Tre donne. Tre ritratti attraverso tre secoli, dal ‘500 al primo ‘900. Tre figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella letteratura e che oggi rivivono nello sguardo e nella gestualità di Flora Vona, l’attrice napoletana che il regista Claver Salizzato ha voluto per interpretare queste tre cortigiane nel film «I fiori del male». Una galleria tenuta assieme da uno stesso fil rouge: l’impossibile conciliabilità tra l’amore sacro e l’amore profano. Un conflitto interiore che unisce le esistenze apparentemente diverse di Veronica Franco, poetessa e cortigiana della Venezia rinascimentale, che ebbe anche una breve liason con Enrico III di Francia; di Marguerite Gautier, cocotte nella Parigi dell’Ottocento, poi divenuta celebre come “La signora delle camelie”, nelle opere di Alexandre Dumas e Giuseppe Verdi; e infine Mata Hari, danzatrice e sedicente spia, condannata a morte per le sue dubbie attività di spionaggio durante la prima guerra mondiale. Tre personaggi femminili realmente esistiti, ma colti per un attimo fuori dalla storia. In uno spazio fisico quasi vuoto, in quel luogo dell’immaginazione dove tutto potrebbe essere successo. Un’operazione, produttiva e registica, quella de «I Fiori del male» che, fin dal suo titolo e dai temi trattati, ripresi dal mondo poetico del capolavoro di Charles Baudelaire, tradisce subito la sua vocazione di film d’essai, destinato ad un pubblico di qualità e alle vetrina di Festival Internazionali di prestigio. Non a caso prima di arrivare in sala è stato presentato, lo scorso aprile, al New York International Festival. Un film a basso budget, a cui hanno partecipato molti talenti under 30, ma sullo schermo per tutta la durata della pellicola c’è soprattutto lei: Flora Vona. Un’artista a 360 gradi: attrice, cantante e scrittrice. Una personalità eclettica, un mix di qualità e professionalità e un curriculum di tutto rispetto alle spalle che parlano da sé. Per Flora tutto ebbe inizio da quando L’Oreal la scelse per la sua campagna pubblicitaria in Campania. Da lì in poi le si sono aperte molte altre strade tra musica, altra sua grande passione, cinema e teatro soprattutto. È stata Diana in «Filumena Marturano» di Eduardo De Filippo per la regia di Rinaldo Clementi, Silvia in «Anche l’occhio vuole la sua parte» al fianco di Maurizio Casagrande, protagonista in «Narrazioni Eretiche» e una sovversiva ne «L’Amore impossibile», rappresentazione ispirata da «L’amaro caso della Baronessa di Carini» di Daniele D’Anza al Teatro Massimo di Palermo. Nel 2009 è Esmeralda in «La vera storia di Esmeralda di Victor Hugo» diretto da Giuseppe Celesia e partecipa alla fiction «Moana» di Sky Cinema. Seguono diverse apparizioni in televisione, in «Squadra antimafia Palermo oggi 3» e «Il segreto dell’acqua», e al cinema, nel film «Paolo e Francesca» di Fioretta Mari e nei cortometraggi «A mosca cieca» di Federico Moccia e «Novecento» diretto da Rossella Izzo, fino al 2013 quando recita nel suo primo lungometraggio «L’ultima volontà», una coproduzione Italo-Albanese scritto da Ruzhdi Pulaha e diretto da Namik Ajazi. Dal 24 giugno è in sala con la sua ultima fatica,«I fiori del male», un progetto complesso da recitare, soprattutto emotivamente, per Flora che ce ne parla nell’intervista concessa a Il Giornale Digitale.
È in uscita il tuo ultimo film “I fiori del male”, regia di Claver Salizzato, dove, in qualche modo, sei tre volte protagonista. Ci racconti un po’ di questo progetto?
Il progetto cinematografico «I fiori del male» ha come fulcro il binomio sesso-amore, tre donne diverse, ma unite in un conflitto miscelato da sensi e spiritualità, tre donne sensibili ma forti al contempo e padrone del loro destino.
Tre donne diverse attraverso tre secoli differenti, dal ‘500 al primo ‘900. E un fil rouge che unisce idealmente le loro vite: l’inconciliabilità tra l’amore sacro e profano. Che ritratto di donna viene fuori?
Una donna sfaccettata, moderna e sensibile, che racchiude in sé tutto ciò che un uomo può desiderare.
In che modo hai lavorato sui questi personaggi così diversi tra loro per vissuto?
È stato un duro lavoro, spirituale, psicologico, ho effettuato molti training personali, calandomi in modo empatico nelle loro emozioni più profonde, è stato un viaggio che mi ha temprata ed emozionata, quando uscivo da una vita avvertivo un’ondata di sensazioni miscelate da gioia, dolore , rabbia e felicità, ecco perché amo questo lavoro, mi fa sentire viva e mi fornisce nuova linfa ed ossigeno rigenerato.

Interpreti tre donne: la poetessa Veronica Franco, Margherite Gautier, la signora delle Camelie di Dumas, e la spia Mata Hari. Quale tra queste è quella che hai sentito più vicina? E cosa, invece, ti ha lasciato ciascuna di loro?
Ho sentito fortemente la triade femminile, tutte all’unisono, anche se il Romanticismo della Franco è spiazzante e la sua personalità vivace ed accattivante al contempo.
Cosa significa “essere una donna” oggi?
Oggi più che mai la donna ha un ruolo decisivo anche nella società, vedere delle donne al comando è un’immensa gioia e soddisfazione, abbiamo lottato tanto, e qualcosa finalmente abbiamo ottenuto. La donna oltre all’aspetto materno necessario, deve possedere una tempra invalicabile, senza mai dimenticarsi della femminilità e della dolcezza, una “dolcezza” misurata a mio parere, meglio munirsi di un piccolo scudo protettivo, per le più sensibili intendo.
Guardando al passato, c’è un personaggio femminile che ammiri particolarmente?
Tante si, la Magnani, la Loren, Monica Vitti, Vivien Leigh e Meryl Streep.

Nella tua carriera, invece, a quale modello di attrice fai riferimento?
Un mix tra le attrici che ho detto prima ma soprattutto la Magnani, il suo temperamento mi affascina da sempre.
Nel cinema italiano lo sguardo, quasi sempre al maschile, che esplora l’universo femminile riesce a restituirne adeguatamente tutta la sua complessità? Cosa viene valorizzato e cosa non abbastanza?
Dipende dall’uomo che ci guarda e dal suo patrimonio interno. Spesso l’uomo si sofferma sull’aspetto estetico, ma per fortuna abbiamo menti eccelse nel panorama del cinema italiano che sanno andare ben oltre.
Qual è un ruolo di donna che vorresti interpretare e che ancora non ti è stato offerto?
Mi piacerebbe entrare nei panni di una donna forte, testarda e del sud, ed ancor di più in una Giovanna d’Arco.

Progetti futuri?
Ad Agosto sarò su di un nuovo set in Sicilia….il personaggio è favoloso!