Ultima puntata della rubrica, libri sotto l’ombrellone, questa volta non dedicata al calcio, ma ai libri riguardanti altri sport. Altri cinque titoli da non perdere!
Non puoi dire sul serio, John McEnroe (Pickwick, 2013)
Nato in una base militare statunitense nell’ex Germania Ovest e cresciuto nel Queens, John McEnroe è l’icona anticonformista di un’epoca, oltre che di uno sport. Ha respirato l’aria rarefatta e gelida del vertice, con una fila di gente che vuole buttarti giù. In questo libro racconta tutto, il mondo del grande tennis professionistico, le sfide con Borg, Gerulaitis, Connors, Lendl, Becker, Agassi, i matrimoni con Tatum O’Neal e Patty Smyth, i trionfi, i rovesci, gli schiaffi presi dalla vita. E dice proprio sul serio.
Federico Buffa – Black Jesus. The anthology (Libreria dello Sport, 2009)
Il libro contiene aneddoti che spaziano dalle stelle più affermate della lega professionistica ai miti delle high school, con una attenzione particolare per le storie meno conosciute. Da Earl Manigault a Ronnie Fields, storie di personaggi di culto di cui non si parla mai nel vecchio continente. Ovviamente, la narrazione è nello stile coinvolgente e incredibilmente ricco di dovizia e particolari del mio idolo Buffa.
In nome di Marco, Tonina Pantani e Francesco Centi (Rizzoli, 2014)
Perché Marco Pantani, nonostante tutto e tutti, resta il ciclista italiano più amato e rimpianto anche oggi che Nibali ha riportato la maglia gialla in Italia? In nome di Marco, nato per cercare di rispondere a questa domanda, scava nel profondo della passione dei tifosi e racconta quello che è successo prima che un ragazzo gracile diventasse il Pirata e dopo la fine della sua vita intensa e tormentata. Per dare ai suoi fan il ricordo più completo di questa vicenda unica e indimenticabile si alternano quattro mani e due voci: quella di mamma Tonina e quella di Francesco Ceniti, giornalista e fan di Pantani da sempre.
Open, Andre Agassi (Einaudi, 2011)
“Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto, tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita”. Una delle più belle autobiografie sportive mai scritte. Per tutti, appassionati e non.
Ma perché vanno all’indietro, Roberto Parretta (Ultra Editore, 2013)
L’idea arriva dalle domande degli amici dell’autore che non capiscono niente di rugby ma ai quali piace lo spirito, piace andare allo stadio per respirare un’atmosfera unica. Gli azzurri, legati a Parretta da un rapporto ormai lungo e consolidato, hanno collaborato volentieri, scrivendo di proprio pugno i rispettivi capitoli. Nota: il titolo è relativo alla domanda che si pone Flavia Pennetta quando è “costretta” dal suo fisioterapista a guardare le partite di rugby in tv.
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