Eppure è risaputo: le donne amano tenere tutto sotto controllo.
Etichettano qualsiasi cosa, pianificano l’agenda con costanza e austerità e bisogna stare attenti a non stravolgere i loro piani, che se no si corre il rischio di finire nella loro black list. Ma in fatto di uomini non funziona così. Più lui è sfuggente e restio alla pianificazione di una vita in due (spesso anche a quella della propria), tanto più si resta folgorate e lo si rincorre con tutte le forze. Perché è lui, a quel punto non si hanno dubbi, è lui quello giusto giusto: l’uomo a progetto zero.
Maria Claudia Biscione, psicosessuologa presso l’Ospedale Israelitico di Roma, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, si è occupata stilare un profilo dell’uomo a progetto zero, ma, soprattutto, di chiarire alle donne perché scendano a compromessi accettando storie senza alcun futuro.
Un uomo a progetto zero è colui che nulla vuole e nulla chiede.
Ma nulla dà e questo lo chiarisce dall’inizio: “Non voglio impegni, tra noi non ci sarà mai una storia”.
Donano momenti idilliaci in cui le emozioni, quelle forti e travolgenti, e la sensualità più assoluta padroneggiano. Fosse anche solo per un’ora alla settimana, quell’ora la dedicano interamente a te. Ma, poi, che ognuno prenda la sua strada. La psicosessuologa Maria Claudia Biscione li classifica in due tipi: quelli espliciti e quelli impliciti. Quelli, dunque, che parlano chiaro e senza troppi peli sulla lingua e quelli che, invece, indietreggiano ad ogni propensione di lei verso uno step successivo del rapporto. Ma il risultato è sempre lo stesso – a quanto pare – per ogni uomo che rifiuta un legame affettivo, esiste una donna che tenta di incatenarlo alla sua rete di sentimenti.
Perché ci si ostina?
Può capitare a tutti (uomini e donne) di innamorarsi della persona sbagliata.
Ma qui il punto è un altro, qui si tratta di illusione sentimentale propria delle donne – ha spiegato la psicosessuologa (ndr) – che tendono ad idealizzare un amore che non c’è. Il lato più pericoloso di questo genere di rapporti riguarda un atteggiamento di totale annullamento del sé da parte della donna, nei confronti di questa storia-non-storia. Si tratta di rapporti che assorbono appieno le nostre energie, fisiche e mentali, facendo sì che inconsciamente riversiamo su questi ogni frammento della nostra persona, aggrappandoci ad un qualsiasi spiraglio ci si presenti davanti. Anche se è collocato solo nell’attimo in cui lo stiamo vivendo. Anche se domani non avrà più ragione di essere ricordato quel gesto. E a quanto pare è proprio per questo che lo facciamo. Ad essere attratte con frequenza da questo genere di uomo sono, infatti, quelle donne che la psicosessuologa ha definito insicure e timorose di legarsi davvero a qualcuno. Sono quelle donne che soffrono di una sindrome dell’abbandono non metabolizzata e che, quindi, spostano l’attenzione sulla sfida con sé stesse e sulla capacità di conquista, piuttosto che sulla ricerca di stabilità.
Accade quando non ci si vuole impegnare affondo.
E sebbene un rapporto con un uomo a progetto zero doni innumerevoli frustrazioni, in fondo, resta più domabile di un uomo che fa perdere il controllo delle proprie emozioni. Perché le donne, ancora una volta, hanno bisogno di essere sicure che ogni cosa sia al proprio posto. Anche quei pezzi di sé che non sono state ancora in grado di raccogliere.
[Fonte Cover: korrektivpress.com]