A giudicare dai risultati dei recenti censimenti sulle condizioni di vita della popolazione, l’Italia non sembra essere affatto un paese per bambini, o meglio un paese civile, in grado di tutelare in maniera prioritaria la fascia più debole della società, quella dei minori. La maggior parte risulta infatti essere a rischio povertà ed esclusione sociale, che si alimentano a vicenda, a causa delle condizioni economiche decisamente precarie.

L’Italia è tra i paesi con il tasso di povertà infantile più elevato, comparendo al 22esimo posto (su 29 stati) nella graduatoria complessiva del benessere dell’infanzia nei Paesi ricchi: il 17% della popolazione minorile, pari a 1.750.000 minori vive sotto la soglia di povertà. Una condizione più facile da immaginare per un paese del cosiddetto terzo mondo, che per un paese europeo. Invece l’allarme è proprio sotto i nostri occhi. Si tratta infatti della condizione drammatica dei bambini italiani, che vivono, crescono, giocano, ma sono privati di alcune esperienze quasi scontate, che non dovrebbero più essere un privilegio. Avere il diritto a un’educazione e a una formazione completa, praticare sport e possedere i beni di ordine generale, senza il pericolo di saltare i pasti non dovrebbero di certo essere ancora oggi dei privilegi. Sembra impossibile che un numero così elevato di bambini possa essere protagonista, in un paese civile, di una tale condizione di miseria.

Le conseguenze dell’emergenza infantile sono molteplici, così come i fattori che ne determinano la diffusione così elevata. La crisi economica mette a dura prova famiglie italiane e straniere, soggette alle ondate migratorie degli ultimi anni. Le peggiori condizioni ricadono infatti sui figli degli immigrati, delle famiglie giovani e dei bambini con un solo genitore. Oltre ai rischi per la salute fisica dovuti alla malnutrizione o addirittura alla denutrizione, vi sono anche problematiche di carattere educativo, considerato l’abbandono scolastico.

Emergenza educativa

Secondo un bilancio presentato in questi giorni da Save The Children nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, in Italia sono oltre un milione i bambini in condizioni di indigenza e tre milioni e 500mila quelli a rischio esclusione, a causa della scarsa qualità educativa. La Campania risulta essere la regione con il più grande tasso di povertà educativa, seguita da Calabria, Puglia e Sicilia. Per povertà educativa si intende la scarsa offerta di servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti. La fotografia scattata da Save The Children ritrae un panorama decisamente drammatico.

L’associazione sta però promuovendo un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione in cui si trova gran parte dei bambini, privati delle loro prime volte e della scoperta del mondo. La campagna si intitola Illuminiamo il futuro e uno spot ritrae lo stato di alcuni bambini, che possono per la prima volta essere protagonisti di alcune attività che per molti altri sono normali e scontate. Eppure sembra che una carezza o un bagno in piscina sia una novità per molti di loro.

Educazione, opportunità e speranza

Quella che oggi può essere considerata la fascia debole della società, rappresenta però il futuro di qualsiasi paese. Tagliare le redini all’educazione e alla formazione, significa andare verso una situazione di fallimento collettivo. Illuminare il futuro di tutti i bambini, mettendoli sullo stesso piano dal punto di vista delle opportunità, significa invece aprire un varco per rendere questo paese, tale da poter essere definito veramente civile.

Credits Cover: pinterest.com