Se c’è un segnale forte che si può davvero cogliere dalla vittoria di Tsipras e della sua “Syriza” nelle ultime Elezioni Politiche greche è senza alcun’ombra di dubbio l’affermazione di una Sinistra radicale, che non si vergogna nel definirsi marxista, ostile all’austerity comunitaria imposta dalla Merkel e dalla cosiddetta “Troika” e pronta a rimettere in discussione quei vincoli di bilancio e quegli accordi che erano stati presi in funzione della grave crisi economica che ha in particolare colpito Paesi come la Grecia. L’affermazione evidente di “Podemos” in Spagna completa il quadro della situazione e lascia pochi dubbi su quella che è stata una lenta ma inesorabile svolta a Sinistra.
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Le ragioni del successo di “Syriza” e “Podemos”
“Syriza” e “Podemos” sono per molti l’equivalente di Tispras e Iglesias; la componente carismatica dei due leader è senza dubbio l’ingrediente fondamentale che ha permesso di catalizzare consensi ed attirare voti trasversali riuscendo a toglierli ai Partiti tradizionali. Naturalmente la crisi e l’eccessivo sforzo economico e sociale a cui sono stati chiamati i greci e gli spagnoli hanno fatto il resto. In un periodo di grandi difficoltà è naturale il senso di sfiducia e di rassegnazione nei confronti della politica, e piccoli- grandi segnali come il rifiuto di accettare regole e imposizioni giudicate troppo severe e calate dall’alto riescono a far convergere l’apprezzamento dei cittadini verso posizioni più estreme e anticonformiste.
Che poi siano riusciti a bloccare l’ascesa del populismo di destra, è un altro fattore da non sottovalutare che ha fatto propendere molti storici elettori di centro-sinistra a scegliere il “male minore”. Da qua la relativa e prevedibile perdita di voti dei Partiti Socialisti.
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La crisi della Sinistra socialdemocratica
C’era una volta il Psoe di Zapatero; quella piccola isola felice socialdemocratica spagnola che riusciva a salire al potere e a dimostrare come fosse possibile governare senza però rinunciare ad ideali di Sinistra. Sette anni di grandi cambiamenti, in particolare in tema di libertà etica e di tutela dei diritti, ma con l’arrivare della crisi la ricetta che sembrava vincente e destinata a durare si è sciolta in breve tempo. Non molto diversa la situazione del Pasok greco, Partito che ha governato senza interruzione per gran parte degli ultimi mandati elettorali del Paese.
I popoli spagnolo e greco sono stati di fatto costretti a cambiare rotta e ad affidarsi ad un più rassicurante centro-destra popolare e conservatore; scelta approvata dalla Troika e che ha permesso ai due Paesi di prendere determinati accordi che però hanno strozzato ulteriormente le possibilità di crescita. Ai Partiti socialisti è imputata proprio la colpa di non aver saputo fare sufficientemente da contraltare alla politica rigida e di austerity imposta, e anzi di esser scesi ad accordi e alleanze con la Destra. L’esempio greco di un Governo conservatore con l’appoggio diretto del Pasok è dimostrativo di come sia stato possibile che un Partito solido e storicamente forte, abbia perso credibilità e voti in poco tempo a favore di una Sinistra più radicale.
L’eccezione del Pd di Renzi
Eccezione a questo fenomeno il Pd di Renzi che sembra anzi riuscire ad accrescere i propri consensi e a neutralizzare ogni possibile discorso di ascesa politica della Sinistra italiana, frammentata e confusa, che si affida all’immagine di leader stranieri perchè incapace di costruire un progetto proprio.
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Resta allora soltanto di attendere la tanto attesa fine della crisi ed una ripresa economica lenta ma inesorabile. Probabilmente col tempo, la probabile difficoltà per la Sinistra radicale ( Tsipras in particolare ) di mettere in atto un programma troppo costoso, unita ad un costante lavoro da parte dei Partiti socialisti di riconsolidamento sul territorio, permetterà al centro-sinistra di tornare a fare la propria parte.
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