L’Isis sarebbe arrivata a Milano e Roma e avrebbe orgogliosamente riempito le vie delle due città con cartoline e slogan che ripetono: “Siamo nelle vostre strade”. Il condizionale è d’obbligo per le tante foto che da ieri circolano sul web accompagnate da messaggi intimidatori firmati dallo Stato Islamico con nello sfondo alcuni dei monumenti e luoghi più significativi per il turismo e la storia italiana. Condizionale insomma, con i servizi segreti che sarebbero pronti a scommettere sull’inutilità dei messaggi: “Pura propaganda”, e coniano il termine di “jihad della parola”. Insomma un Isis che, in seguito agli orribili video riempiti di tragiche decapitazioni e barbare esecuzioni, passerebbe ad una fase successiva, per creare paura più concretamente. D’altronde impossibile non provare sdegno per le loro azioni “lontane” ma ben diversa è la paura che può comunicare un messaggio ritenuto “vicino”.
![Credits Photo: [ugl.it]](https://www.ilgiornaledigitale.it/wp-content/uploads/2015/04/igd_e5357eb441c7927268d1d632d540ec54.jpg)
A prestare particolare attenzione da parte della squadra antiterrorismo, è l’account Twitter di un tunisino fanatico della jihad del Califfato, che continua a ripetere che l’Isis è già arrivato e starebbe soltanto cercando l’obiettivo da colpire. Intanto al Duomo di Milano, nelle fermate della metropolitana e addirittura nei tratti autostradali, decine di foglietti col logo del Califfato iniziano a spaventare i cittadini. E mentre la paura nella metropoli lombarda sale anche per il rischio che queste intimidazioni, seppur infondate, possano spaventare i turisti per l’imminente Expo, anche a Roma la situazione non è migliore e spuntano messaggi con la strana firma “Omar Moktar”, leader di Al Qaida, ma anche nome di quel famoso “Leone del Deserto”, eroe libico che condusse la battaglia anti coloniale contro l’esercito italiano. Messaggio tanto simbolico quanto comunque studiato e pensato. Così come il posizionamento dei “pizzini” non può essere casuale.
![Credits Photo: [site]](https://www.ilgiornaledigitale.it/wp-content/uploads/2015/04/igd_beaca506321752f0dc39b98c9e2ace041.jpg)
Intanto i Servizi Segreti tentano tranquillizzare e spiegare che l’unico reale pericolo sarebbe quello di farsi influenzare negativamente da una propaganda che ha come unico obiettivo proprio la paura. La vigilanza è ai massimi livelli e niente sembra lasciato al caso soprattutto nelle vicinanze di obiettivi considerati “appetibili” per l’Isis. Non c’è dubbio però che l’intensificazione improvvisa della propaganda e il relativo cambio di strategia dello Stato Islamico, dimostrano comunque che nonostante meno video e filmati del terrore accompagnino la presunta avanzata del Califfato, il macabro obiettivo di riuscire a collezionare simpatizzanti o perlomeno “disturbatori” in grado di scatenare caos e di appoggiare la campagna jihadista è più che riuscito. Questo è ciò che ormai accade da mesi e questo è ciò che più deve spaventare; il “fascino” che il terrore può scatenare su una fascia della popolazione, spesso tra molti giovani, che non si riconoscono nella società e che credono di poter dare una svolta alla loro esistenza aderendo ad un’ideale pericoloso, rappresenta un ostacolo sociologico non da poco. Paura che si estende anche al Sud in particolare tra Palermo e Catania dove “bandiere” nere sono state fotografate instaurando più di un dubbio. Magari queste, così come le foto e i messaggi per le vie di Milano e di Roma non sono altro che il “gioco” pericoloso di qualche fanatico, che potrebbe continuare per mesi senza riscontri reali di pericolo, ma è già di per sè proprio il fatto che queste iniziative possano partire da “indipendenti” dalle linee guida del Califfato, a rendere “uniche” e difficilmente comprensibili le prossime strategie da attuare per contrastarle.
[ Credits foto in evidenza: pinkroma.it ]