Continua la rubrica dedicata ai libri di calcio sotto l’ombrellone. Dopo i 5 titoli proposti mercoledì scorso (potete trovarli qui) ecco i suggerimenti di oggi. Mercoledì prossimo, 20 agosto suggerirò 5 libri dedicato ad altri meravigliosi sport, da leggere per la fine delle vacanze.

Undici in campo, autori vari (Edizioni E/O 2006)

Undici scrittori brasiliani producono altrettanti racconti; i personaggi sono campioni, ex campioni, vincenti, falliti, ragazzini di strada, tutti accomunati dall’amore per il calcio. Questo grande amore ne caratterizza le vite, le famiglie, le speranze e i sogni, sullo sfondo di un paese spesso controverso e difficile.

Nessuno parla dell’arbitro, Roberto Rosetti (Feltrinelli, 2011)

Già il titolo del libro di Roberto Rosetti stride con la realtà: perché in realtà tutti parlano degli arbitri, dalla stampa agli allenatori, dai tifosi ai dirigenti. Eppure, molto spesso tutti si fermano alla patina, alla superficie, a quel rigore assegnato o non dato. In questo libro Rosetti parla del suo momento difficile vissuto durante l’ultimo Mondiale in Sudafrica, quando in Argentina-Messico (ottavi di finale) ha convalidato il gol dell’argentino Tevez in fuorigioco.

Chi non canta, resti a casa, Leonardo Colapietro (Bradipolibiri, 2011)

Lasciateli cantare. Perché il calcio non è e non può essere solo schemi, tv e business. Nonostante tutto, le tifoserie restano ancora una componente vitale e di primo piano. E cosa c’è di maggiormente identificativo per una tifoseria se non i loro cori? Il libro di Colapietro ci accompagna alla scoperta di canzoni, cori e coretti, che molto spesso sono entrati a far parte della nostra vita.

Avenida del Sol, Darwin Pastorin (Mondadori 2007)

Il giornalista italo-brasiliano Darwin Pastorin attraversa il Sudamerica e mette insieme un’antologia di racconti a base di calcio, icone, mitologie e storie “a piedi scalzi”, unendo al tutto momenti personali e il tema del ritorno alle proprie origini.

Subbuteo, storia illustrata della nostalgia, Tatarsky Daniel (Isbn Edizioni, 2007)

“Quando ero bambino, non c’era da vergognarsi ad avere mal di schiena e ginocchia doloranti. Perché anche se ufficialmente il gioco si chiama Calcio da tavolo Subbuteo, conoscevo pochissima gente che ci giocava davvero sul tavolo. All’inizio del ventunesimo secolo il Subbuteo è ancora popolare. Ci sono migliaia di siti web dedicati alla glorificazione del signor Adolph e dei suoi omini di plastica, e in tutto il pianeta si tengono ancora campionati cinquant’anni dopo che Peter Adolph presentò al mondo quel suo gioco dal nome strano.

Non perdetevi la prossima puntata, suggerirò altri 5 libri dedicati ad altri sport. Altre letture imperdibili sotto l’ombrellone.

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