In tanti se la ricordano ancora come Babi, la dolce e ingenua ragazzina di buona famiglia che si innamora dello scapestrato Step nel film cult delle adolescenti «Tre metri sopra il cielo». Ma da allora di tempo ne è passato, e la ragazzina neppure ventunenne che in coppia con Riccardo Scamarcio fece piangere e sognare milioni di giovani spettatori, oggi si è fatta decisamente donna. E a 31 anni Katy Saunders è una donna più saggia e matura, e in grado anche di prendere decisioni importanti, che possono cambiarti la vita. Come quella di allontanarsi per un po’ dalle scene e dedicarsi ad altro e, soprattutto a sé stessa. Lontano dal grande schermo Katy ha riscoperto sé stessa, il suo amore per la natura, e ha messo a frutto la sua laurea bocconiana in Economia aprendo una startup: la Suki Suki Juice, un laboratorio che produce succhi di frutta e concentrati di verdura rigorosamente bio. Ma ora, dopo tre anni di silenzio, è pronta finalmente a tornare al suo primo amore: il grande schermo. E lo fa al fianco del DJ radiofonico più amato e odiato d’Italia: Marco Mazzoni. Dal 31 marzo infatti l’attrice è in sala con il film distribuito da Medusa, «On Air – storia di un successo», dove interpreta proprio la moglie di Mazzoli, Stefania Pittaluga. La pellicola tratta dal libro autobiografico dello speaker, “Radiografia di un DJ che non piace – La mia vita dentro e fuori lo Zoo di 105”, racconta, attraverso ricordi ed episodi della storia della radiofonia italiana contemporanea, la storia del celebre programma satirico Lo Zoo di 105 ma anche, e soprattutto, il cammino di un uomo verso la realizzazione del suo sogno di successo. Un successo che Katy, nata a Londra da padre britannico e madre colombiana, ha trovato in Italia, esordendo da giovanissima, a soli diciassette anni, nel film «Un Viaggio Chiamato Amore» diretta da Michele Placido. Poi la popolarità incredibile avuta col film di Luca Lucini tratto dal libro di Federico Moccia, «Tre Metri Sopra al Cielo», e il sequel «Ho voglia di te». Una popolarità che però non le ha fatto montare la testa. Perché come ci ha raccontato in questa intervista a Il Giornale Digitale, il vero successo è “restare umili e fedeli a sé stessi”.
Sei al cinema con ON AIR – storia di un successo, film sullo storico programma radiofonico Lo Zoo di 105. Cosa ti ha incuriosito di questo progetto da spingerti a partecipare?
Le circostanze della vita, avevo fatto un primo incontro con il regista Davide Mazzoli che mi ha affascinata. E credevo fosse andata molto bene ma non mi ha presa. Poi per qualche ragione del destino mi hanno chiamata la sera prima chiedendomi se fossi stata disposta a stare sul set la mattina dopo.
Io credo nel destino.
Come definiresti il tuo personaggio, Stefania?
Stefania è una donna in gamba e sicura di sé, ed è di sostegno a Marco. Lo capisce e sa come prenderlo. Si bilanciano, in tutti i modi.
Questo film racconta il cammino di un individuo verso la realizzazione del suo sogno. Un percorso che inevitabilmente è segnato dalle scelte che si fanno. Qual è la scelta che ha cambiato la tua di vita?
Scegliere di non frequentare l’università a Londra. Ho preso un anno sabbatico per girare il mio secondo film. E nel frattempo mi ero decisa di entrare in Bocconi. Il patto con i miei genitori era quello di entrare in Bocconi o se no sarei dovuta andare a Londra. E se fossi andata a Londra difficilmente avrei fatto poi l’attrice.
Cosa significa il “successo” per te?
Il successo è essere in pace con se stesso. È un viaggio fatto di obiettivi e determinazione, fallimenti e perseveranza.
E sempre parlando di successo. Il tuo personale è arrivato da giovanissima con il ruolo di Babi nel film cult “Tre metri sopra il cielo”. Si può gestire il successo quando arriva così presto?
A me piace pensare che quello è stato un successo del mio percorso. Ma il successo non è diventare famosa. E se sai questo non c’è molto da gestire, se non apprezzare. L’importante è saperlo collocare e rimanere umili e fedeli a se stessi.
Alcuni attori spesso faticano a scrollarsi di dosso il ruolo che gli ha dato un’enorme popolarità. Per te invece? L’essere ricordata come la “Babi di Tre metri sopra il cielo” ti ha penalizzato in qualche modo?
Certo non è facile scrollarsi di dosso un personaggio che è entrato nel cuore di tante persone. Ancora oggi per molti rimango Babi. Ma sono sicura che ci sarà spazio anche per altri personaggi in futuro. E posso solo essere contenta che un mio personaggio rimanga ancora così vivo nel tempo.
È impossibile raggiungere notorietà senza perdere il beneficio dell’anonimato. E con i social network tutto questo si è amplificato. Qual è il tuo rapporto con i rumors, veri o presunti che siano, che circolano in rete su di te? Quanto ti condizionano?
Non ho un buon rapporto con il gossip. Non amo essere troppo al centro dell’ attenzione e non mi piace che si parli di me se non per il mio lavoro. Ma è una cosa che non si può gestire, e devo imparare a non farmi condizionare. Invece tendo a chiudermi come un riccio e andare alla ricerca di quello che amo: la natura e la solitudine, per restare fedele a me stessa.
Sei rimasta a lungo lontano dal grande schermo. Poche proposte allettanti o piuttosto una scelta consapevole? Come hai trascorso questo periodo, a cosa ti sei dedicata?
Si è vero. E di recente ho scoperto che nel mio subconscio era quello che volevo. Ma non lo dicevo a voce alta, né lo ammettevo a me stessa. Credo sia normale che ognuno, a un certo punto, faccia i conti con quello che sta facendo nella vita. E oggi sono sicura di chi sono e di quello che voglio come attrice e come persona. Nel frattempo ho viaggiato molto, ho vissuto a Los Angeles, ho creato un team che mi segue per iniziare a lavorare di più all’estero e soprattutto ho iniziato una startup.
Sei nata Inghilterra e hai origini anche colombiane. Hai trascorso l’infanzia tra Londra e l’Italia, e ora vivi tra Roma e Los Angeles. Katy, ma dov’è per te casa?
Io sono un po’ figlia del mondo. Direi che le mie radici sono ovunque si trovi la mia famiglia. È lì che torno sempre, e lì che passo i Natali e tutte le feste importanti.
In molte delle foto che pubblichi sul tuo profilo Instagram sei con valigia al seguito pronta a nuove avventure. Qual è il viaggio più incredibile che hai fatto e quello che invece sogni di fare?
Il viaggio che ho amato di più senza dubbio è quello in Africa, in Kenya, una terra magica: sei amiche a cavallo per 10 giorni. Ancora non avevo scoperto il mio amore per la natura. Ero una city girl. Ma l’Africa mi ha regalato quella che ad oggi definisco me stessa. Una parte di me lì è rinata. Un viaggio che vorrei assolutamente fare è visitare la Colombia. Ogni volta che atterrò lì sento un qualcosa di profondo nel sangue. Ma non ho mai avuto l’occasione di vedere da vicino le sue vaste terre meravigliose, ci vado in genere a Natale per vedere la famiglia, ma non ‘alla scoperta’ come invece vorrei.
Riavvolgendo all’indietro il nastro della tua carriera, cosa rifaresti senza pensarci anche domani e cosa invece cancelleresti per sempre?
Qui non c’è una risposta vera e propria perché sono fiera di quello che faccio, e credo che ci sia sempre un perché ad ogni tipo di esperienza. L’importante è essere sempre grati e positivi, ed aperti alla prossima occasione che ci capiterà.
Guardando a domani invece. Cosa ti dice il futuro?
Da poco ho scoperto che la K e Y e credo anche la X portino fortuna, successo garantito . Il mio nome ne ha due su 3….Vedremo. Non so cosa mi porti esattamente il futuro, ma so che sarò felice.