Nonostante molti ne abbiano parlato negli ultimi giorni, forse non tutti conoscono ancora la storia di Luigi, arbitro 17enne della sezione di Lecce. Il giovane fischietto è stato aggredito la scorsa settimana, durante la partita di Seconda Categoria tra Atletico Cavallino e Cutrofiano, da calciatori, dirigenti e tifosi che avevano invaso il campo dopo un rigore concesso agli avversari. A questa violenza fisica, aveva fatto seguito anche una violenza verbale, con le parole di un indegno presidente che affermava che tutto quello che era successo, era ben poco rispetto a quanto Luigi avrebbe meritato. Una pena, una pena per aver, a detta della società interessata, sbagliato una decisione arbitrale. Quello che fa pena in realtà, è la situazione in cui si è ritrovato il giovane arbitro pugliese, finito al Pronto Soccorso di Lecce per i lividi, le ecchimosi e le contusioni riportate.
Una situazione che Luigi ha saputo affrontare con la maturità che lo contraddistingue, quella che la passione arbitrale gli ha trasmesso da qualche anno a questa parte. Luigi non ha mollato, anzi, non vede l’ora di scendere di nuovo sul campo per inseguire quel sogno che ha in testa da quando ha deciso di indossare la divisa arbitrale: la Serie A. Quello stesso campo di calcio che dovrebbe essere un luogo di attività sportiva e non palcoscenico per eventi ignobili come questo. Lo sport italiano ha perso tante volte, ha perso di credibilità, di valori, e questa è un’altra sconfitta amara per tutti.
La lezione invece ce l’ha data proprio Luigi. Lui non ha mollato nonostante la drammatica esperienza vissuta, e i tanti attestati di stima, i messaggi di conforto e di vicinanza ricevuti, lo hanno portato a stringersi ancora di più a questa associazione qual è l’AIA. Luigi ha voluto ringraziare tutti quelli che gli son stati vicini, scrivendo una lettera che noi vogliamo riportare integralmente, con la speranza che eventi del genere possano non ripetersi mai più.
La lettera di Luigi Rosato
A te papà, GRAZIE, perché domenica, oltre a sopportare freddo, vento e i soliti insulti rivolti a me, ma che offendono anche chi accompagna noi arbitri, hai sopportato tanta rabbia per quello che è successo e, soprattutto perché, bloccato da una recinzione, non hai potuto fermare la mano di chi mi colpiva. Grazie, perché solo quando sei entrato tu nello spogliatoio, pochi minuti dopo l’aggressione, con il tuo abbraccio mi sono sentito al sicuro.
A te mamma, GRAZIE, perché nonostante quella sola volta che sei venuta a vedermi arbitrare, dopo solo mezz’ora, ti sei allontanata non potendo sopportare i toni e le contestazioni che mi venivano rivolti e, nonostante ieri lavavi la mia divisa sporca di sangue con gli occhi lucidi di pianto, mi hai sempre incoraggiato e sostenuto con il tuo sorriso.
Ai vertici e componenti A.I.A. e F.I.G.C. nazionali e regionali, GRAZIE, perché con l’attenzione che avete dedicato al mio caso e all’impegno che state assumendo perché situazioni del genere non possano più accadere, avete dato un senso positivo a quanto mi è successo.
Ai colleghi arbitri di tutta Italia dalla Serie A ai Giovanissimi, GRAZIE, perché, con le vostre telefonate e i vostri messaggi di affetto, mi avete fatto capire quanto è grande questa mia seconda famiglia e che un arbitro, in qualsiasi posto d’Italia si trovi e in qualsiasi situazione, non è mai solo.
Al presidente Paolo Prato, agli osservatori e a tutti i colleghi della sezione di Lecce, GRAZIE, perché sin da subito vi siete stretti a me ed alla mia famiglia, incoraggiandoci e aiutandoci a superare il momento. Grazie perché martedì, alla riunione OTS, con la vostra accoglienza e le vostre parole di stima e affetto, mi avete fatto sentire fiero di essere un arbitro e di avere persone come voi sempre accanto, sentimento rafforzato ancor più dopo aver letto il vostro articolo “FORZA LUIGI”.
GRAZIE DI CUORE A TUTTI
Luigi Rosato