Al mio segnale scatenate l’inferno“: come dimenticare il timbro della sua voce nel tuonare il comando del gladiatore Russell Crowe? Una voce da Oscar quella di Luca Ward, un’istituzione nel panorama del doppiaggio italiano: Il Gladiatore gli ha donato fama mondiale, ma da Hugh Grant a Pierce Brosnan, da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction a Keanu Reeves in Matrix e L’Avvocato del Diavolo, fino a Ray Liotta, Brandon Lee, Dennis Quaid e tanti altri imponenti nomi del panorama attoriale internazionale, la voce che ascoltiamo porta la sua firma. Dal 9 Dicembre impegnato al Teatro Sistina con Tutti Insieme Appassionatamente al fianco di Vittoria Belvedere, per Luca l’agenda è fitta di impegni artistici, come le riprese di Le Tre Rose di Eva 3 che vedremo nel 2015. Non solo TV e teatro ma anche cinema, dove vedremo a febbraio 2015 un Luca Ward inedito in una veste comica per la regia di Silvio Muccino: “Ruoli comici? Magari! Li farei tutta la vita“, ha esclamato Luca quando gli abbiamo chiesto se si fosse divertito in quei panni. Ecco cos’altro ha dichiarato nell’intervista esclusiva per Il Giornale Digitale.

Tutti Insieme Appassionatamente al Teatro Sistina: uno spettacolo intramontabile. Cosa lo rende a tuo avviso sempre attuale e gradito al grande pubblico?

Luca: Credo il messaggio che porta. La famiglia, l’unità familiare che crea una forza imbattibile che protegge e difende dalle negatività che possono provenire dall’esterno. Questo rende lo spettacolo intramontabile.

Con Vittoria non è la prima volta che ti trovi a fare coppia in scena. Qual è il segreto della vostra sintonia professionale e cosa apprezzi di più in lei nella vostra collaborazione in scena?

Luca: Io credo che il segreto in queste operazioni sia incontrarsi tra professionisti e non avere quelle velleità che portano ad eleggersi “primo attore” o “prima attrice”. Siamo un padre e una madre di famiglia che si incontrano e ci sono delle persone che hanno pagato un biglietto per vederci, quindi dobbiamo dare sempre il meglio di noi stessi. Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma se c’è affiatamento tra noi e tutti i colleghi al nostro fianco il pubblico se ne accorge, lo sente.

Luca e Vittoria in Tutti Insieme Appassionatamente
Luca e Vittoria in Tutti Insieme Appassionatamente – Credits: Peep Arrow Entertainment
Si può parlare di un rilancio del Sistina che ha riproposto dei classici come Jesus Christ Superstar e Sette Spose per Sette Fratelli, oltre allo spettacolo che porti tu in scena. Un messaggio positivo in un periodo non facile per il Teatro. Pensi possa fare da traino per il settore in generale?

Luca: Io credo di sì. Il Sistina è un punto di riferimento nella Capitale. Oggi abbiamo bisogno di qualità e professionalità in un settore dove spesso ci si improvvisa, non si può fare questo. Lasciamo fare ad ognuno il suo mestiere: il manager faccia il manager, il regista faccia il regista, e l’attore faccia l’attore. Ci sono anni di studio e preparazione e, fatalità, quando ci sono esperienze importanti e sensibilità vere i teatri decollano. Un motivo ci sarà se accade questo.

Mi aggancio alla tua risposta e ti chiedo cosa servirebbe secondo te al Teatro italiano per portare in sala soprattutto i più giovani

Luca: Delle politiche diverse. Non sono un esterofilo, ma dovremmo prendere esempio da cosa accade all’estero. Portare il prezzo del biglietto per gli studenti – non solo universitari – a tariffe accessibili, come se si andasse al cinema, porterebbe un ragazzo a teatro invece che altrove. D’altronde è impensabile che un ragazzo possa spendere 100 euro per un biglietto a teatro: con la stessa cifra preferisce farsi un viaggetto con la fidanzata. La Regione Lazio mi pare abbia fatto già qualcosa. Non so se il Sistina ha aderito, ma dovrebbero essere i teatri stessi ad ammaliare i giovani. Anche portando cose nuove e non solo i grandi classici, come fanno in Inghilterra e Francia, per esempio.

Abbassare le barriere economiche e adeguare l’offerta culturale, quindi?

Luca: Direi di sì, perché ad un ragazzo delle medie o del liceo occorre proporre qualcosa di diverso. Capisco Goldoni, Shakespeare, Goethe, ma occorre sperimentare il nuovo.

Per te non solo teatro. Attualmente sei sul set della terza stagione de Le Tre Rose di Eva. A cosa si deve il successo di questo prodotto televisivo? C’è un segreto nella sua formula e cosa puoi anticiparci della terza stagione?

Luca: Il successo risiede nella scelta della scrittura, negli sceneggiatori attenti e furbi. Inoltre, credo che la coralità sia la carta vincente. Noi siamo 8-10 protagonisti e ci sono una quindicina di comprimari. La mia faccia non la vedi per 14 puntate, 2 ore a puntata. I volti cambiano e anche le storie. Lo abbiamo visto in altre serie, come Tutti Pazzi per Amore, che hanno avuto grande successo e, fatalità, sono tutte serie corali.

Non puoi svelarci nulla?

Luca: Meglio di no, altrimenti Mediaset mi fulmina!

Una lunga carriera di doppiaggi. Tra i personaggi a cui dato la tua voce, qual è stato il più difficile?

Luca: Pulp Fiction, 1994. Un film di Tarantino. Avevo 34 anni e mi trovavo a doppiare un gigante come Samuel L. Jackson. Per fortuna all’epoca Cecchi Gori ha messo a disposizione una squadra potentissima, dal Direttore, Pino Colizzi, a Francesco Vairano e la squadra di attori. Sicuramente il compito più difficile, ma ce l’abbiamo fatta.

Credits: LaPresse
Credits: LaPresse
Il doppiaggio che conservi nel cuore?

Luca: Sono legato a tutti, ma sicuramente Il Gladiatore. Mi ha dato una grande popolarità.

Ce n’è uno che ti piacerebbe doppiare ma ancora non è capitato?

Luca: Ho doppiato talmente tanto che posso ritenermi davvero soddisfatto.

In un’intervista al Corriere hai dichiarato “i doppiatori italiani hanno una particolarità. Si vede che lo fanno bene“. In cosa vi distinguete voi doppiatori italiani dai colleghi stranieri, qual è la marcia in più?

Luca: Ormai il doppiaggio è ultra-sperimentato. Rimane il fatto che si tratta di un ibrido. Se vai al cinema senti Hugh Grant con la mia voce, non con la sua. Fermo restando questo, noi riusciamo a respirare meglio con gli attori, ad avere anche un dialogo diverso con i direttori di doppiaggio. Io sento i colleghi francesi e tedeschi, turchi, giapponesi, russi che sono certamente cresciuti moltissimo, ma rispetto a noi c’è qualcosa che ancora non funziona. Inoltre, la provenienza dal teatro per noi fa la differenza.

A chi accusa il settore del doppiaggio italiano di essere una casta, un mondo chiuso, cosa rispondi?

Luca: Che è una bugia, non è affatto vero e perde tempo chi lo dice. Non lo è e non lo è mai stata una casta. Certamente nel doppiaggio non ci sono compromessi, non si bara. Se lo sai fare lo fai, altrimenti sei fuori. Questo forse fa parlare di casta gli attori che ne restano fuori. Noi abbiamo sete di attori che possano entrare nel nostro mondo, ma se non ne hai le capacità sei fuori. Essere belli ed avere amici potenti non funziona in questo mondo.

Per avere una chance in questo mondo, quindi, che caratteristiche occorrono?

Luca: Bisogna partire dal Teatro. Posso farti pochi nomi, Giancarlo Giannini, Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, questi vengono tutti dal Teatro. Ancora, mio nonno, Carlo Romano: ne potrei citare tantissimi. La base è il Teatro, da lì poi si impara la tecnica.

Lasciamoci con un’anticipazione degli altri progetti che ti vedranno impegnato prossimamente

Luca: Ci sarà un film molto carino – Le leggi del desiderio – di Silvio Muccino. Un film delizioso dove mi ha voluto a tutti i costi in un ruolo comico. Si è battuto contro tutto e tutti per avermi in questo ruolo e devo dire che si sono divertiti tutti. Un film che uscirà a Febbraio. Sono molto contento perché finora ruoli comici ne avevo interpretati solo all’estero.

Ti è piaciuto quindi? Se arrivassero altre proposte simili?

Luca: Ruoli comici? Ma tutta la vita! Perché poi io nella vita sono comico. Le mie conquiste amorose sono sempre avvenute facendo ridere le donne. Non essendo io biondo e con gli occhi azzurri, facevo ridere.

Ma non ti puoi lamentare!

Luca: Ma io volevo essere biondo, stile Gesù o surfista americano. Non essendolo, l’ho sempre buttata sulla comicità e mi ha dato grandi soddisfazioni.

Te ne auguriamo a iosa allora proposte così

Grazie a Luca Ward da Il Giornale Digitale