Una piccola rivoluzione nel modo di guardare la Serie A è arrivata più o meno nel silenzio generale qualche settimana fa con l’acquisizione da parte di Mediaset del “Pacchetto C”, che il colosso milanese si è aggiudicato per i prossimi 3 anni, così come la Champions League. L’acquisto dei diritti per la massima competizione continentale è stata un tormentone primaverile proposto in ogni salsa e in ogni trasmissione, sportiva e non. Ma il “Pacchetto C” rischia di cambiare completamente le prospettive future mediatiche del gioco più amato dagli italiani. Ma, andando per ordine, cos’è il Pacchetto C sui diritti tv venduto direttamente dalla Lega Serie A e in particolare dalla società che ne gestisce questo aspetto, cioè la Infront? Si tratta del pacchetto che consentirà a Mediaset di trasmettere sulla propria pay-tv in diretta le interviste pre e post partita dal campo in anticipo sui competitor. Ma andiamo ancor di più nel dettaglio: se fino all’anno scorso il calciatore che rilasciava l’intervista direttamente da bordo campo a fine partita parlava prima ai microfoni di Sky e poi a quelli di Mediaset quest’anno, e per i prossimi tre, sarà il contrario. Idem per le interviste dallo stadio prima del match. E solo Mediaset avrà l’intervista a fine primo tempo dal campo e la possibilità per pochi secondi di entrare con una telecamera all’interno dello spogliatoio di una delle squadre. O meglio: ci entrerà la Infront che poi venderà le immagini a Mediaset, ma il senso è quello.

La vera rivoluzione però non è nel fatto che la tv meneghina abbia acquisito diritti che in precedenza erano dell’emittente satellitare Sky ma è da ricercare in altri due nodi fondamentali dello stesso pacchetto C. Soltanto Mediaset potrà trasmettere in diretta le conferenze stampa delle 15 squadre (rimangono fuori: Juventus, Empoli, Roma, Torino, Sassuolo, che negozieranno ciascuna in maniera individuale con le pay tv) che hanno aderito a questo pacchetto. Così come alla stessa maniera la tv milanese avrà l’esclusiva assoluta nelle immagini di repertorio di queste squadre.

Ma nel concreto questo cosa cambia nel modo di fare giornalismo e televisione in ambito sportivo? Cambia il fatto che già in queste prime settimane di ritiri pre-campionato è entrata in vigore (dall’1 Luglio) la normativa sul Pacchetto C. I giornalisti presenti alle conferenze stampa non potranno scattare foto, né riprendere. Nemmeno per eventuali dirette sui social. E le altre tv hanno il divieto assoluto di riprendere qualsiavoglia parte della conferenza stampa. La Infront, poi, è incaricata di fornire un servizio audio-video alle tv che non siano Mediaset di circa un paio di minuti. Viene meno così la possibilità per giornali e testate online di scattare foto a piacimento per immortalare il protagonista della conferenza stampa in un momento particolarmente significativo, e allo stesso modo una tv diversa da Mediaset non ha la facoltà di evidenziare un passaggio o una frase se non è contenuta in ciò che Infront vuole sia visto.

Nessun’altra tv potrà inoltre a distanza di più di otto giorni dalla partita mostrare azioni diverse da quelle presenti nel video che la Lega Serie A, tramite la Infront ovviamente, metterà in vendita. Scordatevi quindi speciali di fine anno con parate, giocate e cose del genere. Sarà molto più difficile realizzare un qualcosa del genere. Rimane da capire ora se Mediaset cederà alcuni di questi diritti acquisiti a Sky o se non lo farà, come probabile vista la guerra in corso tra le due tv da un paio di anni. Lo scenario che esce fuori dall’acquisizione di Mediaset del Pacchetto C e dalle modalità che Lega e Infront hanno stabilito per tale opzione è uno scenario nel quale la possibilità di fare informazione sportiva in maniera libera risulta fortemente limitata. Il calcio italiano deve crescere anche in questo. Forse, soprattutto in questo.

[Cover Credits: Reuters.com]