E’ uno dei film italiani di cui si è parlato maggiormente negli ultimi mesi, sia perchè si tratta, ovviamente, dell’opera di uno dei più grandi registi contemporanei, Gabriele Salvatores, premio Oscar per Mediterraneo, ma anche perchè è una vera e propria scommessa, un progetto rischiosissimo. Si tratta de Il Ragazzo Invisibile, in sala dal 18 Dicembre. Il film è il primo film sui supereroi tutto made in Italy, un azzardo, considerando gli standard del cinema italiano e, soprattutto, anche per il pubblico, che da sempre ha visto questo genere di film come un prodotto esclusivamente americano.
Il protagonista del film è Michele, un ragazzo alquanto anonimo, non brillante, non bello, non popolare, un ragazzo comune. Michele non è molto amato dai suoi compagni di scuola ed è spesso vittima delle angherie dei bulli. Ha due cose: l’amore incondizionato di sua madre Giovanna, poliziotta, e Stella, ragazza appena trasferita nella sua scuola, per cui ha una cotta. Una sera, durante una festa, la vita di Michele cambia: riceve il potere dell’invisibilità, un potere che porterà grandi cambiamenti nella sua vita e, anche, grandi rivelazioni.
Costato 8 milioni di euro, una cifra irrisoria rispetto ai budget mostruosi dei cinecomic made in USA, che sfondano il muro dei 100 milioni di dollari, il film riceve una ovvia ispirazione dai cinecomic americani, in particolare da SpiderMan, il supereroe cui Michele si avvicina maggiormente, ma, grazie al talento di Salvatores, il nostro supereroe ha un’aria nettamente europea. Il film, non potendo contare su enormi budget da investire in effetti speciali, dà maggior rilievo agli sguardi, alle personalità dei personaggi, all’evoluzione del supereroe, che fa un piccolo step verso la sua maturità. E’ un film che può essere letto in varie chiavi antropologiche.
Il lavoro più importante e più degno di nota è quello del regista, Gabriele Salvatores, forse il più internazionale, a livello stilistico, dei nostri registi (vedere anche Educazione Siberiana), ma anche il lavoro della fotografia è notevole, grazie ai contrasti continui di colori caldi e freddi, che sembrano adattarsi completamente agli umori del personaggio in scena.
Il lavoro svolto dal cast è buono, in particolare quello di una credibilissima Valeria Golino, che interpreta la madre Giovanna: la sua interpretazione è perfetta, intensa ma adatta, allo stesso tempo, al genere del film.
Lodevole è anche la sperimentazione di Salvatore per quanto riguarda la colonna sonora. Le canzoni del film, infatti, non sono state scritte da artisti celebri, ma sono state scelte da una commissione, capitanata dalla stesso Salvatores e da Linus, attraverso un concorso aperto a chiunque.
Il Ragazzo Invisibile potrà far storcere il naso a molti, ma è sicuramente un esperimento riuscitissimo, che mostra cosa si può fare con una macchina da presa e tanta creatività, che il cinema italiano non è solo lacrime e risate, ma tanto altro, un esperimento che, quindi, merita un seguito.
Voto: 7 e mezzo