Dopo la befana, che ha portato alla Juventus dolcetti e carbone per la prestazione a due facce espressa nel derby d’Italia, si è ridotta ad una sola lunghezza la distanza con l’antagonista dei bianconeri in questo campionato, la Roma di Rudi Garcia. La compagine di Allegri ha mostrato nel mese di dicembre una leggera flessione nei risultati che ha permesso ai giallorossi, seppur a volte in maniera rocambolesca, di ridurre il gap con la capolista.
Oggettivamente, ci sarà un motivo per il quale la Juventus di oggi ha sei punti in meno in campionato rispetto a quella dello scorso anno ma di certo non gliene si può fare una colpa a Massimiliano Allegri, che a differenza del suo predecessore Antonio Conte, è ancora in corsa per la Champions League. L’obiettivo minimo degli ottavi di finale, che porta tanti soldi nelle casse della società, è stato colto dopo aver sofferto nel girone, grazie al carattere mostrato in alcune situazioni davvero critiche come nella gara interna contro l’Olympiakos. Come detto però, è innegabile dire che c’è stata qualche battuta a vuoto: il primo obiettivo (in ordine cronologico e non d’importanza) della stagione, la Supercoppa Italiana, è stata buttata al vento per mancato cinismo dopo una partita accesa, divertente, strabiliante conclusasi alla lotteria dei rigori a favore dei partenopei nonostante un super Buffon.
Ma la Juventus non ha mostrato un’involuzione nel gioco quanto nella forma fisica e più specificatamente nei secondi tempi delle partite in cui ha contratto la cosiddetta “pareggite”. Tralasciando il match contro la Fiorentina, basato sull’equilibrio dal principio alla fine, nei confronti contro Sampdoria, Napoli e Inter i bianconeri hanno mostrato una superiorità schiacciante nei primi quarantacinque minuti che è stata legittimata sempre in minima parte, ovvero con un solo gol di vantaggio nonostante le miriadi di occasioni create. Quel che è mancato è stato il cinismo necessario per chiudere definitivamente le partite dopo pochi minuti, come sottolineato più volte dal tecnico livornese arrabbiatissimo dopo alcuni pareggi di troppo. L stanchezza denotata nei secondi tempi non è altro che la logica conseguenza di un primo tempo quasi sempre condotto ad una velocità da marziani, da top club europei. Se la Juventus riuscisse a garantire per novanta minuti la stessa intensità, avrebbe buone possibilità di fare strada in Champions League, a partire dalla doppia sfida al Borussia Dortmund.
Non è appagamento o crisi, è solo stanchezza. E forse Allegri sta pagando un po’ d’inesperienza, così come Conte nel primo anno di Juventus, conclusosi comunque con uno straordinario scudetto vinto da imbattuto. L’appannamento c’è ma il gioco non manca, e con questo ingrediente necessario, nessun obiettivo è precluso: i campioni d’Italia han voglia di spazzare via le polemiche e dimostrare per il quarto anno di fila che i migliori sono ancora loro.