Una volta nel periodo natalizio le uniche parole che riecheggiavano in tutte le vie delle città erano regali, pandoro, panettone, cenone e così via. Ora non si sente altro che Ici, Imu, Tari, tasse auto e canone Rai; e chi più ne ha più ne metta. Il Natale – da qualche anno a questa parte – si è decorato di tutti gli elementi classici della crisi.
Dal sondaggio effettuato da Confesercenti-Swg questo è stato un Natale all’insegna della crisi: a dicembre si è speso approssimativamente 36,8 miliardi per i consumi, in calo del 3% rispetto al 2011; e 2 miliardi in meno per gli acquisti, in quanto le priorità – manco a dirlo – sono risparmi e debiti da pagare.
Alla base di questi dati c’è un sondaggio precedente, svolto sempre da Confesercenti-Swg, che mette alla luce come un italiano su due – cioè il 51% – non ce la fa ad arrivare a fine mese, mentre il 36% non riesce a superare la terza settimana e il 13% la seconda. Dati ancora più “raccapriccianti” se si pensa che fino a 7 anni fa il numero di italiani che poteva contare sulla sicurezza di un redditto sufficiente per tutto il mese era oltre al 67% della popolazione.
Ciò, dunque, che ha influenzato le spese natalizie è stato proprio – come ci spiega Antonello Oliva del Centro Studi Confesercenti – il diffuso sentimento di insicurezza scaturito da una crisi senza apparente fine.
Il bollettino nero sui consumi arriva dalla Confcommercio che ha descritto le feste degli italiani come feste “molto dimesse”. A conti fatti, si tratta di sette italiani su dieci (circa il 68%) che ha speso meno dello scorso anno. Per la precisione: il 26% della popolazione ha puntato a un risparmio del 50% su regali, addobbi e quant’altro, il 20% ha cercato un risparmio tra il 30% e il 50%, e il 21% degli intervistati fino al 30%. Solo il 2% ha segnalato di voler aumentare le spese, mentre il 30% degli italiani si è tenuto sugli stessi livelli del 2011, né un soldo di più né un soldo di meno.
Dati e statistiche che non sono altro che un pessimo auspicio, non solo per la stagione dello shopping destinato al regalo natalizio per antonomasia, ma per tutto il divenire.
E a poco hanno aiutato le tredicesime, spese sopratutto per regali low-cost più utili di quanto lo siano mai stati in passato, e per i viaggi (che registrano un calo del solo -3,2%).
Secondo i numeri registrati dal tour operator Veratour, infatti, le partenze per Natale, Capodanno ed Epifania supererano del 35% quelle dello scorso anno; un trend confermato anche dalle future stime novembre 2014-aprile 2015, che indicano un +23,5%.
Quello che almeno mette un pizzico di felicità anche alle anime più disperate è la tradizione del regalo, più resistente di quanto si poteva mai immaginare. Per il 50% degli italiani, fare un regalo, è stata “una spesa necessaria, ma gradita”, quindi i pacchetti sotto l’albero ci sono stati nella quasi totalità delle famiglie (85,2%; anche se in leggera flessione rispetto al 85,8% del 2013).
Questa, certo, non è altro che una magra consolazione, sopratutto per tutto quel 54% di italiani che si è affidato alla speranza per definire anche questo Natale 2014, e che si affida alla speranza anche per contrastare i continui incubi della crisi e del futuro, prossimo o meno prossimo che sia.
[Credit dati: economia.rai.it; Credit Cover: improntalaquila.org]