A partire dal 2003 la città di Milano ha ospitato, prima presso il cinema Arcobaleno poi all’Apollo, per ben nove edizioni il Telefilm Festival, un evento unico in Italia che riuniva per cinque giorni i fan delle serie tv e dava loro l’opportunità di incontrare attori di fama internazionale e di vedere in anteprima sul grande schermo alcuni episodi dei telefilm in arrivo dagli USA.

Un contesto quasi familiare dove conoscere tantissime persone accomunate dalla stessa passione “seriale”, partecipare a giochi a tema e ricevere fantastici gadget. Da ben tre anni però questa eccezionale manifestazione è ferma e attende che il Comune di Milano dia il via libera per la decima edizione. Il Giornale Digitale, incuriosito da questa anomala situazione, ha deciso di chiedere spiegazioni a uno dei fondatori del Telefilm Festival Leopoldo Damerini.

Per nove edizioni il Telefilm Festival ha portato ospiti internazionali delle serie tv a Milano (dai protagonisti di The O.C a quelli di Gossip Girl fino a Laura Esquivel per il Telefilm Kids) con grande riscontro di pubblico specialmente tra i giovani. Come mai questa iniziativa, unica in Italia, è ferma da ben tre anni?

Leopoldo Damerini: Il Telefilm Festival non è morto, come qualcuno pensa. Dopo la 9° edizione ci siamo presi una pausa di riflessione in quanto la formula che verteva per un terzo sulle anteprime – dove le altre due colonne sono rappresentate dagli ospiti e dagli incontri – è venuta via via a perdere d’appeal a causa dei download.
Quello che muove da sempre me e Fabrizio Margaria, dalle origini del 2001 con il “Dizionario dei Telefilm” e l’Accademia dei Telefilm nonché col recente “Gioco dei Telefilm”, è dare dignità al genere seriale e sdoganarlo a tutti gli effetti. Dagli inizi del 2000 ad oggi la parabola per considerare i telefilm “Settima Arte Bis” – proprio guardando le serie tv sul grande schermo al Telefilm Festival – pensiamo che la missione sia riuscita. Ma non bisogna mai mollare.
Una formula, quella del Telefilm Festival, spesso anche plagiata (addirittura con stessi temi, sezioni e titoli), a riprova del successo, ma senza – pensiamo – la nostra spinta sinceramente culturale che ci permette di sostare fino ad una decima edizione che immaginiamo al passo con i tempi. Poi è chiaro che la crisi economica ci ha messo il suo, ma non è la ragione principale dell’attesa.

Leighton Meester e Chace Crawford [Photo Credits: Telefilm Festival]
Leighton Meester e Chace Crawford
[Photo Credits: Telefilm Festival]

Le edizioni del Telefilm Festival sono sempre state sponsorizzate da privati. Negli anni avete ricevuto fondi dal Comune di Milano?

Leopoldo Damerini: Negli ultimi anni sì. Ma è chiaro che la manifestazione si basa essenzialmente sul contributo dei privati. Basti pensare che i fondi istituzionali arrivano dopo un anno dalla fine della manifestazione. Questo vuol dire che tutte le spese effettive vanno anticipate da chi organizza.
Quando però nelle scorse settimane siamo andati a proporre una decima edizione della kermesse all’assessorato alla Cultura di Milano, in contemporanea con l’Expo 2015, convinti che potesse essere d’attrazione per i turisti stranieri e le fasce più giovani, tra una mostra di Leonardo e l’altra, ci siam sentiti dire che “i telefilm non sono cultura” e che “vivono perlopiù su reti commerciali e che quindi le sovvenzioni vanno cercate in quell’ambito”. Ma son sicuro che in Italia esistano altre realtà cittadine che possano credere in un progetto di questo tipo, sincero (ossia mosso dall’entusiasmo, non da interessi economici) e promozionale come pochi.

Daniel Dae Kim [Photo Credits: Telefilm Festival]
Daniel Dae Kim
[Photo Credits: Telefilm Festival]

Dato che lo streaming ha smussato l’efficacia delle anteprime proiettate al cinema quali nuove idee avete?

Leopoldo Damerini: Allargare gli altri due spazi (ospiti e incontri), in primis. Poi creare una nuova edizione dove si celebri coloro che sono stati i veri protagonisti del boom del genere seriale: gli spettatori, i fans, i blogger, le web-series…ovvero tutti i fenomeni che sembrano di nicchia e in realtà sono il motore del successo dei telefilm. Portarli alla luce anche degli addetti ai lavori, pubblicitari e giornalisti. E anche una nuova formula – ne stiamo studiando più di una che non anticipo, visti i precedenti di “scopiazzature” – che decideremo in base alla location (che non è detto sia unica!), al periodo (se fosse tarda primaverile potrebbe essere open air, se fosse invernale un multi-spazio o un centro congressi) e agli sponsor interessati.

Ci saranno nuove edizioni de “La vita è un telefilm” e de Il dizionario dei Telefilm?

Leopoldo Damerini: Sulla quarta edizione del Dizionario ci stiamo lavorando (anche qui dobbiamo decidere tempistiche e formule d’uscita), La Vita è un Telefilm potrebbe essere il passo successivo.

[Cover Credits: Telefilm Festival]