Gli appassionati di talent show forse si ricorderanno di Lidia Schillaci. Quando X Factor e The Voice non esistevano ancora e Amici era solo alle prime edizioni, Italia uno scommetteva su Operazione Trionfo, format spagnolo condotto da Miguel Bosè. Correva l’anno 2002, e l’allora diciottenne Lidia si conquistò un meritato secondo posto mettendosi in luce con una voce bella, potente ed emozionante, già abbastanza matura per misurasi con i grandi classici di Mina, Whitney Houston e Celine Dion. Da allora Lidia Schillaci, siciliana classe 1984, si è dedicata anima e voce alla musica, costruendo passo dopo passo una carriera artistica di tutto rispetto. Ha girato il mondo come vocalist di grandi big della nostra musica del calibro di Eros Ramazzotti, Max Pezzali ed Elisa, ma non si è fatta mancare nemmeno un’esperienza da attrice nella fiction di Canale 5 Non smettere di sognare, e come autrice di colonne sonore per Sbirri con Raoul Bova. Ora, dopo una lunga gavetta, finalmente, Lidia è pronta a correre da sola. Determinante l’incontro con Mariella Nava che l’ha voluta tra le fila della sua etichetta indipendente Suoni dall’Italia e sta producendo, assieme ad Antonio Coggio, il suo primo disco di inediti. Intanto dal 31 luglio è in rotazione su tutte le radio e disponibile in digital download “Mare blu”, brano scritto da Carlo Mazzoni con il coordinamento di Fulvio Mancini. In un’intervista a Il Giornale Digitale Lidia Schillaci ha presentato il singolo che segna il suo debutto ufficiale come solista, raccontandosi ai nostri lettori tra bilanci, sogni, speranze e progetti.

Lidia, finalmente il tuo debutto da solista, come stai vivendo questo momento?

Lo sto vivendo benissimo, sono molto felice e molto carica, piena di cose da dire. Negli anni se ne sono accumulate un po’ tante di cose da dire…

Rappresenti una novità interessante del panorama musicale italiano, anche se definirti “emergente” non sarebbe appropriato considerato il tuo curriculum. Hai aspettato tanto per intraprendere il tuo percorso da solista. Paura di bruciarti troppo presto o semplicemente ti è mancata l’occasione di farlo prima?

Sicuramente è stato anche per una questione personale, di maturità artistica. Un’artista deve essere pronto realmente per uscire. Nel mio percorso ho lavorato su tante cose, mi sono messa alla prova in diversi campi artistici: ho scritto colonne sonore, ho fatto anche l’attrice. Tutte cose che mi sono divertita a fare e che non escludo si possano ripetere anche in futuro. Però, ecco, ho sempre pensato che ci volesse veramente un grande lavoro dietro prima di uscire con un proprio progetto, quindi mi sono presa del tempo per fare la mia gavetta e per capire, ad alti livelli, cosa significa stare su un palco importante. E adesso mi sento pronta.

L’occasione che aspettavi è arrivata poi con Mariella Nava e la sua etichetta “Suoni dall’Italia” che ha prodotto il tuo singolo «Mare blu».

Si, stiamo lavorando su molti progetti insieme. Questo nostro incontro è avvenuto in modo molto semplice. Ci siamo incontrate (ad una delle udienze del mercoledì di Papa Francesco, n.d.r.), ci siamo conosciute, poi lei ha sentito alcune delle mie cose. Nel frattempo ho scoperto che stava aprendo questa etichetta discografica e così abbiamo deciso di intraprendere insieme questo percorso. Io già ero pronta per iniziare e casualmente è arrivato l’incontro con Mariella che è una grande cantautrice della nostra musica, dotata di un’elevata sensibilità.

Per presentarti al pubblico hai scelto – forse non a caso – «Mare blu», un brano che parla di lasciarsi alle spalle il passato e di guardare avanti, a un nuovo inizio. Un testo che riflette appieno il tuo percorso.

Quando l’ho ascoltato per la prima volta, l’ho sentito subito mio perché descrive quella che è da sempre la mia filosofia di vita, cioè guardare sempre al futuro, all’orizzonte che abbiamo davanti, senza voltarsi mai troppo indietro, e per me che sono cresciuta vicino al mare questa cosa è molto più semplice perché sono stata sempre abituata a guardare oltre, a mettere i problemi dietro le spalle e dire “Ok, bene, ci sono tante nuove cose che mi aspettano”. Quindi “Mare blu” è tutto questo, ma anche altro. Rappresenta la profondità, scavare a fondo dentro l’anima di una persona. È un po’ una piccola parte di me in musica.

Credit Photo: Ufficio Stampa Parole e Dintorni
Credit Photo: Ufficio Stampa Parole e Dintorni
Ci puoi già dare qualche piccola anticipazione sul tuo disco? È vero che ci sarà anche un pezzo scritto da te in dialetto siciliano?

Sì è vero ma non mi sbilancio troppo, anche se posso dirvi che arriveranno delle novità….

A proposito della Sicilia e del tuo legame con la tua terra d’origine, hai scelto di girare proprio lì il videoclip di “Mare Blu”, di cui hai curato anche la regia…

Questa è stata un’esperienza fantastica per me perché ho ideato proprio il video e ne ho curato la regia insieme al mio compagno Andrea Gherpelli, che è regista e attore. Ci abbiamo lavorato insieme ma ho scelto tutto io, location, attori, le coppie che dovevano stare sott’acqua, perché immaginavo questo amore descritto dentro l’acqua, sotto il mare, ma la cosa più importante è che girando questo video ho rivissuto una mia storia precedente, su quel pontile mi sono immersa di nuovo in quello che mi era successo nel passato e ho rivissuto tutti quei momenti nel video, da attrice, interpretandoli poi da cantante, e ne sono uscita fuori. È stato catartico ripercorrere il passato per andare avanti, un’esperienza bellissima che a parlarne mi viene ancora la pelle d’oca perché è stato un modo per metabolizzare le emozioni che hai vissuto, farle realmente tue cercando di prenderne il buono, anche da quelle più negative. Ed è in fondo questo il messaggio di “Mare blu” con cui vorrei che la gente possa identificarsi: non sempre le cose che ci accadono nella vita portano solo negatività, anche queste esperienze possono regalarci un’occasione per capire e di cui essere grati.

Cosa vorresti che il pubblico percepisse di te ascoltando la tua musica?

Vorrei che si percepisse veramente la profondità e la semplicità delle cose. Mi piacerebbe vedere un po’ più di gente appassionarsi alla vita, al proprio lavoro. C’è troppa negatività in giro, quello che sta succedendo in questo momento nel mondo, le guerre, il terrorismo, sta costringendo la gente ad avere paura di tutto e di tutti, invece forse bisognerebbe un attimo ridimensionare questa cosa e tornare ad ascoltarsi un po’ di più.

Guardando al passato, hai raggiunto una grande popolarità con la partecipazione ad Operazione Trionfo nel 2002. Cosa è rimasto oggi della Lidia di allora?

L’integrità, quello è fondamentale per me. L’ingenuità anche, ma non intesa nel senso di non capire quello che si fa ma piuttosto di mantenere quella gioia e quel modo di vedere la vita dagli occhi di un bambino. Questa è sicuramente una parte del mio carattere che non voglio abbandonare. Si riesce a gustare molto meglio anche la vita così.

Operazione Trionfo è stato un po’ il precursore “sfortunato” del boom dei talent show che oggi riempiono la nostra televisione. Oggi che non mancano certo le occasioni per emergere e affermarsi con facilità, tu cosa consiglieresti a un giovane che si avvicina alla musica?

Se ci si crede e si ha una grande passione allora bisogna comunque provare a rendersi il più possibile indipendenti, scrivendo le proprie canzoni e cercando di crearsi il proprio spazio, i propri concerti, farsi sentire e farsi conoscere anche se oggi per chi non sceglie la strada del talent è più difficile fare questa carriera. Chi invece sceglie il percorso del talent di sicuro è agevolato, anche se anche lì la strada non è tutta in discesa perché ci sono le selezioni da superare e altri step da fare prima di arrivare in fondo. Più che altro se uno ci crede realmente in questo lavoro deve suonare, deve cantare, si deve liberare, cercando di usare la musica non con uno scopo mediatico ma per un obiettivo più alto che è quello dell’arte.

Lidia, se dovessi descriverti a chi non ti conosce in poche parole?

Solarità, voglia di crescere interiormente, speranza e ottimismo.

Questo ottimismo ti porterà anche a Sanremo 2015?

Speriamo. L’ottimismo ti può aiutare poi però bisogna fare anche dei passi ulteriori quindi vediamo…

[Credit Photo Cover: Ufficio Stampa Parole e Dintorni]