile stabilirlo, ma è interessante registrare l’impatto e la reazione che una forza che aveva rifiutato di scendere a compromessi col sistema di comunicazione potrà avere una volta che fornirà volti con costanza nei programmi più importanti del palinsesto televisivo. Ancora più curioso per i cronisti sarà lo stabilire se ci potrà essere un confronto a tutti gli effetti, o se la maggiore presenza televisiva sarà comunque relegata a spazi minoritari e isolati con gli ospiti che non potranno interagire.
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La “carta” Di Battista e Di Maio
Nonostante siano sempre più gli esponenti del Movimento che si sono affacciati in televisione in questi mesi, senza dubbio la “carta” vincente da giocare per Grillo resta quella di Di Battista e Di Maio. I due sono i volti più “spendibili” in caso di campagna elettorale, giovani, dotati di carisma, con consenso alla base e con una certa abilità davanti i microfoni che invece è sembrata più volte mancare ad altri colleghi. Per Di Battista si è discusso a lungo della possibilità di una candidatura in caso di Elezioni nella Capitale; con un Pd che sembra uscire piuttosto fragile dai problemi che hanno coinvolto Marino, e con una destra che non sembra riuscire ancora a trovare un nome sul quale mettersi d’accordo, la sorpresa potrebbe arrivare proprio dal Movimento, e anche se da parte di Casaleggio ci sono state smentite sull’investitura di Di Battista, la reazione veemente di molti elettori che hanno protestato per quella che sembrava una scelta abbastanza ovvia, dimostra che non si tratta soltanto di fantapolitica. Di Maio invece sembra poter essere quel volto rassicurante e serio da contrapporre a Renzi in caso di Elezioni Politiche; difficile stabilire se con l’attuale legge elettorale il Movimento sia più o meno favorito per la corsa al ballottaggio rispetto un centrodestra ancora in fase di definizione, ma di sicuro l’avere un nome forte da poter spendere favorirebbe non poco Grillo e i suoi.
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Scelta vincente per Grillo?
E allora questa potrebbe per davvero essere una scelta vincente per Grillo? Solamente con l’inizio della prossima stagione televisiva si potranno stabilire variazioni significative nell’interazione con l’elettorato del Movimento attraverso i programmi tv, ma di certo la decisione potrebbe rivelarsi controproducente se coinvolgesse politici inesperti davanti le telecamere che potrebbero diventare “preda” appetibile per politici e giornalisti “navigati”.
[Cover Credits: beppegrillo.it]