Negli ultimi anni sono sempre di più gli italiani che decidono di emigrare all’estero, in cerca di una vita diversa da quella nel nostro Paese, sia dal punto di vista lavorativo che da quello delle abitudini, della cultura e dei modi di vivere. E una gran parte della popolazione italiana, per lo più composta da giovani in cerca di nuovi stimoli, sceglie come nuovo Paese l’Australia per le miriadi di opportunità che offre, per il lavoro, ma anche per lo studio. Unico requisito fondamentale per poter vivere – e soprattutto lavorare – in Australia in maniera dignitosa è conoscere bene l’inglese. Non tutti, però, possiedono un livello di lingua elevato, quasi da madrelingua. Ed è anche per questo che è nata Just Australia.
Just Australia, nata oramai quasi tre anni fa, è un infopoint gratuito ed un’agenzia che aiuta sia gli italiani già in Australia, sia quelli che stanno decidendo se trasferirsi o meno dall’altra parte del mondo. L’offerta che vanta questa organizzazione è assai vasta e spazia dal consigliare quali corsi seguire per imparare o perfezionare la lingua inglese, alla stesura del curriculum vitae, dal fornire informazioni sulla vita nel Paese fino alla ricerca del lavoro perfetto.
Noi de Il Giornale Digitale abbiamo intervistato Ilaria Gianfagna, una delle fondatrici di Just Australia, che ci ha raccontato qualcosa di più del progetto e, in generale, della vita in Australia.
Just Australia è il progetto che hai creato una volta arrivata in Australia. Di che cosa si tratta?
Just Australia è nata quasi tre anni fa da un’esigenza personale. Io stessa all’inizio ho incontrato alcune difficoltà, e anche frustrazioni, nel destreggiarmi tra la burocrazia australiana, i visti, il percorso di studi da seguire, l’assicurazione sanitaria giusta da scegliere e ho notato – insieme a Stefano Riva, con cui ho creato il progetto – che a Melbourne mancava un punto di riferimento per gli italiani. Così è nata Just Australia, che è due cose fondamentalmente: da un lato un infopoint gratuito dove chiedere tutte le informazioni – dal lavoro a consigli per la casa, il conto in banca, l’assicurazione sanitaria e molto altro ancora – e dall’altro un’agenzia, dove richiedere uno student visa, scegliere il corso d’inglese più adatto o un diploma professionale in Australia. Just Australia è infatti convenzionata con centinaia di scuole in tutta l’Australia e supporta tutte le persone che vogliono vivere in un’esperienza di studio e di lavoro down under.
In che modo aiutate chi decide di andare a vivere o trascorrere un periodo in Australia?
La nostra sede si trova in centro a Melbourne ed è aperta con orari di ufficio, dove richiedere, senza appuntamento, informazioni sulla vita in Australia e su percorsi di studio e lavoro. Rispondiamo anche a tutte le richieste che ci arrivano dall’Italia e dal resto dell’Australia, proprio perché grazie alla tecnologia possiamo essere “presenti” ovunque. Quindi da un lato forniamo informazioni gratuite, ad esempio richiediamo il tax file number (il codice fiscale per lavorare), aiutiamo nella stesura del curriculum, apriamo il conto in banca, consigliamo i quartieri in cui prendere casa e i siti su cui cercare appartamento e lavoro. In più, cerchiamo di mettere in contatto i nostri studenti e clienti con i datori di lavoro in cerca di personale: infatti, in questi anni abbiamo sviluppato una serie di contatti e siamo in grado di dare una mano gratuitamente nella ricerca del lavoro. Tanto per fare un esempio molte persone che sono passate da noi, adesso si sono trasferite definitivamente in Australia, semplicemente per un’offerta di lavoro trovata nel nostro ufficio.
La maggior parte degli italiani viene in Australia – si parla di circa 16 mila ragazzi l’anno – con un visto working holiday, che permette di vivere in Australia fino a due anni, con un permesso di lavoro full time, a patto di richiedere il visto entro il compimento dei 31 anni. Altri migliaia di italiani, invece, arrivano con un visto student, che permette di studiare e di lavorare part time. Spesso studiare e riqualificarsi in Australia è un ottimo trampolino di lancio per un futuro down under. Noi ci occupiamo di informazioni generiche, lavoro e percorsi di studio, poi collaboriamo con uno studio di legali per chi ha bisogno di consulenze sull’immigrazione.
Come mai hai deciso di andare via dall’Italia?
Avevo voglia di cambiamento. A differenza di molte altre persone che incontro qui, non sono fuggita dall’Italia per rabbia o delusione nei confronti di quello che ritengo il paese più bello del mondo, dove veramente mi sento a casa. Dopo alcune esperienze di studio e di lavoro in Spagna e in Inghilterra, sono ritornata nella mia Udine e poi dopo qualche anno ho deciso che era il momento di provare una nuova esperienza all’estero.
In realtà in Italia ero felice, con tante collaborazioni come giornalista free lance e addetta stampa, amici e famiglia a cui sono molto legata e la possibilità di viaggiare ogni volta che ne sentissi il bisogno.
Perché hai scelto proprio l’Australia e, in particolare, Melbourne?
L’idea è nata un po’ per caso, anche se avevo già dei contatti e poi volevo partire con un progetto dall’Italia: per questo mi sono iscritta ad un master in comunicazione alla University of Melbourne, che è l’università più prestigiosa in Australia e con un ottimo ranking anche a livello internazionale. Poi, come se non bastassero queste motivazioni, è anche la città più vivibile del mondo.
Quali sono le differenze principali tra il nostro Paese e l’Australia?
Le differenze che si vedono a colpo d’occhio stanno nella burocrazia. In Australia tutto funziona alla perfezione: basta avere una bella idea, essere determinati e anche umili, imparare molto bene l’inglese per realizzare con successo il proprio progetto. Inoltre, l’Australia è un paese estremamente moderno e popolato da milioni di giovani da tutto il mondo, quindi è anche estremamente tecnologico: si fa tutto online o tramite applicazioni e questo permette di risparmiare un sacco di tempo.
L’altra differenza riguarda la gente. Gli australiani sono un popolo molto cordiale e rilassato: infatti, tutti li descrivono “friendly” ed “easy going” ed è molto bello vivere in un ambiente in cui tutti sono sorridenti, educati, ti restituiscono il portafogli se lo perdi e danno molto valore al tempo libero, sicuramente perché il lavoro non rientra nelle loro preoccupazioni quotidiane.
Per ultima, l’altra grande differenza è la tolleranza e il rispetto: l’Australia è un paese estremamente multi-etnico, dove si parlano 200 lingue, dove la tua quotidianità è fatta di caffè italiano la mattina, sushi a pranzo, meeting con il tuo collega colombiano il pomeriggio, aperitivo con gli amici spagnoli e poi cena al thai.

Qual è stato il problema più grande da affrontare una volta che ti sei trasferita?
Forse capire come funzionassero le cose qui in Australia: il sistema è decisamente più rigido di quello italiano e adattarsi a regole così ferree non è stato facile.
In più, il fatto di vivere in una società in cui tutto funziona alla perfezione e tutti rispettano le regole richiede necessariamente una dose di rigidità mentale, a cui noi italiani non siamo abituati. Ed è proprio per questo che spesso sul lavoro possiamo emergere: troviamo una soluzione alternativa al problema, lanciamo un’idea che sembrava impossibile e raggiriamo l’ostacolo.
C’è qualcosa che ti manca dell’Italia?
La cosa che mi manca di più è la bellezza dell’Italia. L’Australia è un paese meraviglioso, ma non ha il ciottolato per terra, gli aperitivi in piedi al bar, le piazze, il prosciutto crudo, quello buono, gli agriturismi con i piatti regionali e soprattutto gli amici e gli affetti.
È troppo lontano per tornare spesso e forse questo è l’unico grande limite di vivere in Australia.
Servono determinati requisiti per poter trovare lavoro o studiare in Australia?
C’è moltissima concorrenza: ormai in Australia arrivano 25 mila italiani l’anno, quindi è fondamentale essere competitivi, con un ottimo livello d’inglese e con qualifiche ed esperienze da poter rivendere.
Ci sono poi lavori più o meno richiesti: ad esempio, la ristorazione è uno dei settori più in voga in Australia e gli italiani sono avvantaggiati da questo punto di vista. Poi si cercano tanti medici, ingegneri, infermieri, chef, piastrellisti, muratori, architetti. Ma senza inglese è veramente difficile emergere.
Che consiglio dai a chi non è soddisfatto della propria vita e vorrebbe trasferirsi all’estero ma non ha il coraggio necessario per farlo?
Trasferirsi all’estero non necessariamente cambia la qualità della tua vita, perché ci sarà sempre qualcosa che manca, ma cambia il tuo modo di vivere e di percepire il tuo ruolo nel mondo. Per questo è una bella idea, anche solo un periodo breve, giusto per vedere cosa c’è là fuori e magari diventare una persona migliore. Almeno per me è così.