Idoli, c’era un tempo in cui i Rolling Stones e i Beatles si contendevano i palcoscenici degli anni ’60: il confronto tra queste storiche band è sempre stato incentivato dai media e dalla società. Stili e sound sostanzialmente diversi per i “cattivi” e i “bravi” ragazzi della musica della seconda metà del ‘900.
C’era un tempo in cui si urlava al cielo il nome di Cindy Lauper e Adam Ant, in cui si cantavano le canzoni di Madonna, Michael Jackson, i Take That.
C’era un tempo in cui si respirava nell’aria la libertà che ti regalava l’adolescenza, la spensieratezza id un mondo fatto id idoli, poster, concerti e notte insonni alle prese con musica e film; anni di trasgressione, di lotte politiche, di sfida e nuovi ideali. Un tempo in cui per la prima volta ci si rendeva conto di quanto possa contare avere un dio, un ideale, un punto di riferimento, un obiettivo, una meta, un sogno da raggiungere e per cui lottare ogni giorno sempre di più, un’ispirazione di vita, valori, pensieri. E non importa, oggi, se siano cantanti, attori, calciatori e membri della famiglia: dai tatuaggi agli autografi, dalle magliette alle lacrime, delle urla, dai sorrisi fino ad arrivare alle fotografie, ogni idolo ha una sua storia, una sua vita, un suo perché. Siamo davvero sicuri?
C’era un tempo in cui la massima aspirazione era quella di diventare uno di loro, quei bellissimi (e bellissime, soprattutto) bagnini di Baywatch, con le loro storie sempre intricate e i loro fisici statuari. Un tempo in cui Leonardo DiCaprio faceva sognare tutti (meglio dire tutte) quelli che “Ti fidi di me?”, e poi il Titanic che affonda, e insieme a lui le lacrime di chi ci ha sperato fino all’ultimo. Un tempo in cui i Backstreet Boys e le Spice Girls erano le nostre colonne sonore di vita, in cui “perché non posso essere come loro?”, ma ci bastava anche solo guardarli in televisione o seguirli in capo al mondo, nei concerti e con i loro nomi tatuati sulla pelle.
C’era un tempo che, forse, non tornerà più. Un tempo in cui si sognava ad occhi aperti un mondo migliore, accompagnati dalle note musicali più belle di sempre, dalle parole di testi strappalacrime che raccontavano verità di vita che solo con una canzone si poteva condividere con il mondo. In cui in televisione cominciavano a descriverci la realtà dei nostri sogni e ci fomentavano idee quasi irraggiungibili, di grande ispirazione. Un tempo che ci ha fatto crescere e maturare a colpi di CD, biglietti del cinema, poster in camera, striscioni, cartelloni, fotografie, sogni.
C’è un tempo, adesso, in cui gli idoli di una vita intera si sono impolverati sotto il peso dei soldi, dello star system, dello shatush e della matita sotto gli occhi, delle linguacce, delle minigonne, della barba lunga e del fascino misterioso. Gli One Direction, Justin Bieber e High School Musical; Rihanna, Twilight e Colpa delle Stelle. Valerio Scanu, Beyoncé, Lady Gaga, Raul Bova e Massimo Boldi. Sono davvero loro i nuovi idoli? Cos’hanno in più degli altri? Quali valori portano, quali realtà, quali sogni, quali aspirazioni, obiettivi, messaggi, pensieri? Cosa ci regalano? Cosa ci trasmettono? E se il tempo migliore fosse quello che non c’è più?