Il prossimo martedì, il 27 gennaio, sarà il Giorno Della Memoria, una ricorrenza che purtroppo sta diventando più di routine che di contenuto. Si portano fiori, si fanno bei discorsi ma di rado vengono proposti eventi che spieghino cause, situazioni storiche e conseguenze che hanno portato ad un evento di tale portata quale è stato l’Olocausto. Ad oggi probabilmente il mezzo più efficace per tale scopo è il cinema che, specialmente nel passato recente, ha prodotto film e documentari eccezionali.

Proprio lo scorso giovedì Rai Tre ha cominciato la rassegna “Per non dimenticare” con le immagini inedite filmate dai primi cameraman arrivati con le truppe degli Alleati nei vari campi di concentramento. Riprese che sarebbero state montate da Alfred Hitchcock per un film – documentario però mai completato e che invece furono utilizzate come prove durante il processo di Norimberga.

Al di là dei documentari che sicuramente per la brutalità realistica delle immagini lasciano un segno evidente negli spettatori, a incidere una traccia più profonda sono i film veri e propri che, attraverso storie verosimili o tratti da fatti realmente accaduti, rendono vive e vicine le vittime della Shoah. Nessuno rimane immune alla semplice tragicità de “La vita è bella” (1997), diretto e interpretato da Roberto Benigni, film che ricevette ben tre Oscar: Miglior Colonna Sonora, Miglior Film Straniero e Miglior Attore Protagonista. La storia di un padre che di fronte alla crudeltà del mondo, del tempo in cui vive, desidera solo proteggere l’innocenza dell’infanzia di suo figlio. Si tratta di un modo per raccontare solo una delle molte storie di quel tempo, un modo per riportare al centro della questione le singole vite delle vittime e non i grandi, astratti numeri.

Un altro film, questa volta tratto da una storia vera, quella di Oskar Schindler, è “Schindler’s List” (1993) diretto da Steven Spielberg e interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes. “Chi salva una vita salva il mondo intero” è il tema principale del film, ovvero l’importanza della caparbietà dell’imprenditore a voler salvare anche “solo” le mille vite dei suoi operai, mettendo chiaramente a rischio la sua.

Sempre tratto da una storia vera è “Il Pianista” (2002), film di Roman Polański, tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Władysław Szpilman, pianista che visse le atrocità dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche all’occupazione di Varsavia, passando per la creazione del ghetto, la vita e la sopravvivenza in esso e infine la sua fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla liberazione della città da parte dell’Armata Rossa.

Potremmo ricordare moltissimi altri film da “Il bambino con il pigiama a righe”(2008) al recente “Hannah Arendt”(2013), “Il diario di Anna Frank”(1959) fino a “La scelta di Sophie”(1982) e “Storia di una ladra di libri”(2013). Quest’anno al cinema per la ricorrenza ci sarà “Corri, ragazzo, corri”, film diretto da Pepe Danquart tratto dalla vera storia Yoram Friedman. Sono tanti i film che cercano attraverso le loro storie di non far dimenticare il dramma della Shoah; leggere gli eventi sui libri di storia è sicuramente importante ma entrare attraverso le immagini in quel periodo così drammatico può fare molto di più sul piano emotivo ed empatico.

[Fonte Cover: Profilo Facebook Roberto Benigni]