Basterebbe guardare il cast di “House of Cards” per rendersi subito conto che non ci si trova davanti alla solita serie televisiva di intrattenimento, una delle tante che da anni riempiono i palinsesti tv.
Kevin Spacey e Robin Wright non possono essere relegati al semplice ruolo di attori di una serie, sono star hollywoodiane, interpreti apprezzati, eleganti protagonisti che non avevano di certo bisogno del piccolo schermo per dare una sterzata alla loro carriera già costellata di grandi successi.
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“House of Cards” è il racconto dell’ascesa al potere di Frank Underwood, deputato statunitense capogruppo alla Camera per i Democratici. Uomo spietato, cinico, ma al tempo stesso estremamente affascinante, Underwood riesce con le sue capacità persuasive a scalare i gradini che portano alla Casa Bianca. Vicepresidente, poi Presidente, Underwood tesse una complicata e lunga tela per raggiungere il suo unico scopo, avere il controllo assoluto. Al suo fianco l’elegantissima Robin Wright, moglie poco fedele ma estremamente simile al marito, utile strumento per intrecciare partnership, per ammaliare nemici e portarli dalla propria parte. Il loro rapporto non è convenzionale, entrambi tradiscono alla luce del sole; non si nascondono errori e scheletri nell’armadio, e riescono a compattarsi facendosi da scudo reciprocamente dagli attacchi esterni.
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Ma l’abilità dei due è supportata da un cast di comprimari di assoluta qualità, con in particolare Gerald McRaney ( che a molti ricorderà solo il maggiore di “Agli ordini papà” ) che interpreta Tusk, imprenditore ricchissimo che riesce a controllare il Presidente ed entra in contrasto con Underwood diventando il suo più acerrimo nemico nella scalata alla Presidenza. Accanto alla bravura indiscussa dei protagonisti, una regia non invasiva ma molto accurata, una fotografia a tratti imbarazzante per quanto sembri cinematografica, e soprattutto una sceneggiatura che riesce a non rendere noiosa una serie che di per sè ha molti tempi morti ed un ritmo generalmente lento.
Già solamente i monologhi di Spacey in primo piano rivolgendosi direttamente allo spettatore varrebbero di per sè l’intera visione di “House of Cards”, se a questo si aggiunge che la spietatezza dei personaggi rende la trama del tutto imprevedibile, si capisce che gli ingredienti per una serie tv di successo ci sono e che la popolarità sempre crescente di un prodotto che tutto sommato potrebbe essere di nicchia, incentrato sulla politica, con attori quasi teatrali, riesce comunque a raccogliere consensi.
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Il coraggio ma anche l’abilità degli ideatori Dobbs e Willimon è stato soprattutto quello di mandare in onda negli States la serie in streaming sulla piattaforma Netfix; proprio lo stridente connubio tra quanto più di tradizionale ci può essere come la serie elegante e raffinata, e la modernità dello strumento in cui la si poteva vedere, ha creato un mix più che vincente. E anche in Italia, su “Sky Atlantic” gli ascolti stanno premiando il coraggio di una serie innovativa. Non resta che attendere la terza stagione che sarà girata a partire dal Febbraio del 2015; aspettando di vedere se Frank Underwood dopo quello che ha dovuto fare per diventare Presidente si rivelerà una buona guida alla Casa Bianca, o intrighi e fantasmi del passato lo inseguiranno e distruggeranno il suo sogno.
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