L’anoressia e la bulimia sono due tra i disturbi alimentari più diffusi e più difficili da combattere. Solo in Italia sono 3 milioni le persone affette. Due facce di una stessa medaglia, di una stessa malattia, che consuma chilo dopo chilo e uccide. Non ci sono vie di mezzo o giri di parole. Ana e Mia, come si è soliti chiamarle, sono l’inizio e la fine di un mostro che alberga nei punti deboli di chi ne soffre. Di chi non riesce ad accettare la propria immagine riflessa nello specchio, di chi è troppo fragile per resistere, finendo per cadere nel vortice famelico. Sono i giovani i bersagli più facili, ma anche il mondo dell’infanzia sembra aprirsi sempre più verso questo tipo di disturbo.

Eppure sono ancora sottovalutati da famiglie, amici, scuole e medici e generalmente ricondotti solo alle donne. In realtà sembra che anoressia e bulimia si stiano diffondendo anche nella popolazione maschile. L’allarme arriva da una ricerca dell’Università di Oxford, secondo cui il numero di casi è in forte crescita. Riguardo i problemi alimentari in Inghilterra “si stima che, a fronte di 1 donna su 250 che soffre di bulimia o anoressia nervosa e altri generi di disturbi alimentari, anche 1 uomo su 2000 abbia gli stessi problemi”, affermano i ricercatori. I maschi che soffrono di questi disturbi assumono lo stesso comportamento delle donne: “Si scopre che anche i ragazzi ricorrono alle purghe, al digiuno, alla conta ossessiva di calorie e al controllo costante del peso corporeo, tendendo ad isolarsi. Il fenomeno è sottovalutato da tutti.”

Il pericolo sul Web

Con Internet l’anoressia e la bulimia acquistano nuove possibilità di diffusione, grazie a siti e blog pro-ana e pro-mia, che istigano migliaia di ragazze e ragazzi a fare della magrezza il proprio stile di vita. Codici e assurdi comandamenti alla base di vere e proprie sette mortali, che credono che l’anoressia sia una scelta di vita. Blog su cui le vittime condividono le proprie esperienze, combattute tra cibo e peso. Tra realtà e finzione. Se non sei magra, non sei attraente, Essere magri è più importante che essere sani, Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo sono solo alcune delle regole che circolano in rete, messaggi che influenzano facilmente e coinvolgono emotivamente ragazzini in tenera età.

in lotta con anoressia e bulimia. La vita ha un'altra misura

L’ultimo allarme arriva però dalla Gran Bretagna, in cui le comunità virtuali hanno creato persino dei gadget a favore dei disturbi. Braccialetti rossi venduti online – spesso a meno di 20 euro – per ricordare a coloro che li indossano, di non mangiare ogni volta che li guardano. Un fenomeno che va ben oltre i confini inglesi e si sta diffondendo anche in Italia, dove migliaia di ragazze li acquistano sul web, li regalano oppure li creano a casa. Un simbolo che indica il desiderio di non sentirsi giudicati, ma accettati, inseriti in un contesto in cui avere la possibilità di condividere la propria patologia. Un simbolo che non aiuta, che isola soltanto.

La lotta contro i disturbi alimentari. Una vita tutta curve

Ma le campagne di sensibilizzazione non mancano e nemmeno la voce potente di chi vuole combattere la malattia, difendendo la bellezza vera, che va al di là della fisicità. Una vita tutta curve è una vita in cui volersi bene e accettare il proprio corpo sono le uniche regole da seguire. Due regole per non cadere nella malattia, per essere sicuri e decisi, proprio come Elisa D’Ospina, la modella veneta, portabandiera italiana del mondo ‘curvy’.

Credits: Elisa d'Ospina facebook profile
Credits: Elisa d’Ospina facebook profile

Lei è una modella di 30 anni che ha fatto proprio di qualche chilo di troppo il segreto del suo successo. Con una taglia 48 e 77 chili Elisa si è guadagnata la copertina di Vogue e il posto in passerella nelle sfilate dei più grandi stilisti. La sua è una battaglia portata avanti per tutte le donne, per combattere anoressia e bulimia. Lo fa parlando con i ragazzi nelle scuole, partecipando a trasmissioni tv, aiutando le donne fragili che lottano contro la bilancia fino ad ammalarsi.

Fragili in un contesto che spinge verso una perfezione irraggiungibile, perché inesistente. Fragili perché non sanno volersi bene. Nessuno insegna loro a farlo. Corpo, cibo e peso sono solo sintomi di un malessere ben più profondo, di vuoti che possono essere riempiti, di paure che possono essere scacciate. Denudandole, senza vergogna, Ana e Mia si possono contrastare.

È troppo importante la vita per sgretolarla e consumarla, sparendo dietro a una sagoma che in fondo non vive.

Credits Cover: Noemi (Mondo Sole)