Un argomento molto attuale, soprattutto di questi tempi, a causa della crisi economica e finanziaria che investe ormai da diversi anni il nostro Paese, è il fenomeno dell’usura. Prima di tutto sembra doveroso spiegare che cos’è l’usura, anche se dovrebbe essere abbastanza risaputo.
L’usura è la pratica che consiste nel concedere prestiti a tassi di interesse illegali, socialmente riprovevoli e tali da far diventare il loro rimborso molto difficile, quando non impossibile. Il debitore è costretto ad accettare le condizioni che il creditore impone a proprio vantaggio, come, per esempio, la vendita a un prezzo molto conveniente( per il compratore!) di un bene del debitore. Spesso il debitore subisce minacce e atti illeciti da parte del creditore per indurlo a pagare.
Di questa piaga della nostra società parla sulle colonne del Corriere della Sera di mercoledì 17 Settembre anche il famoso scrittore e giornalista Gian Antonio Stella che, trattando del fenomeno del gioco d’azzardo, lo mette in relazione all’usura perché, dice la Consulta antiusura, “la disoccupazione alimenta la propensione verso l’azzardo che, a sua volta, è diventato un indotto per il prestito a usura e un’opportunità per la criminalità organizzata; con ciò incidendo in maniera funesta sulla più grave crisi economica dal secondo dopoguerra”.
E’ proprio in particolare periodi di forte crisi che gli interessi diventano alti, sempre più alti e pagarli oggi non è solo questione di soldi. Per rendere bene il concetto, qualcuno, parafrasando un noto proverbio africano, ha detto che “ogni mattina, quando la sveglia suona, l’imprenditore si alza dal letto e comincia a cercare denaro (contanti, cambiali, assegni) per arrivare al giorno dopo, pur sapendo che non sarà certo migliore”.
Il numero delle vittime degli usurai è di giorno in giorno in costante aumento e la peculiarità è il sentimento di vergogna che le vittime provano e la violenza usata dai carnefici, violenza psicologica, prima ancora che fisica. Perché gli usurai sanno bene che un uomo intimorito può ancora pagare, ma un uomo morto no.
L’origine del processo che si innesca portando in un vicolo cieco la persona in crisi finanziaria è quasi sempre la stessa: un credito negato dalla banca. Di questi tempi, le imprese, per sopravvivere hanno sempre più bisogno di quel denaro che non entra più per i canali normali legati alla produzione e alla successiva vendita di beni vari. Anche le banche, però, hanno forte bisogno di denaro e in tempi di carestia sono meno favorevoli a condividerlo. In questo modo, l’impresa rischia fortemente di “morire”; non però l’imprenditore, che inizia a cercare denaro altrove, anche laddove la sua origine non è affatto chiara e spesso la sola garanzia richiesta è la vita del debitore e della sua famiglia.
E l’usuraio, che possiede sempre una notevole quantità di denaro contante, quasi mai di provenienza legale, ma spesso, per non dire sempre, derivante da attività di riciclaggio che costituisce una fonte di liquidità inesauribile, aspetta l’attimo di maggiore difficoltà della sua vittima.
Gli usurai sono spesso singole persone che agiscono nell’ombra con accesso alle informazioni sullo stato di salute della zona: in realtà medio piccole, infatti, è molto difficile celare il dissesto finanziario della propria attività economica. Quindi, quando viene a sapere dell’esistenza di un potenziale cliente, l ’usuraio corre dall’imprenditore a proporre la sua soluzione.
Il bersaglio preferito è un imprenditore in grosse difficoltà, oggi soprattutto, perché chi possiede un’attività spesso è anche titolare di beni mobili e immobili che, se arriva il fallimento, potranno essere rilevati dagli usurai a prezzi stracciati per eliminare il debito pregresso, lasciando , in questo modo, l’imprenditore senza denaro e senza proprietà. E quando un’impresa fallisce, anchei suoi dipendenti restano senza lavoro. Proprio per questa ragione l’usura è un crimine la cui vittima è tutta la società.
Purtroppo, è quasi impossibile per chi ha un urgente bisogno di denaro non cedere alle tentazioni proposte dallo strozzino, pur consapevoli che il futuro potrà riservare altre insormontabili difficoltà. La differenza non sta tanto negli interessi, poco più alti di quelli bancari, quanto piuttosto nel termine, sufficientemente breve da garantire all’usuraio che l’imprenditore non potrà saldare il debito nel tempo stabilito. Anche dopo che il conto corrente è azzerato e, quindi, gli assegni emessi risultano“scoperti”, lo strozzino fornisce altro denaro, rinnovando il debito ad un prezzo sempre più alto. La continua dilatazione dei tempi è connaturata all’usura: più un rapporto rimane aperto e maggiore sarà ciò che lo strozzino riuscirà ad avere dalla sua vittima.
E il sopruso non ha mai fine, perché nel mercato illegale non esistono regole: per fare un esempio, un interesse del 10% può crescere di dieci volte in solo una settimana. Ne consegue che l’assenso del debitore diventa una pura formalità. E il problema è che l’usuraio molto difficilmente verrà denunciato, perché la vergogna che la vittima prova rappresenta un ottimo deterrente, ma lo costituisce ancora di più la paura di un’indagine del Fisco, come delle minacce ricevute e delle possibili ritorsioni anche, e soprattutto, sui famigliari. Infatti, quando i conti sono all’asciutto, lo strozzino comincia ad aggiungere abuso ad abuso per compiere l’attacco finale: minacce, saccheggi e percosse generano nella vittima una pressione tale da non lasciare altra possibilità se non quella di trascorrere le sue giornate alla ricerca di denaro, dimenticando, così, tutto il resto, anche se stessi. Un dato significativo: in provincia di Cremona, zero denunce alla Guardia di Finanza dall’inizio dell’anno, a fronte di un numero comunque basso (3-5) giunte nel 2013.
In aiuto delle tante vittime dell’usura sono nate associazioni antiusura che sono presenti in numerose città, appoggiate da fondi comunali e della Prefettura. Le indagini avviate dalla Guardia di Finanza, inoltre, hanno aiutato a rivelare reti di malaffare e l’attività criminale di tanti strozzini. Le indagini e le azioni concrete contro i malavitosi proseguono senza tregua, con la speranza di sconfiggere per sempre questa piaga della nostra società.
Fino a quando, però, il mercato del credito legale non tornerà ad essere d’aiuto, anziché ostacolare le imprese e quindi gli imprenditori, ci sarà sempre uno di loro che, pur di non fallire, si rivolgerà a chi, senza troppe domande, sarà disponibile a sostenerlo ad un prezzo, che anche lui conosce molto bene e che sarà sempre troppo alto!