Questa volta ci ero cascato in pieno: Mazzarri mi sembrava la scelta giusta. L’avevo detto in estate, ne ero convinto a maggior ragione dopo le prime giornate di campionato. Mi sbilanciai, dopo Inter – Genoa, prima giornata di campionato, dicendo che finalmente all’Inter ognuno aveva idea di cosa doveva fare, esattamente. Una ricetta semplice: Alvarez gioca largo a sinistra, Jonathan spinge sulla destra, Palacio attacca gli spazi, la difesa è più solida con Campagnaro. Niente improvvisazioni, solo schemi, lavoro, applicazione.

Poi succede che ti sfugge la squadra dalle mani e, a sette giornate dalla fine, ti ritrovi con un punto in meno di Andrea Stramaccioni. Un altro che, dopo aver espugnato la Juventus Stadium, era stato ribattezzato The New One. Salvo poi essere messo in croce a fine stagione: incompetente, senza polso, senza idee, ma chi gli ha dato il patentino. Viceversa io penso che Stramaccioni sia un allenatore molto preparato che deve darsi un’altra possibilità. Deve darsela lui abbassando le pretese e mettendosi a disposizione di un buon progetto, anche in serie B. La verità è che, come disse Bobo Vieri ormai 15 stagioni fa, all’Inter è un inferno. Lo era ai tempi di Moratti, lo è ancora di più oggi, con un passaggio di proprietà in corso e uno come Eto’o che ammette, candidamente, che Moratti conta ancora tantissimo.

Eppure le strategie di Thohir sembrerebbero chiare. Ingaggi ridotti, un mix di giocatori giovani e big a paramentro zero, meglio se provenienti da grandi squadre della Premier League. Vidic, autore del gol del vantaggio del Manchester ieri sera contro il Bayern, è solo il primo esempio. Il magnate (che proprio magnate non è, diciamo che si tratta piuttosto di un bravo e serio imprenditore) indonesiano nutre una stima incondizionata verso due giocatori che a Mazzarri proprio non vanno giù: il figliol prodigo Guarin e il bambino d’oro Kovacic.

Bisogna ammettere che Guarin ultimamente fa pochissimo per guadagnarsi la fiducia del suo tecnico: il retropassaggio scellerato che ha permesso al Livorno di pareggiare lunedì è solo la cliegina sulla torta di una vicenda iniziata con i capricci per andare alla Juventus e conclusa con la firma sul contratto che lo lega all’Inter fino al 2017. Kovacic ha avuto diverse possibilità, ma mai con continuità. O il giocatore non è adatto al gioco di Mazzarri, oppure Mazzarri non è adatto a far giocare questo tipo di giocatori nelle sue squadre.

La differenza non è sottile. D’altronde nemmeno Benitez riesce a sfruttare le abilità di Hamsik quanto il tecnico di Livorno, e forse Cavani non segnerà mai più tanti gol. Ma siamo sicuri che l’apparentemente placido Thohir abbia intenzione di continuare (o forse sarebbe meglio dire iniziare) il proprio corso con Mazzarri? Gli indizi non sembrerebbero buoni. Forse non siamo abituati alla risolutezza indonesiana eppure, a me, il tipo non sembra uno che si fa grossi scrupoli. Non se li è fatti con Zanetti quando l’ha liquidato con un laconico “a fine stagione parleremo del futuro“, non se li farà con un allenatore che non considera di statura internazionale. Un particolare apparentemente banale: Mazzarri non parla inglese. Per l’idea di internazionalizzazione che ha Thohir, contare su un allenatore che parla solo l’italiano non è un bel biglietto da visita.

D’altronde le interviste di Thohir le ascolto e le analizzo attentamente: le parole più usate sono brand, business, agreement, money. Peppino Prisco non capirebbe nemmeno i sottotitoli in italiano, e non per ignoranza. Thohir non parla mai di passione, tifo, colori e storia. Forse era quello che ci voleva, dopo tanti anni di investimenti folli dettati solo dall’amore di Moratti per l’Inter. Ma permettetemi di sentirmi un po’ spiazzato, da sportivo, davanti a tanta confusione. E capisco anche perché Mazzarri si sia perso per strada le convinzioni di inizio stagione. Intanto c’è un tecnico che con l’Atletico Madrid sta stupendo il mondo intero. Gli esperti dicono che non lascerà mai la Spagna per l’Inter. Io dico che se dovesse vincere la Liga, o la Champions, Simeone lo farà. E l’Inter sarà la destinazione.

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