Sin da piccole la maggior parte delle bambine sogna il giorno più bello della sua vita. Quello in cui si è protagoniste indiscusse, quello in cui ci si sente delle vere e proprie principesse, con il vestito più bello del mondo, il bouquet colorato, i capelli acconciati e lui: il nostro principe, l’uomo della nostra vita, quello che abbiamo sempre desiderato.

Poi si cresce e quel giorno arriva, arriva davvero. E la vita cambia radicalmente. Finché una mattina non ci si sveglia con un marito nel letto e una fede che sta stretta. Eppure prima del matrimonio quell’anello andava così bene.

La depressione post wedding colpisce oltre 4 donne su 10. E sì, il gentil sesso è chiaramente più colpito. I motivi di fondo possono essere svariati ma spesso un motivo vero e proprio neanche c’è. All’improvviso ci si sente cambiati, ci si sente incatenati in quella vita coniugale, tanto desiderata.
Durante questa fase è facile cadere in tentazione e la voglia di evadere porta più della metà di queste donne tra le braccia di un altro uomo. Il tradimento costringe a guardare in faccia la realtà, a fare i conti con l’insoddisfazione, con gli umori neri, la compromissione della vita di coppia. Il partner ne risente molto più di quel che dimostra, spesso si sente responsabile, porta addosso il peso della nostra infelicità, distruggendo irrimediabilmente quel che rimane del rapporto.

Un’ultima spiaggia è la terapia di coppia. Parlare con uno psicologo, mettere in luce tutto ciò che fino ad allora avevate solo pensato è un passo importante. Discuterne con la propria metà, ammettere i propri limiti, fare i conti con le vostre paure ma anche con le vostre colpe. Spesso utile perché aiuta a salvare un matrimonio, il vostro. A volte però vi mette nelle condizioni di capire che alcuni limiti non siete in grado di superarli.

Abbiamo contattato il dottor Federico Sandri, psicologo di coppia, che ci ha aiutato a capire cosa c’è alla base della depressione post-wedding e come superarla.

Dott. Sandri, secondo alcune ricerche si sta manifestando un aumento di divorzi, anche a distanza di pochi mesi dal Matrimonio. Negli anni è cambiata la coppia, il loro modo di affrontare la relazione oppure ci siamo impigriti a tal punto da non riuscire a portare fede al famoso “finché morte non ci separi”?

Innanzitutto diciamo che è cambiata la normativa legale che prevede una velocizzazione delle procedure per lo scioglimento dei vincoli matrimoniali. Forse è anche uno specchio dei tempi: siamo tutti molto più individualisti di quanto lo erano i nostri genitori e forse troppo poco disposti a negoziare sui nostri limiti e su quelli dell’altro. In aggiunta a questo sempre più coppie si rivolgono a terapeuti esperti nel portare chiarezza al livello emotivo del disagio vissuto dalla coppia; in questo modo si giungerà in sede legale più velocemente e con maggiore chiarezza rispetto ai propri bisogni, avendo già elaborato precedentemente le conflittualità pregresse. Abbiamo sempre la sensazione che ci sia poco tempo anche se non abbiamo ancora chiaro che cosa vogliamo farne del tempo che fugge.

Credits photo: Russotto Photography
Credits photo: Russotto Photography

Secondo delle statistiche oltre 4 donne su 10 hanno avuto un momento di depressione dopo il matrimonio, detta appunto post-wedding. Il 52% di queste donne ha cercato un amante durante il primo anno di matrimonio. A cosa è dovuto questa ricerca di tradimenti?

Credo che il tradimento nella coppia sia sempre una occasione per farsi delle domande in merito al funzionamento della relazione. A volte il tradimento ravvicinato al matrimonio è metafora della paura dei vincoli appena presi, un modo per fuggire, anche se solo occasionalmente dal timore della stasi coniugale. Forse di questo sono anche responsabili gli uomini, meno in grado di rendere il matrimonio una esperienza stimolante; dopo il gran giorno molti uomini cambiano il loro comportamento e da stereotipati predatori diventano altrettanto stereotipati pantofolai, così il gioco della seduzione riprende fuori dalla coppia e la donna ricerca qualcuno che la faccia sentire di nuovo speciale e amabile.

Sfatiamo o confermiamo il mito che il tradimento, se poi perdonato, rafforza il rapporto di coppia e ravviva la passione?

Nella mia esperienza sono davvero pochi i casi in cui il tradimento rafforza la coppia, forse perché sono davvero rari i casi in cui, contrariamente a quanto viene comunicato, il tradimento viene davvero perdonato.

Quali sono le motivazioni più ricorrenti, in base alla sua esperienza, che conducono al fallimento del matrimonio?

Sono tanti i motivi che fanno finire una relazione: l’assenza della sessualità, la carenza di intimità, l’abbandono dei figli. Credo che alla base di tutti questi epifenomeni tuttavia ci sia sempre l’incapacità di negoziare e rinegoziare gli obiettivi di vita personali e di coppia. Spesso le coppe in terapia rievocano di fatto un momento in cui non si sono più sentiti alleati con l’altro, questo punto, quando non elaborato e consapevolizzato, può diventare l’inizio della fine della relazione di coppia e del matrimonio.

Se c’è, qual è il segreto per un matrimonio duraturo e soprattutto felice?

Non dare per scontato che il matrimonio sussista solo perché si è preso un impegno e lo si è dichiarato. Credo sia necessario avere il coraggio per chiedersi in modo onesto dove si sta andando, quali sono le risorse che si è disposti a mettere in campo per il benessere di entrambi, accogliere con amorevolezza i limiti personali e quelli dell’altro accettando che la coppia è una grande possibilità per mettersi alla prova e per scegliere assieme una via da percorrere.

Quante coppie, dopo la terapia, riescono effettivamente a riparare le crepe del rapporto e ritrovare la felicità di stare insieme?

Tutte quelle che sinceramente si mettono in discussione. Direi, rigirando la sua domanda, che tutte le coppia che si mettono in seria discussione sono destinate ad ottenere un maggiore benessere, se non in coppia, allora come individui. Credo che il ruolo del terapeuta di coppia non sia quello di fare a tutti i costi rimettere assieme delle persone, a volte il migliore modo per fare stare bene una coppia è aiutarla a separarsi in modo civile. Stare in coppia è una esperienza da eroi. E l’eroe è chi va oltre i propri limiti, chi entra in contatto con l’ignoto, chi sa andare oltre sé stesso.