La bellezza non basta. Ci vogliono charme, personalità e la capacità di bucare lo schermo.
Il mondo è pieno di belle donne e per accedere alla gloria del grande schermo, la bellezza non deve mancare, anzi deve essere una delle caratteristiche principali. I nomi di splendide e perfette donne sfilano sulla bocca di tutti come se fossero in passerella, suscitando desideri, passioni sfrenate, e diciamolo, anche un bel po’ di invidia da parte del mondo femminile.
Si parla spesso di dive, star e celebrità. Dall’oggi al domani chiunque può far diventare realtà il sogno di diventare famoso, soprattutto negli ultimi anni, con la rincorsa alla notorietà a tutti i costi, che ha segnato la nostra generazione. Le star contemporanee di certo non hanno caratteristiche valide ad alimentare un mito che possa resistere al passaggio delle generazioni, anche se ottime attrici, per questo siamo sicuri che il fenomeno del divismo non esista più. Quelli che infiammano i cuori del pubblico in delirio, sono fuochi fatui, destinati a spegnersi.
La tradizione cinematografica del passato, ci riserva l’identikit della diva. Fascino e bellezza non bastano, sarebbe troppo facile. Una diva per essere tale deve avere quel qualcosa in più che possa fare la differenza, deve rappresentare un modello di comportamento e al contempo una valvola di sfogo per scappare dai problemi e le frustazioni della vita reale. Le dive sono ancora capaci di intrappolare il pubblico in una rete di fascino e charme indiscutibile.
Lo spogliarello della sensuale Sophia Loren in “Ieri, oggi e domani” di Vittorio De Sica, l’eleganza dell’iconica Audrey Hepburn, nell’ormai celebre “Colazione da Tiffany“, e poi gli occhi di Bette Davis, a cui è stata dedicata anche una canzone, “Bette Davis eyes” di Kim Carnes, gli occhi violacei e la bellezza magnetica di Liz Taylor, la raffinatezza e la bellezza eterea di Grace Kelly, per non parlare poi della “regina delle dive“, l’immortale Marilyn Monroe, i cui film e la sua immagine, nonostante il trascorrere degli anni, rimangono nei ricordi di tutti, indimenticabile nella scena del vestito bianco svolazzante in “Quando la moglie è in vacanza”.
Le dive di oggi non saranno mai quelle di ieri, aldilà della bellezza e del valore artistico. Bisogna rassegnarsi: le dive del passato restano vive nei nostri ricordi, in un certo tipo di cinema ormai morto e sepolto, ormai impossibile da trovare nei volti patinati e spesso ritoccati delle star di oggi. Quegli occhi e quelle bocche tutti uguali, quella facilità nel rimanere “senza veli“, con quel modo di ammiccare alla macchina da presa ormai stereotipato.
Nella società ad alta velocità in cui viviamo, non c’è più spazio per far brillare la luce eterna di una diva. Del resto, quelle donne magiche e misteriose non erano semplici attrici: a loro era permesso tutto, nel bene e nel male, e pur restando lontane, come un meraviglioso miraggio dalla gente comune, erano capaci di concentrare su di sé tutta l’ammirazione da parte di un pubblico sinceramente affezionato, che quasi credeva di conoscerle personalmente.
Tuttavia queste icone straordinarie hanno dato vita all’immagine di una donna nuova, una figura in grado di lavorare autonomamente, di esprimere la propria opinione, di dettare mode, rappresentante, per chiunque, dell’ammirazione delle donne comuni e sogno proibito degli uomini.
Cosa fa di una semplice attrice una vera diva? La capacità di creare attorno a sé un alone glamour di mistero, tramite grandi occhiali da sole e foulard. In controtendenza con la moda degli ultimi anni che ci vorrebbe magre come degli stecchini, la maggior parte delle dive avevano le curve. Viva il vintage, ormai tornato con grande prepotenza nei nostri guardaroba, i tacchi, alti e seduttivi, e le labbra, carnose e sempre messe ben in evidenza da gloss e rossetti dai colori decisi che regalano labbra da baciare.
Quindi basterà una cascata di diamanti, i migliori amici di una ragazza, almeno così cantava Marilyn, e 2 gocce di Chanel N° 5 ed il gioco è fatto.