Uno sguardo glaciale e concentrato, pochi sorrisi, un portamento fiero ed elegante: Luca Vettori si presenta così agli occhi di chi lo guarda. E ne cattura inevitabilmente l’interesse, prima che l’attenzione. Perché il Luca che non fa rumore fuori, in campo ruggisce, combatte, attacca.
Classe ’91, 199 cm di talento e il numero 4 al centro della sua maglia azzurra, quella della Nazionale Italiana di Pallavolo. Al terzo anno nella massima serie, vestirà i colori gialloblù di Modena, lasciando, come tutti i tifosi si aspettano, un segno nella storia di questo campionato.
E, una volta giù dal taraflex, l’atleta si trasforma in una persona profonda, piena di interessi, idee e punti di vista. Luca Vettori racconta a Il Giornale Digitale chi è oggi e cosa vuole diventare.
Partiamo dal principio. Chi è Luca Vettori?
Sono un ragazzo semplice, di primo impatto, che vuole mostrarsi semplice, ma che talvolta si diverte ad accedere in riflessioni ampie e complesse. Spesso, infatti, mi scopro in qualche contraddizione da rivedere e riprendere. Mi piace spendere bene il mio tempo a disposizione, cerco di allargare sempre la maglia dei miei interessi e trovo numerosi e preziosi pretesti negli incontri e negli stimoli che mi concede il giorno. Ma oltre tutto ciò, sono un curioso che non vuol farsi sopraffare né dall’obbligo del lavoro né dalla paura della gioventù. Talvolta sono intimamente e pericolosamente nostalgico, ma amo con forza ed energia la vita.
Sei giovane, ma hai già raggiunto grandi risultati. Sei già qualcuno, insomma. Ma pensi di essere quello che sognavi da bambino?
Non avevo troppe pretese in infanzia, ero piuttosto spensierato ed occupato nel presente e poco nel futuro. Per quanto riguarda l’ambizione dell’adolescenza più recente e matura credo di poter, con le dovute cautele, affermare che il meccanismo per certi versi ha ingranato il suo timido passo verso una direzione.
Hai sempre reso note le tue infinite passioni. Quali sono e come hai scoperto quella per la pallavolo?
Non ho un’eterna ed infinita passione per la pallavolo, e di ciò mi scuso. Credo sia una meravigliosa occasione ed un veicolo di relazioni ed opportunità per il futuro. Le altre passioni sono tante e in qualche modo cicliche, ora come ora sono attratto da architettura e design.
Si è da poco conclusa, purtroppo non benissimo, la FIVB Volleyball World League. A mente fredda quali sono state, secondo te, le pecche della Nazionale italiana?
Inutile puntare il dito su qualcuno o qualcosa. Ognuno ha un mea culpa da fare. Il sistema squadra, dai vertici alle ceneri non ha funzionato. Anche questo è un motivo di riflessione da operare individualmente e in modo lento e ponderato. Non v’è una soluzione o una formula. O per lo meno io non l’ho trovata.
C’è qualcosa che vorresti migliorare in Luca Vettori persona e in Luca Vettori atleta?
C’è sempre molto da migliorare. Ogni giorno istruisce la propria sensibilità e assottiglia la propria direzione.
Tutti crediamo fermamente in qualcosa, in un principio, in un ideale, nei sentimenti. In cosa crede Luca Vettori?
Credo, senza bandiere o urla, in una possibilità di rivedere lo sport sotto nuove luci, in cui l’atleta abbia una responsabilità verso la comunità e non sia visto solo come merce consumabile in cui identificarsi. Questo è un desiderio privato che porto avanti per sottrarmi, quando più o quando meno, dallo stereotipo dello sportivo, che purtroppo esiste.
Le ragazzine ti acclamano per le tue doti tecniche, ma anche per il tuo aspetto. Come vivi la bellezza e come la definiresti?
Bellezza è tanto e niente. Vivo la cosa con distacco. Credo che il bello sia da insegnare tra scuole palazzetti e teatri. La bellezza è un ringraziare i propri “maestri”.
Abbiamo parlato di quello che volevi essere e di quello che sei. Qui e ora, cosa sogni per il tuo futuro?
Sono un ambizioso, ma ogni tanto perdo di vista l’obiettivo principe. Credo che per ora il futuro sia un percorso che avanza in maniera processuale. Il procedere parte sempre dallo step precedente ed ancora non sa con esattezza quale sarà il successivo. Amo il mutamento e le rivoluzioni. Di certo non starò per troppo tempo fisso in una sola natura.