Le origini dello sport moderno come lo conosciamo e ammiriamo oggi, sono radicate nell’Inghilterra del XVIII secolo e l’evoluzione del fenomeno sportivo ha seguito di pari passo il mutare della società.
Il Regno Unito, patria del gentleman, a partire dalla seconda metà del 1700 poggiò le basi per l’attività sportiva professionistica con l’organizzazione del patronised sport, finanziato dall’aristocrazia e praticato in particolari dagli amatori che si rifiutavano di associare il desiderio della vittoria con un passatempo.
Questo spirito della genesi dello sport moderno, caratterizzato dal gioco e dalla predisposizione al rafforzamento di un uomo dotato di spiccato senso civico, morale e doti fisiche, è stato tramandato nei secoli in tutta la nazione e in particolare a Londra.
Una “big city” a misura di sportivo: il connubio London-sport si è consolidato con l’edizione dei Giochi Olimpici ospitati nel 2012. Tutte le infrastrutture e gli impianti sportivi che hanno incoronato d’alloro i campioni ora sono usufruibili dalla cittadinanza e il villaggio olimpico è abitabile e accoglie anche turisti.
Il bel mondo londinese è un fast set, si muove rapidamente e non conosce distanze.
Una grande città divisa in tante parti e quartieri dove diverse nazioni per costumi, maniere e interessi convivono all’unisono. “Have a nice day” “Thank you” “Sorry” “Excuse me” “Thank you so much” “Enjoy“: educazione, cordialità, accoglienza, rispetto verso la diversità sono le priorità degli abitanti di una metropoli animata dalla velocità, dall’efficienza e dalla laboriosità: al mattino di domenica, operai lavorano sui cantieri stradali, Parchi come l’Hyde Park sono delle “città nella città”, biciclette che sfrecciano e colorano le strade.
Londra è una metropoli che offre gustosi vizi, sfarzoso lusso, ma anche piccole fatiche urbane come una corsa nel rigoglioso Hyde Park o spettacolari sforzi in acqua per turisti amanti delle emozioni forti, delle tempie sudate e dei muscoli tesi.
Le piste ciclabili non mancano e l’affitto delle biciclette è molto comune. È possibile anche usare una carta prepagata, strisciarla nelle apposite macchinette, sfilare la bici da una griglia, arrivare in un altro posto della città provvisto di medesima griglia per bici e strisciare nuovamente la carta. Ovviamente potete associare l’uso della due ruote ad altri mezzi pubblici come la metropolitana o il treno, oppure potete affidarvi ai tour organizzati su bici.
A Londra quasi ogni stadio è un museo. Prima di tutto troviamo lo stadio che non è possibile associare a nessun club, dal momento che il vero beneficiario è la nazionale inglese: il Wembley Stadium. Altro museo è lo stadio del Chelsea, seguito da uno degli sport più nobili: il tennis si declina con “Wimbledon”. Gli spazi verdi, la bellezza dei campi, la collezione di racchette e trofei ripercorrono la storia del torneo più importante al mondo.
Poi c’è Rugby, località natìa dello sport nei college.
Londra pullula di impianti sportivi all’avanguardia, con un’enorme scelta: le Olimpiadi hanno messo in moto anche i più sedentari, ci si allena per le mezze maratone e per le gare di triathlon, quasi tutti vanno in bici al lavoro o corricchiano e fanno flessioni sui prati verdi dei parchi.
Hyde Park, Olympic Park, Regent’s Park, Hampstead Heath e Richmond Park, sono i “luoghi di culto” degli sportivi britannici.
Parafrasando un vecchio adagio di Adriano Celentano, potremmo dire: Londra è rock, Roma è lenta.
Il mondo corre, si attiva, lancia nuove sfide, l’Italia resta piantonata a guardare. Investire sullo sport sarebbe una mossa vincente, ma per correre bisogna disporre di un ottimo motore, che al paese della pizza, della mafia, di Berlusconi e Renzi, manca.