“Oggi la democrazia batte la paura”, aveva detto Tsipras all’indomani del referendum del 5 luglio con cui la Grecia ha detto un coraggioso “no” all’austerità. Tra la paura e un futuro incerto i Greci hanno scelto quest’ultimo. Sulle loro spalle però pesa un recente passato e un presente segnato dalla parola crisi. Una crisi che non è solo un concetto astratto che leggiamo sui giornali, ma qualcosa di reale che, purtroppo ha un impatto negativo e talvolta drammatico sulla vita quotidiana delle persone che in Grecia ci vivono. In molti hanno perso il lavoro, alcune famiglie riescono a tirare avanti solo grazie alle pensioni dei nonni, che però hanno subito tagli drastici, altri nemmeno quello. A pagare la crisi sono soprattutto i giovani. Secondo i dati dell’Eurostat in Grecia il 50,6% dei giovani è disoccupato. E ad oggi quasi un terzo degli 11 milioni di greci vive al di sotto della soglia di povertà. Mentre va avanti il tira e molla tra il governo di Alexis Tsipras e l’Eurogruppo per impedire la bancarotta, i greci si preparano ad altri anni di sacrifici. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare da parte la cronaca politica per raccontarvi la crisi greca attraverso gli occhi di chi la vive ogni giorno. Quella che segue è l’intervista che Il Giornale Digitale ha realizzato con una cittadina ellenica, Maria Smyrli (usiamo un nome di fantasia per proteggere la sua privacy), a cui abbiamo chiesto una testimonianza reale di quanto sta avvenendo a pochi passi da noi. Le sue parole tradiscono il momento difficile che attraversa il paese. Il “no” gridato al referendum non ha spazzato via del tutto il timore dell’ignoto. La speranza, però, non muore. Nonostante tutto.
Dopo il risultato del referendum che atmosfera si respira in Grecia?
Con l’eccezione di una minoranza convinta che tornare alla dracma avrebbe funzionato e migliorato la vita delle persone, la stragrande maggioranza dei greci voleva rimanere nella zona euro. Ovviamente non siamo contenti di queste misure di austerità, peggiori che mai, ma di fronte alla pessima alternativa del fallimento, questo è il male minore. Molte persone sono sollevate di aver superato il peggio anche se abbiamo ancora paura di ciò che il futuro ha in serbo per noi.

Come hanno vissuto i Greci questi mesi così difficili di ristrettezze? A cosa stanno rinunciando per far fronte alla crisi?
Ci sono Greci costretti a vivere con un tenore di vita al di sotto della soglia di povertà e non possono affrontare una maggiore austerità, non riuscirebbero a sopravvivere. Alcune persone vivono senza elettricità, bambini che svengono a scuola perché sono malnutriti e dipendono dagli aiuti sociali. La maggior parte delle persone in questi giorni cerca di spendere solo i soldi per i beni assolutamente necessari. Chi ha i risparmi, non li spende, perché c’è una grande incertezza per il futuro. Purtroppo, anche se la gente ha meno soldi, il costo della vita resta alto e lo sarà ancora di più con la maggiore IVA che verrà applicata. Comunque i Greci sono persone orgogliose che riescono sempre a mantenere vivo il loro senso dell’umorismo. Quindi continueremo ad uscire la sera, anche se possiamo permetterci solo uno souvlaki o un caffè, a ridere e a cercare il lato positivo della situazione. È poi ammirevole la decenza e l’orgoglio del popolo greco, come riusciremo a stare in fila per il nostro limite giornaliero di 60€, ma nessuno si lamenta, nessuno spinge…
In che modo la crisi ha toccato te e la tua famiglia?
La mia famiglia e io non siamo state colpiti duramente come gli altri, siamo quelli “fortunati”. Eppure mia madre, che è una pensionata, non riesce a sopravvivere solo con la sua pensione che ha subito un taglio drastico, non è più sufficiente. Ha qualche risparmio in banca, ma abbiamo bisogno di mantenerli intatti in caso di malattia. Ma ora che le banche sono chiuse, non possiamo neppure accedervi a questi risparmi. Così aiuto io mia madre a coprire molti dei suoi costi. Tuttavia ci sono anziani in condizioni peggiori, perché i loro figli non riescono a contribuire e non possono nemmeno comprarsi le medicine. In questi giorni io e mio marito cerchiamo di spendere per i beni di base e di non esporci troppo perché non sappiamo cosa accadrà. Questa è la cosa peggiore: la paura del domani, l’incertezza, dopo aver lavorato sodo per tutta la vita non essere in grado di godere il frutto del proprio lavoro, perché potresti non avere più un lavoro e dei soldi. Fondamentalmente così perdi la libertà di scelta, la scelta di come vivere la tua vita. Potresti ancora avere cibo sul tuo tavolo, ma ci dovrebbe essere di più di così nella vita…

Una delle immagini che hanno colpito noi all’estero è la disperazione dei cittadini in coda ai bancomat. Per te che la stai vivendo di persona cosa ti ha colpito di più?
Non sapere se si avrà abbastanza soldi per affrontare le necessità quotidiane o una situazione di emergenza, è la cosa peggiore. Come ho già detto prima, dopo aver lavorato sodo per tutta la vita, essere ridotto ad aspettare in coda ogni giorno per 60 € (o, talvolta, anche solo € 50) è umiliante. Viviamo con una paura costante per il futuro, che non va mai via, e questo mette la nostra vita in attesa. Non si fanno piani per il futuro, non si hanno più sogni. Tutto quello che puoi sperare è che le cose non andranno peggio di così …

La forza di un paese che vuole crescere dovrebbero essere i giovani. Eppure molti giovani greci, disoccupati, vivono grazie alle pensioni dei genitori e dei nonni. La realtà greca, oggi, appare decisamente cupa.
Molti giovani sono stati costretti a lasciare la Grecia per cercare lavoro altrove, e così la Grecia sta invecchiando rapidamente. Sì, in effetti l’umore è nero ma noi cerchiamo di cogliere anche il più piccolo raggio di sole e di speranza, quindi, anche la più piccola buona notizia dall’Eurogruppo, oggi come oggi, ci dà qualche speranza.
L’ombra della crisi rischia di abbattersi anche sul turismo, tanto da parlare di allarme fuga di turisti. Cosa puoi dirci in proposito?
La Grecia è un paese bellissimo, un paese sicuro ed ospitale, e la gente non deve aver paura di visitarla. Questo è il momento perfetto per i turisti per visitarla. I turisti difficilmente realizzeranno di trovarsi in un paese in crisi, perché noi cerchiamo di rendere le cose il più semplici possibili per loro.

Cosa vuoi e speri per il tuo paese?
Spero che all’estero si rendano conto che il popolo greco non è fatto di persone pigre che vogliono solo divertirsi al sole e non pagare il loro debito, come talvolta vengono dipinti. Siamo gente che lavora duramente, le persone impiegate nel settore privato lavorano 50-60 ore alla settimana in media. Ma soprattutto spero che ci saranno delle riforme che permetteranno la crescita e l’espansione degli investimenti e della produttività. Non dobbiamo focalizzarci solo sui servizi e sul turismo, ma anche su quelle attività relative ai settori produttivi che permettono di rafforzare le esportazioni e l’economia del paese. Spero in una stabilità economica e politica che convinca gli investitori stranieri a tornare in Grecia, che crei nuovi posti di lavoro, infonda speranza nelle nuove generazioni e che restituisca la fiducia nella Grecia e nel suo popolo.
[Credit Foto Cover: Theophilos Papadopoulos / Flickr]